ILPONTE-ONLINE, INTERVISTA IL CANDIDATO ALLA PROVINCIA PER L'UDC, FRANCESCO COSENTINO
CARIATI – Pasquale Loiacono - “L’amministrazione provinciale di Cosenza è come gli spot televisivi di Vanna Marchi: una bufala colossale”.
È sferzante Francesco Cosentino, candidato dell’Udc al consiglio provinciale di Cosenza nel collegio 7 di Cariati (Terravecchia, Scala Coeli, Campana, Mandatoriccio e Pietrapaola) e non concede sconti.
Lui, 32 anni, commercialista, responsabile del dipartimento economico del suo partito, tenta l’avventura e stravolge De Coubertin “perché – dice – io sono in gara solo per vincere”.
Evviva la sincerità, ma lo sa che la partita sarà durissima?
“Certamente, così come è dura, e questo lo sa la gente, vivere quaggiù, nell’angolo più dimenticato della immensa provincia di Cosenza, dove anche la speranza è un sogno irrealizzabile grazie ad un’istituzione insipida che ha affossato un territorio, vendendo aria fritta e fumo, perché l’arrosto è da tutt’altra parte”.
Non le sembra di essere eccessivamente critico?
“Al contrario: sono benevolo. Ma basta volgere lo sguardo ai comuni del nostro collegio o sentire direttamente i cittadini. Non un’opera pubblica di rilievo è stata realizzata, e della sbandierata pioggia di milioni sono arrivati gli spiccioli che, fra l’altro, sono serviti, e servono, per comprare, con qualche misera operazione di facciata, la volontà degli elettori”.
Scusi se insisto: se qualcuno compra c’è qualcun altro che vende.
D’accordo, ma qui si vende per disperazione. Pensi alla viabilità, ormai tutta di competenza provinciale: Scala Coeli è isolata da tre anni, e nessuno s’interessa; Oliverio aveva garantito di “provincializzare” l’unica mulattiera per raggiungere quel centro (la strada di San Morello, ndc) ma tutti hanno dimenticato; raggiungere Pietrapaola è un’impresa; senza contare gli infiniti percorsi “sgarrupati”, per arrivare a Mandatoriccio o a Campana. Insomma, a queste popolazioni è negato uno dei diritti fondamentali dell’uomo: quello alla mobilità”.
Lei dipinge un quadro a tinte fosche…
“Sto coi piedi per terra e guardo la realtà. Il collegio 7 è rappresentato da un socialista nel quale migliaia di cittadini avevano risposto tutta la loro fiducia. Si è trattato di una linea di credito mal ripagata, perché, nella sostanza, a parte qualche scuolabus di seconda mano donato ad un paio di comuni, egli si è attenuto scrupolosamente alle consegne di Oliverio: illudere sempre e comunque; spacciare per impegno fiumi di parole che, inevitabilmente, hanno prodotto il nulla e l’imbarbarimento della politica del fare”.
Siamo in pieno degrado, allora?
“Ne sono certo, perché tranne l’Udc, che ha una visione politica chiara e netta, vedo all’orizzonte solo dei gran caravanserragli a destra e a sinistra. E difatti i due opposti schieramenti si presenteranno con una miriade di liste e listarelle di “amici” di questo o quello, al solo scopo di confondere l’elettore. Un’enormità che sottolinea il decadimento morale di chi intende la politica esclusivamente come un’occasione per far quadrare conti personali che non tornano”.
Una gran confusione, dunque.
“Per esprimere il voto avremo a disposizione una scheda – lenzuolo che incoraggerà l’astensionismo, altro che semplificazione. Ma c’è di più: molti candidati, che magari nelle istituzioni “minori” (come i comuni) sono acerrimi nemici, adesso, per un sistema elettorale discutibile, si ritrovano a braccetto”.
Ad esempio?
“Prenda il Pd e Italia dei valori a Cariati: in consiglio comunale sono all’opposizione di un esecutivo che si dice di sinistra (in realtà è una inedita miscela che comprende pure An) con un sindaco socialista. Ebbene, i loro rapporti sono talmente burrascosi da diventare imbarazzanti e paradossali, perché nessuno di questi signori, in campagna elettorale, potrà lamentarsi della evidente, totale e ignominiosa noncuranza della giunta Oliverio per il nostro territorio”.
Insomma, saremmo dinanzi ad un vero guazzabuglio.
“Un minestrone. Ma per fare un buon minestrone, come sanno i bravi cuochi, è indispensabile anche qualche testa di cavolo”.
Auguri.