Sibari Provincia, intervengono il sindaco di Cariati Domenico Arcudi e lo storico Franco Liguori






Leonardo Rizzo CARIATI – Le adesioni al progetto Sibari provincia, ormai non si contano più e la voce "fuori campo" dell’ex Sindaco di Rossano Caputo, dimostra come ancora una volta si vuole ritardare il processo di cambiamento di un comprensorio, si vuole mortificare la volontà di tutti i Comuni che da Cariati fino a Rocca Imperiale invocano la creazione della nuova provincia di Sibari. Al progetto di Sibari provincia giorno per giorno aderiscono sempre nuovi Comuni e non solo. Si mobilitano non solo gli uomini politici ma cominciano ad alzare la voce anche gli uomini di cultura. Da Cariati partono due precise proposte: la prima politica, la seconda storico-culturale. Il Sindaco di Cariati Domenico Arcudi, si è reso promotore di una iniziativa che vede coinvolti ben tredici Comuni del Basso Ionio casentino. "Ritengo sia giunto il momento di dire basta ai soliti campanilismi ed alle solite proposte che mirano solo a ritardare la realizzazione del progetto Sibari provincia", scrive il sindaco di Cariati Arcudi in una nota che ci ha fatto pervenire. "Nella riunione che avremo sulla problematica dei piani PIT - aggiunge Arcudi - chiederò a tutti i sindaci presenti di aderire al Comitato "pro provincia di Sibari" del Basso Ionio cosentino. Posso anche dichiarare – prosegue il primo cittadino di Cariati – che nei prossimi giorni convocherò il Consiglio Comunale per approvare un documento ufficialenel quale si possa esprima la piena volontà di aderire al progetto di Sibari provincia". "Un particolare invito – conclude il Sindaco di Cariati Arcudi – lo rivolgo agli amici di Castrovillari, ad aderire a questo progetto mettendo da parte qualsiasi forma di polemica ed il solito campanilismo che fino ad oggi ha diviso un vasto territorio che certamente merita maggiore attenzione da parte di tutti". Sulla discussione interviene anche lo storico e studioso della Sibaritide prof. Franco Liguori: "Penso che i tempi siano ormai maturi per realizzare quell’improrogabile decentramento amministrativo del territorio della Sibaritide che tutte le forze politiche, socio-culturali ed economiche invocano a gran voce. E’ ora di farla finita con le inutili polemiche e le pretestuose argomentazioni di questo o quell’altro leader politico per candidare a capoluogo della istituenda provincia la propria città. Quella che dovrà nascere – prosegue Liguori – non dovrà essere una provincia che s’identifichi in una sola città, sia pure economicamente importante e ricca di storia, ma una "provincia-territorio", una provincia, cioè, in cui tutti i Comuni, piccoli e grandi, che entreranno a farne parte, possano identificarsi e riconoscersi, sia dal punto di vista storico-culturale, sia sotto altri aspetti non meno importanti come la facilità dell’accesso, la possibilità di poter fruire comodamente dei servizi burocratici e amministrativi, la capacità di essere punto di convergenza di tutte le attività produttive del territorio". Continuando lo storico Liguori aggiunge: "E’ innegabile che la sola provincia che risponde a tutti questi requisiti è quella di Sibari, sia perché l’antica città magnogreca rappresenta storicamente il denominatore comune di tutto il territorio che si vuole elevare a ente provinciale autonomo, sia perché l’ubicazione del capoluogo a Sibari risulterebbe particolarmente felice e funzionale alle esigenze del suo variegato territorio, in quanto Sibari è snodo ferroviario molto importante, è toccata da attraversamenti viari fondamentali per tutto il Mezzogiorno e sarà presto sede di uno scalo aeroportuale che spezzerà finalmente l’isolamento della nostra zona dal resto dell’Italia e dall’Europa". Concludendo lo studioso della Sibaritide Franco Liguori afferma: "Cariati, con la sua prestigiosa storia di cittadina affacciata sullo Ionio, con i suoi beni artistici e monumentali, con il suo porto turistico e pescherecchio, con le sue notevoli potenzialità turistiche, sente di appartenere di diritto alla istituenda provincia di Sibari, nella quale ritiene di poter svolgere un ruolo non secondario, unitamente ai piccoli centri (Terravecchia, Scala Coeli, Campana, Mandatoriccio ecc.) che ad essa fanno capo per i servizi della sanità, della scuola, dei trasporti, del commercio e quant’altro".






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