MIRTO CROSIA, OGGI I FUNERALI DELLA 13ENNE MARIA SERRANO, MORTA IN CIRCOSTANZE TUTTE DA CHIARIRE ALL’OSPEDALE DI COSENZA









MIRTO CROSIA – Pasquale Loiacono - Ai funerali della tredicenne Maria Serrano, deceduta in circostanze tuttora misteriose all’ospedale dell’Annunziata di Cosenza, c’era una gran folla, praticamente tutta la città, commossa, attonita per una morte che ha letteralmente sfiancato i genitori.
La chiesa del Divino Cuore di Gesù non riesce a contenere le migliaia di persone, fra cui gli amici di Maria, accorsi per dare l’ultimo saluto ad una ragazzina “solare che, seppure soffrisse di diabete da alcuni anni, amava la vita”.
E come non amarla la vita quando si hanno solo tredici anni?
Il reverendo Don Pietro De Simone rammenta il calvario di Maria e lo considera un atto d’amore nei confronti del cielo ove la ragazzina “è al fianco del Signore e da lassù prega per la sua famiglia annientata dal dolore”.
Si parla ancora insistentemente di una morte sospetta e papà e mamma vogliono, hanno il diritto che sia fatta chiarezza.
Ma ad accertare se si tratta nuovamente di un caso di malasanità, saranno i magistrati di Cosenza con in testa il Procuratore Capo Dario Granieri ed il suo sostituto Giuseppe Cozzolino.
A loro, infatti, si sono rivolti i genitori della tredicenne dopo aver superato un primo momento di choc.
Da una decina di giorni, Maria stava male: tosse, febbre, stanchezza.
Il medico curante aveva consigliato il ricovero in ospedale. La scelta era caduta sul sul “Giannattasio” di Rossano.
Qui a Maria, che da quattro anni conviveva con le quotidiane iniezioni di insulina, viene diagnosticata una broncopolmonite.
La degenza dura circa una settimana, secondo il racconto che il padre della giovane, Franco Serrano, ha reso alla procura.
Giornate tranquille: le cure sembrano fare effetto.
Ma poi, all’improvviso, qualcosa cambia.
Al papà i medici parlano di complicazioni che li inducono a trasferire Maria dal reparto di pediatria a quello di rianimazione.
Per nulla tranquilli, davanti all’aggravarsi della situazione, i genitori sollecitano il trasferimento in ambulanza della ragazza al meglio attrezzato ospedale del capoluogo.
Qui, le condizioni già critiche precipitano fino al decesso che, secondo l’autopsia effettuata giovedì pomeriggio, sarebbe stata determinata da una emorragia interna, nonostante la tempestività dell’intervento.
Ma per saperne di più bisogna aspettare da due a tre mesi.
E mentyre il commissario dell’Asp di Cosenza, de Rose, ha aperto un’inchiesta interna, il procuratore capo di Cosenza, Dario Granieri, si è limitato a commentare: “Credo che ancora sia troppo presto per esprimere giudizi. Bisogna aspettare i risultati definitivi dell'autopsia, ma mi sento di escludere responsabilità per quanto riguarda il nosocomio cosentino”.


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