ULTIME DALL’OSPEDALE – MOBILITAZIONE GENERALE IN DIFESA DEL COSENTINO: SINDACI, STUDENTI, COMERCIANTI, ASSOCIAZIONI, HANNO SFILATO SULLA SS 106 BLOCCANDO IL TRAFFICO PER ALCUNE ORE – DICHIARAZIONI DEL SINDACO, DEL CAPOGRUPPO DEL PD E DELL’ON. LARATTA (PD)








REDAZIONE – Questione Ospedale: sesto giorno di sciopero della fame del sindaco, Filippo Giovanni Sero, sostenuto nella sua protesta dal capogruppo del Partito democratico in consiglio comunale, Mario Sero, e dal favore, attivo, di un intero territorio.
L’orgoglio degli “ultimi”, nella bella e mesta Calabria, diventa rabbia, composta collera che sfocia in una grande mobilitazione popolare.
Non era mai successo, ma il primo giorno di scuola per centinaia di ragazzi del comprensorio, si trasforma in una giornata esaltante.
Fin dal mattino di ieri, cittadini, studenti e lavoratori si ritrovano nel Piazzale della Stazione.
È una marea umana di spropositate dimensioni: festosa (pur nella consapevolezza dello scippo) e consapevole di un “legame” che travalica mere posizioni ideologiche.
Quando si tratta di lottare per un bene comune, non ci sono argini che tengano.
In testa al corteo, che si accinge a raggiungere l’ultimo baluardo di civiltà, il presidio ospedaliero “Vittorio Cosentino”, ci sono tutti i sindaci del comprensorio, bardati nel tricolore, quello di una bandiera che dovrebbe farci sentire italiani anche quaggiù, nel profondo Sud.
I coloratissimi ragazzi delle scuole sono incisivi, senza fronzoli: “Ci insegnano i valori della legalità e dell’eguaglianza, puntualmente disattesi, e poi si lamentano se, ad un certo punto, ce ne andiamo. Ha senso lottare ancora per restare in Calabria?”.
Domanda amarissima, alla quale rispondere è un puro esercizio di stile: verrebbe da consigliare un biglietto di sola andata. Ma non ce la facciamo.
La solidarietà al primo cittadino cariatese, divenuto simbolo di una battaglia di civiltà, giunge da ogni dove: il Centro italiano femminile è “contro ogni logica partitica e contro ogni calcolo e rivendica il “diritto di essere malati uguali a quelli di qualsiasi parte d’Italia. No ai viaggi della speranza; a carovane di persone che si trasportano da un capo all’altro della penisola in cerca di salute”.
La Chiesa è vicinissima, e comunica di avere già organizzato una fiaccolata di “attenzione”, preceduta da una Santa Messa, per domani sera.
Lui, il sindaco Sero, lungi da ogni ipotesi di protagonismo a “futura memoria”, abbeverato, oltre ogni ragionevole limite, ai principi ortodossi della legalità, non ci sta più: “La grandissima partecipazione di gente dimostra, se ancora ce ne fosse bisogno, che le nostre rivendicazioni non sono velleitarie, ma rispondono ad una reale esigenza delle comunità di questo territorio. Il grande sostegno dei cittadini del Basso Jonio Cosentino e dell’alto Crotonese, dimostra la volontà palese delle comunità a intraprendere ogni necessaria azione a tutela del nostro ospedale e del più elementare dei diritti: il diritto alla salute. Lo smantellamento del “Cosentino” è inaccettabile. Esso risponde a calcoli ragionieristici e omette ogni concreta azione di riorganizzazione della sanità sul nostro territorio. A prescindere da chi sia il committente politico di questo piano di rientro, forte è l’impressione che esso serve, come purtroppo è sempre avvenuto in Calabria, a bilanciare privilegi”.
Giunge anche il deputato Franco Laratta (Pd) che esprime al sindaco Sero la sua solidarietà e promette: “Se non cambierà nulla, sartò qui, al suo fianco, a condividere la sua lotta”.
Per Mario Sero, che sta affiancando il suo omonimo e congiunto sindaco, “la salute non può essere cancellata a tavolino da improbabili calcoli di società norvegesi: Io della Norvegia, con tutto il rispetto, conosco solo il baccalà”.
Lo scenario futuro dopo il 16 settembre (il giorno “ultimo” delle decisioni regionali): “Per quel che ci riguarda, se questo disegno dovesse essere portato avanti, continueremo a manifestare il nostro più fermo dissenso assieme alle nostre comunità anche con azioni forti, determinate ed eclatanti”.
Lonorevole Franco Laratta ribadisce: “Questa è una vigliaccata. Lo sfascio della sanità calabrese, di cui tutti (da sinistra a destra) dobbiamo portare la croce, non possono essere pagate dalle piccole e sane strutture sanitarie che, come Cariati, hanno sempre reso ottimi servizi. Cominciamo ad incidere con il bisturi su tutti i presidi, comprese certe oasi, o certe casseforti del presidente Scopelliti. La necessaria razionalizzazione va fatta anche sul privato, e chi questo territorio rappresenta, per mandato elettorale, queste cose deve dirle chiaramente”.
Laratta rammenta che le sue sono le identiche posizioni che aveva assunto anche quando governava il centrosinistra di Loiero (una “esperienza fallimentare”).
Ma ora c’è di più: “Scopelliti tace vergognosamente dinanzi agli insulti del governo centrale (il riferimento è alle esternazioni del ministro Brunetta, ndc) ed è il complice silente di una lacerazione irreversibile tra il Nord ed il Sud del Paese”.
Scopelliti è una “sorta di Madonna Pellegrina”: da lui ci saremmo aspettati fatti, non parole, giacché assiste, impavido, a tagli spaventosi che impoveriscono la Calabria sulla quale pesa come una malapianta, ma non scopro nulla di nuovo, la ‘ndrangheta, adesso più forte che mai”.



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