ACCUSATO D'OMICIDIO ASSOLTO DOPO DUE ANNI DI CARCERE





(AGI) - "Volevo uccidermi, in carcere. Tante volte. Sono stato male, ho preso tante medicine, ho fatto lo sciopero della fame. Io mi vergogno, la mia vita e' distrutta. Io un omicidio, non si puo' sopportare". E' questo l'amaro sfogo che ha esternato oggi all'AGI Costantinu Laurentiu Sindumitru, rumeno di 28 anni, subito dopo la lettura della sentenza con cui e' stato assolto con formula ampia dall'accusa di aver assassinato il connazionale 25enne Claudiu Capra, barbaramente ucciso con 4 coltellate alla nuca e 5 colpi di pistola all'addome, a Crotone, di fronte alla centralissima chiesa di S. Domenico, su corso Mazzini, nel pomeriggio del 27 maggio 2007. La Corte d'assise di Catanzaro, presieduta dal giudice Giuseppe Neri (a latere Rosario Murgida), ha scagionato il giovane imputato "per non aver commesso il fatto", come richiesto dal suo difensore, l'avvocato Aldo Trunce'. Ma era stato anche lo stesso pubblico ministero Alessandra Susca a chiedere l'assoluzione di Sindumitru, considerata la assoluta inattendibilita' del teste d'accusa che aveva indicato in lui l'autore del delitto, e che invece avrebbe detto una serie di bugie per vendicarsi del giovane compagno della sua ex nuora. Si tratta di Dimitru Botea, che aveva raccontato di aver visto Sindumitru accoltellare la vittima, e che adesso finira' sotto inchiesta per falsa testimonianza. Una testimonianza che intanto e' costata all'imputato quasi due anni di carcere. All'indomani dell'omicidio Capra, infatti, soprattutto sulla scorta delle dichiarazioni di Botea, i carabinieri arestarono Sindumitru, uscito di galera solo pochi mesi fa per decisione della Corte d'assise che ha accolto la sollecitazione dell'avvocato Trunce', subentrato nella sua difesa nel corso del tempo. Secondo l'iniziale ipotesi della Procura, Sindumitru aveva ucciso Capra dopo avergli in precedenza rubato 2.000 euro, motivo per il quale avrebbe temuto che fosse la vittima a vendicarsi per primo. Una tesi che trovava un sugello nelle dichiarazioni di Botea, ritenute attendibili finche' non e' emerso che l'uomo e' in realta' l'ex suocero della compagna dell'imputato. Botea, non sopportando che la giovane donna non volesse tornare con suo figlio, avrebbe deciso di farle pagare tale affronto sfruttando l'occasione dell'omicidio Capra, e accanendosi contro il suo nuovo amore, l'ignaro Sindumitru, additato come l'autore dell'omicidio. "Io ho provato in ogni modo a dire che ero innocente - ha detto il 28enne oggi in tribunale -. Avevo anche i testimoni che quel giorno della morte di Capra io non ero mai stato solo, ero altrove. Ma nessuno mi ha creduto. Ho anche capito, ad un certo punto, che quello che mi accusava io lo conoscevo, perche' era l'ex suocero della mia ragazza, e sapevo che lui aveva mentito dicendo di non conoscermi. In realta' lui mi conosceva benissimo, e' per questo che mi ha accusato, per farmi pagare il fatto che la donna non voleva tornare con suo figlio, perche' gli aveva detto che con me era finalmente felice". Uno scopo Botea l'ha sicuramente raggiunto: Sindumitru e la sua compagna non stanno piu' insieme. Lui l'ha lasciata: "Sono stato costretto. L'ho spiegato a lei che avevo troppa paura. Se quell'uomo mi ha fatto questo e sono stato chiuso in prigione tanto tempo ingiustamente, chissa' cosa altro poteva farmi ancora". FONTE AGI

x