Il magna magna degli amministratori, si sono “mangiati” in ristorazione circa 25 mila euro. Vergogna !!!!!


Per Mario Sero, il “guru” Cataldo Perri, “Alla lira di Nerone preferisce la chitarra battente mentre Cariati brucia”.




CARIATI – “Panem et circenses”. Per tenere buona la plebe, la ricetta è sempre la stessa: viveri e divertimenti.
D’altra parte, Lorenzo il Magnifico scrisse che “Pane e feste tengono il popolo quieto”.
Nel regno delle Due Sicilie, per raggiungere lo stesso scopo, i Borboni attuarono la politica delle tre F: feste, farina e forca.
Ora, anche quaggiù, pur non ricalcando le raffinatezze dei secoli scorsi, ma poco ci manca, con vichiana coscienza la storia si ripete.
Il Comune di Cariati ha speso, dall’11 ottobre 2006 e fino a tutto il 9 settembre 2010, la bellezza di 22 mila e 737 Euro per abbondantissime “mangiate” nei ristoranti della città.
Le “ grandi abbuffate” sono tutte imputabili alle cosiddette “spese di rappresentanza”, cioè quegli esborsi, dovuti, quando si hanno ospiti di una certa rilevanza.
D’altra parte il dovere di ospitalità istituzionale è sacro e poi, che diamine, siamo o non siamo i discendenti della magnifica Magna Græcia?
In sintesi, il Comune ha sborsato mediamente, in 1460 giorni di gestione, oltre 16 Euro quotidiani per il gargarozzo.
Benissimo. Così fan tutti, han fatto tutti e farà chi verrà dopo.
Ma un attimo di tregua, per favore, è d’uopo.
Ecco cosa risulta, inequivocabilmente, al “Ponteonline”.
I vincitori del noto “Premio Herakles” (lodevole iniziativa di inizio estate) approfittano dell’onorificenza per farsi una bella vacanza a spese del contribuente (ed io pago).
Così, ad esempio, nell’edizione del giugno 2010, ospitiamo due personalità in un noto albergo per ben 6 notti (ne sarebbe bastata una) che spendono 624,67 Euro, comprensive di 6 telefonate internazionali oltre che di ogni confort (ed io pago).
Ma non basta, perché paghiamo anche una “matrimoniale” che significa passare la notte in dolce compagnia: con chi non interessa, ma nuoce alle casse pubbliche (ed io pago).
E poi ci sono i “buffet” in onore della “Bandiera Blu”: il 31 agosto 2009, a stagione balneare terminata, il Comune salda una fattura di ben 875 Euro a favore di un noto locale (servizio per 35 persone) che festeggiavano l’importante evento (ed io pago).
Ma per non farsi mancare nulla, i pranzi e le cene sono all’ordine del giorno: cozze, fritture di pesce, grigliate miste, antipasti, primi di indiscusso valore, vini che costano fino a 13 Euro a bottiglia: tutto sul conto dei poveri cittadini, come ci spiega una gentile signorina che lavora per un ristoratore del luogo (ed io pago).
A dire il vero, tranne un rinomato ristorante che sembra avere l’esclusiva per le “mangiate” istituzionali (tra l’altro di eccelsa qualità) ogni locale ha avuto, seppur con ritardo, il suo obolo.
Ma certe “spese di rappresentanza”, che non scandalizzano, rappresentano il limite del buon gusto: “Qui – ci dice un cameriere che lavora in uno dei tanti ristoranti cariatesi – vengono a mangiare tutti. Altro che banchetti per dovere di ospitalità: arrivano coniugi, figli, nipoti e parenti di tutta la giunta civica. Ci pagano, però. Con ritardo ma ci pagano”.
Nell’elenco delle fatture emesse dai fornitori del buon gusto, troviamo “voci” incredibili, come quella del gemellaggio tra Cariati e Saracena (13 persone a pranzo per un totale di 390 Euro) (a pagare è Pantalone) o la “Giornata della pesca” del 4 maggio 2010 (360 Euro) (anche in questa occasione Pantale sborsa).
“Si è passato il segno e la misura – tuona il capogruppo del Partito democratico in consiglio comunale, Mario Sero – e si è perduta completamente la dignità di uomini. Come si fa, in piena crisi e dinanzi ad intere famiglie che sono oltre la soglia della povertà, a sperperare letteralmente tanti quattrini per ingozzarsi? Si sono oltrepassati tutti i limiti dell’umana vergogna, perché gozzovigliare, ben sapendo che ci sono persone sull’orlo della disfatta è un affronto che grida vendetta. I nostri amministratori, per fortuna, sono in scadenza, non solo amministrativa ma anche morale. Che abbiano il coraggio di non ripresentarsi dopo avere affossato la nostra nobile e gloriosa città di cui non sono degni di essere i rappresentanti. Ma indossi una maschera soprattutto l’assessore alla cultura Cataldo Perri, il vero “guru” che ha organizzato, organizza e spende il denaro dei cariatesi in laute ed oscene gozzoviglie. Ma lui, la alla lira di Nerone preferisce chitarra battente mentre Cariati brucia”.





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