DA OGGI PARTE UNA NUOVA RUBRICA A CURA DELLA REDAZIONE: IPSE DIXIT - OSPEDALE (L'HA DETTO LUI)




Significa l'ha detto lui. La locuzione latina viene per lo più intesa e usata nel senso che, avendolo detto lui, vale a dire un personaggio autorevole, non si può più discutere.
È una raccolta di frasi e pensieri espressi su determinati argomenti dai nostri politici in epoca pregressa e conservata nei nostri archivi. Un vademecum di saggezze. Tanto per non dimenticare.

OSPEDALE

“Se si è arrivati a questo punto ci sono delle responsabilità diffuse che io non mi sento di addossare unicamente alla classe politica, pur essendo essa, tra le componenti sociali, quella che ha maggiori obblighi e quella che ha privilegiato interessi particolari piuttosto che generali. Nel deserto di rappresentanza territoriale si sarebbero dovuti far carico del problema “Ospedale” i soggetti istituzionali per eccellenza, e cioè l’amministrazione comunale ed il consiglio. Mi riferisco al Sindaco, alla giunta ed a tutto il civico consesso: mi sembra inaccettabile che ancora il consiglio comunale di Cariati non abbia adottato all’unanimità alcun atto politico a soccorso del presidio ospedaliero. Il territorio sta pagando il prezzo, salatissimo, di una mancata e qualificata rappresentanza istituzionale negli organi rappresentativi sovraccomunali”.
(30 gennaio 2003, Filippo Giovanni Sero, quando era segretario dello SDI, adesso sindaco di Cariati).
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I cinque consiglieri comunali di minoranza del civico consesso cariatese (Filippo Ascione, Luigi Baratta, Leonardo Celeste, Domenico Strafaci e Leonardo Trento) si “augurano che, nell’incontro di martedì prossimo tra l’assessore regionale alla sanità, Gianfranco Luzzo, ed i sindaci calabresi”, possa essere “comunicato l’avvenuto inserimento del nostro Presidio Ospedaliero come struttura di primo livello. Se ciò non dovesse accadere, il sindaco di Cariati, Domenico Arcudi, e tutta la maggioranza che, nella vicenda del Piano Sanitario regionale, ne ha condiviso il comportamento, si dovranno assumere tutta la responsabilità di questa sciagurata scelta che avrà conseguenze gravissime per il nostro territorio”.
(da “il Quotidiano della Calabria”, 18 febbario 2003).
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La commissione, in ordine alle considerazioni espresse, suggerisce che “l’Ospedale di Cariati sia inserito nella rete ospedaliera regionale e che abbia tutte le funzioni necessarie per far fronte ai bisogni sanitari del territorio” che possono essere sintetizzate nella “funzione di pronto soccorso e di emergenza/urgenza nell’arco delle ventiquattro ore; nei servizi diagnostici ed attività di primo e secondo livello; nelle funzioni di base, con posti letto di degenza ordinari e day-hospital; nell’espansione del presidio, prevedendo l’allocazione di specialistiche riabilitative e lungo-degenza”.
Il team dei consulenti esorta la verifica di “una più opportuna collocazione” del nosocomio nel settore “delle costituende aziende ospedaliere, anche per facilitare i rapporti con il presidio di riferimento regionale e nazionale” e precisa che tale richiesta “scaturisce da un’approfondita ed articolata analisi dei seguenti elementi:
a) ampio bacino di utenza;
b) gravi difficoltà di collegamento viario con diversi comuni dell’entroterra che confluiscono al “Cosentino”;
c) attività rivolta anche a pazienti provenienti da altre aree territoriali;
d) rispetto dell’equilibrio di bilancio che pone l’Ospedale di Cariati in linea con gli obiettivi di contenimento della spesa sanitaria fissati dalla Regione Calabria;
e) il dinamismo e le risposte sanitarie fornite in venticinque anni di servizio”.
Per quest’ultima puntualizzazione, il riepilogo ufficiale dei “dimessi per reparto”, redatto dall’Azienda Sanitaria n. 3 di Rossano conferma il trend positivo del Presidio di Cariati: nel 2002 ci sono stati 5.915 ricoveri suddivisi fra le unità operative di Chirurgia Generale (1777); Medicina Generale (1486); Ostetricia e Ginecologia (1087); Pediatria (886) ed il record del servizio di Cardiologia che ha dimesso ben 679 pazienti, quanto le corrispondenti sezioni di Rossano e Trebisacce assieme.
(la Commisione Pro – Ospedale, 4 marzo 2003).

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“Con questa amministrazione è scontro aperto sulle grandi questioni come quella dell’Ospedale per il quale abbiamo ripetutamente chiesto interventi più incisivi. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: fra qualche giorno il piano sanitario regionale sarà licenziato in consiglio regionale e noi ci troveremo a scontare valutazioni piovuteci dall’alto, senza aver saputo opporre la minima resistenza propositiva. A proposito, chiediamo a chiare lettere che il reparto di geriatria, ora che la struttura è ultimata ed è pienamente efficiente, ritorni, dopo esserci stata scippata da Rossano nell’indifferenza più assoluta, a Cariati”.
(Leonardo Trento, 10 gennaio 2004).

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Chiude un ospedale e mai nessuno ha pensato di ergersene a difesa con gli strumenti propri dei numeri: il “Cosentino” ha dimesso nel 2003 (su fonti ufficiali dell’azienda sino a tutto il 15 ottobre di quell’anno) 4341 pazienti conto i 3247 del presidio di Trebisacce; i 6012 di Rossano e i 5931 di Corigliano.
I dati, ovviamente, variano dall’intensità media di popolazione che insiste nella struttura di competenza e vanno, dunque, disgregati e “letti” per reparto specialistico: l’ospedale di Cariati eccelle per la qualità e quantità dei ricoveri occorsi nelle sezioni di chirurgia e medicina generale che surclassano le omologhe strutture di Rossano, Corigliano e Trebisacce; per non citare il caso della cardiologia, la quale a Cariati è classificata come mero “servizio” ma che in realtà, con 527 pazienti dimessi nel periodo citato, pur senza il supporto di una unità coronaria in atto, surclassa gli altri “blasonati” presidi dell’azienda rossanese.
(da “il Quotidiano della Calabria”, 29 gennaio 2004).

Non ci sono, ovviamente, commenti da fare: i lettori traggano le proprie conclusioni.
La memoria degli uomini, ma è cosa risaputa, è estremamente corta e, d’altronde, anche Caino cercò Abele dopo averlo fatto secco.
Noi vorremmo solo ricordare, anche se certi flashback suscitano solo rabbia.
LA REDAZIONE



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