Trasporti / Rossano-Avellino in treno, quasi sette ore di «odissea»






ROSSANO – C. P, un giovane ragazzo di Rossano, chiamato alle armi, 20 anni, ieri mattina, si è reso protagonista di una duplice odissea: partire per il servizio di leva e impiegare ben sette ore di viaggio per raggiungere Avellino (circa 300 chilometri di distanza). Il ventenne, è salito sul treno delle 6.30 (al mattino), e dopo numerose tappe (Sibari, Castiglione, Paola, Salerno, Avellino) è giunto ad Avellino intorno alle 14 con tanto di sofferenza e sacrificio. Avellino è raggiungibile (traffico su gomma) in tre ore circa, nulla di più. La dimostrazione della totale inefficienza del traffico fu rotaia, nello Jonio, da sempre a binario unico, non elettrificato, con le biglietterie chiuse in tutte le stazioni ferroviarie (a parte Sibari e Cariati per il tratto cosentino) non abilitate. Una situazione che ha superato livelli di guardia non più sostenibili nell'epoca della globalizzazione dei mercati. Gli impianti di Amendola, Montegiordano, Roseto Capo Spulico, Rocca Imperiale, Trebisacce, Villapiana, Corigliano, Rossano, Crosia, Calopezzati, Mandatoriccio, Pietrapaola, soffrono di uno stato di totale abbandono e prive di manutenzione. La tratta ionica vista come terra di deposito per vagoni contenenti eternit e, quindi, amianto. Una questione questa, che ha interessato l'impianto di Sibari e su cui è calato il silenzio. Le ultime reazioni dei sindaci dell'Alto Jonio cosentino unite al sindaco di Rossano, Orazio Longo, che hanno chiamato in causa il presidente della Giunta regionale della Calabria e la società «Trenitalia» messa sotto accusa per la soppressione di quelle uniche corse (Crotone-Milano) che attraversano centri turistici, difficilmente raggiungibili durante l'esodo estivo a causa degli innumerevoli ingorghi presenti sull'unica arteria di collegamento (sulla quale, tra l'altro, è improcrastinabile un necessario intervento di ampliamento, la più conosciuta «strada della morte») la strada statale 106, mantengono alta la tensione sulla questione-Ferrovie, da sempre disimpegnate nel territorio sibarita ad investimenti consistenti. così come la denuncia del sindacato autonomo di base (Sab) della Gilda-Unams, che ha assunto una rigida presa di posizione contro «Trenitalia» per la nuova disposizione degli orari e l'irritato gesto dell'associazione «Otto Torri sullo ionio» che ha scritto al Presidente della Repubblica, Carlo Azelio Ciampi, per l'inopportuna campagna pubblicitaria dell'alta velocità nel Mezzogiorno, fanno sentire forte il disagio di una realtà non più sopportabile. Uno schiaffo al cittadino-contribuente del territorio Sibarita giunge ulteriormente dalle società «Grandi Stazioni» (società a capitale misto: 60% Fs, 40% consorzio di imprenditori privati) che ha programmato nel piano triennale un investimento di 700 miliardi di lire per un intervento di «lifting tecnologico». Si tratta di rendere più confortevoli, sicure ed ospitali, stazioni ferroviarie come Roma, Milano, Firenze, Genova, Bologna, Venezia, dove insediare centri culturali, centri shopping e ristoro. Ed intanto, il giovane calabrese, di 20 anni, ha impiegato 7 ore per un percorso di 300 chilometri.

x