Reazioni dopo la rinuncia di un avvocato a difendere il Comune in tema di usocapione Lettera di Ascione (AN) al Sindaco





Leonardo Rizzo CARIATI - Il capogruppo di Alleanza Nazionale Filippo Ascione, a seguito della rinunzia del legale Arnaldo Parrotta dall'incarico a difendere il Comune per un contenzioso d'istanza d'usucapione di un suolo comunale, avanzata da un cittadino, ha scritto al Sindaco di Cariati, Domenico Arcudi, chiedendo "Se sono esistite le opportunità di continuare a promuovere un'azione di tal genere al di la di mera posizione formale, in virtù anche, per come lo stesso avvocato afferma, di non poter attivare i dovuti e necessari vantaggi per il Comune di Cariati". Una vicenda che ha messo in moto un preoccupante e vizioso meccanismo che potrebbe creare da un lato enormi vantaggi per tutti quei cittadini che sin dalla fine degli anni sessanta in poi hanno occupato tutti i terreni comunali disponibili sul territorio e dall'altro l'enorme tracollo finanziario per il Comune che potrebbe perdere tutti i suoi territori senza incassare una lira. Da quanto siamo riusciti a sapere, pare che molti sono quei cittadini che hanno avanzato istanza per acquisire per uso capione i terreni comunali che detengono da molti anni. Per il capogruppo di AN Filippo Ascione, la lettera inviata dall'avv. Araldo Parrotta all'Amministrazione comunale "assume, a nostro parere, dice, più che una rinuncia all'incarico, i caratteri di una vera e propria denuncia prospettando un giudizio già di per se scontato ai danni dello stesso Comune che egli avrebbe dovuto rappresentare in sede dibattimentale. L'avv. Parrotta, nell'intento di prestare la migliore attività professionale in favore del Comune di Cariati , si legge nell'istanza di Ascione, e di tutelarne gli interessi in modo reale e proficuo in due ben dettagliati punti: si presta a sottolineare in primis l'evidente disagio circa l'assunzione di atti e documenti aventi valore probatorio ed in seguito di aver ricevuto solo in data 04.03.2002 la delibera n.29 del 18.02.2002 (dopo quattordici giorni dalla sua emanazione) e copia dell'atto di citazione. Lo stesso legale, nel ricevere l'incarico in data 04.03.2002, sostiene che il termine perentorio di venti giorni prima dell'udienza del 14.03.2002 (legalmente previsto e formalmente indicatoLe dal patrocinatore di parte attrice) è ampiamente decorso con consequenziale decadenza della facoltà di spiegare eventuale domanda riconvenzionale, chiamare in causa terzi, e conclude, fermo restando gli insegnamenti etici e deontologici ai quali egli si sente sottoposto, che in assenza di concreti elementi, atti e fatti utili per una valida difesa a voler attivare l'iter finalizzato alla revoca della citata delibera al fine di evitarsi una temeraria resistenza in giudizio che oltre la eventuale sanzione risarcitoria, comporterebbe il maggior danno a carico della collettività derivante dalla provabilissima condanna alle spese legali di controparte nonchè‚ di quelle per le prestazioni dello scrivente". L’azione intrapresa dai cittadini è l'inizio o la fine della definitiva assegnazione dei terreni comunali? Potrebbe essere l'occasione affinchè il Comune introiti notevoli somme oppure, dipende dalla gestione del problema, quella di rafforzare una posizione politica? Giova ricordare che nel corso degli ultimi venti anni le amministrazioni che si sono succedute sin dal 1983 ad oggi in più occasioni si sono occupati dei terreni demaniali per trovare una soluzione alle problematiche per la risoluzione in via definitiva. Nel 1986 fu fatto un censimento ed una delibera che metteva in vendita i terreni comunali; nel 1993 fu fatto un altro censimento e non ultimo un'altra atto deliberativo dell'amministrazione Montesanto che invitava tutti gli occupatori abusivi dei terreni comunali a recarsi al Comune per regolarizzare la loro posizione. Oggi la svolta. Sarà quella definitiva?

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