OSPEDALE: IMMEDIATA REAZIONE DEI SINDACI, DI TUTTI I GRUPPI POLITICI DEL BASSO IONIO E DEL SINDACO DI SCALA COELI, MARIO SALVATO "ALTRO CHE DIMISSIONI. SIAMO STATI NOI AD ESSERE AGGREDITI ED INSULTATI". SALVATO A PROPOSITO DELLE DIMISSION "NON HO GIURATO FEDELTA NE' A BILARDI NE' A SCOPELLITI MA ALLA COSTITUZIONE ITALIANA".




SCALA COELI - “Chi rappresenta le istituzioni e quindi lo Stato, ha l'obbligo morale e personale di tenere un comportamento consono alla carica che ricopre, ecco perché chiedo che su quanto accaduto nei giorni scorsi a Catanzaro, presso Palazzo Alemanni, sede della giunta regionale le dimissioni del sindaco di Scala Coeli, Mario Salvato”.
Lo afferma Giovanni Bilardi, capogruppo regionale della lista "Scopelliti Presidente".
Nella confusione di quel giorno (il 16 settembre) il sindaco avrebbe “schiaffeggiato” un giornalista dell’ufficio stampa del presidente Scopelliti: “Un gesto sconsiderato – commenta Bilardi – compiuto d una persona che non è degna di indossare la fascia tricolore”.
La nota scatena l’immediata reazione del comitato dei sindaci, dei partiti politici e dello stesso Salvato.
“Siamo stati noi ad essere aggrediti ed insultati – dicono in coro i 15 sindaci – e se il consigliere regionale chiede le dimissioni di Mario Salvato, ci domandiamo cosa mai possa accadere al sedicente giornalista che ci ha coperto d’improperi irriferibili e brandendo una sedia nel gesto di scagliarla: deve rimanere al suo posto?”
E mentre i sindaci confermano la volontà di ricorrere alla magistratura, al Salvato giunge la solidarietà del Partito democratico e di Italia dei Valori: “In quell’occasione – spiega il segretario del Pd locale, Fausto Sero – i nostri rappresentanti non hanno potuto serenamente esporre a Scopelliti nessuna delle loro ragioni. Sono stati mortificati come persone e come istituzioni. A Mario Salvato assicuriamo tutto il sostegno del Pd”.
E Rita Cosenza di Idv: “Adesso si permettono pure di chiedere le dimissioni di un sindaco. Segno che non solo la sanità è morta, ma anche la dignità e la democrazia. Mario Salvato, a cui va la nostra solidarietà, è un sindaco eletto dal popolo sovrano, non da Scopelliti”.
E lui, il sindaco “schiaffeggiatore”?
“Non ho il piacere di conoscere il signor Bilardi che, voglio credere, è persona perbene – esordisce Salvato – anche se non capisco come possa fare certe affermazioni. Non ho schiaffeggiato nessuno, non rientra nella mia cultura ed educazione. Ho alzato il tono della voce, come tutti del resto. E mi sembra naturale, visto il clima di tensione che si era creato quando il presidente ci ha letteralmente abbandonati, mostrando di aver poco rispetto per le istituzioni ed un’altissima considerazione di sé, proprio come il suo “capo” di Arcore”.
Quando alle “dimissioni”, il sindaco scalese rassicura Bilardi: “Stia tranquillo consigliere. Ancora, nonostante lei ed il suo presidente, siamo in uno Stato di diritto dove, se non mi sbaglio, si esprime liberamente il proprio consenso. Ebbene, io non farò più il sindaco quando lo decideranno i miei concittadini. Purtroppo è così: se ne faccia una ragione”.
Salvato non digerisce il riferimento al tricolore: “Quando sono stato eletto, ho giurato fedeltà alla Costituzione la quale tutela espressamente la salute dei cittadini, di tutti i cittadini, non di una parte. Ecco perché difenderò con le unghie e con i denti, ma sempre nel massimo rispetto della legalità, gli ospedali della sibaritide”.
Stoccata finale: “Bilardi e Scopelliti, e tutta la maggioranza regionale, piuttosto spieghino perché non si sono indignati alle dichiarazioni del ministro Brunetta (ha definito la Calabria un “cancro” per l’Italia, ndc). Ordini superiori o si vergognano di essere calabresi? Io sono orgoglioso della mia terra e del mio Paese e la fascia tricolore la indosserò sempre con dignità e rispetto. A Bilardi andrà bene il simbolo della stella padana”.






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