BOCCHIGLIERO - PD NEL CAOS IL SINDACO USCENTE E' INELEGGIBILE




BOCCHIGLIERO – Pasquale Loiacono Elezioni comunali: il sindaco uscente, Luigi De Vincenti (Pd), dalla poltrona proprio non vuole saperne di schiodarsi, tanto da provocare un autentico terremoto nel Partito democratico di Bocchigliero “la rossa”, storicamente un inattaccabile fortino del centro sinistra.
Così, un nutrito gruppo degli uomini di Franceschini, dopo aver, invano, tentato estenuanti mediazioni, decide di uscire, come si dice, allo scoperto, e di rendere nota la propria verità.
Dunque, fra i sogni e le velleità del “partito nuovo”, c’era quello, suadente, di “formare una lista amministrativa col simbolo del Pd, rispettosa, in tutto e per tutto “dello statuto e del regolamento etico che garantiscono, ad ogni livello, la partecipazione di ogni iscritto”.
La “proposta” era stata anticipata “al segretario del circolo, Ferdinando Iacovino; al presidente della provincia, Mario Oliverio; al segretario provinciale, Franco Bruno, ed all’assemblea comunale del partito”.
Per tutta risposta – lamentano i ragazzi terribili del Pd – il Iacovino “riunisce solo i suoi fedelissimi i quali eleggono un direttivo ad uso e consumo proprio”, sicché, “nonostante le ripetute richieste di una nuova convocazione che procedesse secondo le norme statutarie, egli raduna 25 iscritti su 85 e fa approvare la mozione che prevede di presentarsi alle elezioni con una lista civica ed il simbolo del “Campanaro”, il medesimo che sostenne il sindaco De Vincenti 5 anni fa”.
La domanda: “Perché la lista civica e non di partito?”
La risposta: “Il nuovo segretario, nonostante la giovane età, è vecchio, anzi, antico. Ha voluto salvare la candidatura di De Vincenti il quale, essendo stato rinviato a giudizio per reati contro la pubblica amministrazione, non può essere candidato nelle liste a simbolo Pd. A che prezzo?”
I “ribelli” sostengono che si “è persa in’occasione storica: quella di voltare pagina, seppellire antiche rivalità politiche e lavorare per l’interesse generale. Chi doveva fare un passo indietro, e non lo ha fatto, si assuma per intero la responsabilità di avere affossato l’unica possibilità di rinascita per Bocchigliero”.
La convinzione: “L’etica politica suggerisce che il Iacovino si dimetta da segretario delò Pd, che ha tra i suoi valori fondanti la trasparenza ed il disinteresse personale nell’amministrare la cosa pubblica”.
La garanzia: “Noi ci siamo e continueremo ad esserci, nelle forme politiche che riteniamo più appropriate per continuare a difendere gli interessi collettivi e a denunciare soprusi e favoritismi”.
Vittorio Emanuele II, dopo il solenne ingresso in Roma capitale, disse: “A Roma ci siamo e ci resteremo”.
Concetto mutuato dal latino “Hic manebimus optime”, qui stiamo ottimamente, riservato a papi, re e cardinali ed, evidentemente, da oggi, anche ai sindaci di Bocchigliero, sui monti della grande Sila, nel cui azzurrissimo cielo volteggiano poiane, falchi pecchiaoli, rare specie di corvi e, da ultimo, perfino la gazza. Quella di Rossini, naturalmente.


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