OSPEDALE “COSENTINO”. OGGI SONO SOLO VOCI CHE IL PONTE HA RACCOLTO DOMANI ….NE SAPREMO DI PIU’ – OGGI NON ABBIAMO CONFERME UFFICIALI, IL NOSTRO NON VUOLE ESSERE ALLARMISMO MA SOLO RIFLESSIONE, POTREBBERO ESSERE AZZERATE LE DIRIGENZE SANITARIE E AMMINISTRATIVE







CARIATI – Pasquale Loiacono - Voci. Voci che circolano insistentemente negli ambienti ospedalieri o, meglio, in quel che resta dell’ospedale “Cosentino”, dicono che a breve saranno azzerate le dirigenze sanitarie ed amministrative per accorparle, in nome della razionalità, ad altre strutture.
Voci che non trovano conferme ufficiali, per ora, ma che denotano una vacuità d’interessi senza limiti: esperienza insegna che certi “gossip” lanciati a pioggia proprio dagli addetti ai lavori (quelli che, alla fin fine , “sanno”) diverranno realtà.
Così è stato per i reparti e, dopo, per gli ambulatori di ginecologia, pediatria, e chirurgia: a quanto la chiusura totale?
Ora, al cittadino – paziente, che sia Tizio o Caio a dirigere un servizio, non importa un fico secco: il suo unico, supremo interesse, sancito fra l’altro dalla Carta costituzionale, è che gli venga reso un buon servizio.
Proprio quello stesso servizio che il “Cosentino” assicurava in tempi non sospetti, e cioè mentre altre strutture ospedaliere della Calabria scialacquavano e quaggiù, ai confini dell’impero, c’era un squadra di medici, paramedici e personale vario che ogni giorno, spesso senza le condizioni minime d’operare, si impegnava per rendere “reale” un diritto sacrosanto: quello alla salute per tutti, senza distinzioni di sorta.
Quel gioiellino ora non esiste più, come i cosiddetti ospedali di “frontiera” (leggasi Trebisacce), gli unici in grado di assicurare “buona salute” ad un fetta di popolazione “sfortunata”, perché anziana, senza discrete risorse economiche e privata finanche della mobilità (provate voi, signori, a “scendere” fino alla costa da Terravecchia, Scala Coeli, Campana, Bocchigliero o Mandatoriccio).
Le “voci cariatesi”, c’è da scommetterci, muteranno in atti concreti, anche se chi sa giura di non sapere.
Ma siccome al peggio non v’è mai fine, la conclusione è che anche questo presunto rospo sarà ingoiato.
Con buona pace di tutti (medici, politici, sindacalisti) tranne che per i “sudditi” di un Stato sempre più lontano: i cittadini della Calabria jonica cosentina.
Cioè i “tonti” che pur si recano alle urne quanto occorre dar fiducia a Lorsignori.
E mentre noi ci scanniamo (metaforicamente, s’intende) in periodi elettorali, loro, l’un contro l’altro armati, bivaccano; fingono pubblicamente di tagliarsi la gola ed invece, magari, ci scappa un approccio che è eufemistico definire “galante”; gestiscono affari d’ogni genere pur d’incassar quattrini e, infine, si ritrovano a ripararsi dietro una presunta immunità “amministrativa” o “politica”, mai conferitagli da nessuna norma in un Paese democratico ove la sovranità, fino a prova del contrario, appartiene, almeno fino a stamattina, al popolo.

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