Dopo l’ospedale, i sindaci del territorio perdono la battaglia della discarica dei rifiuti speciali


Ancora una volta, i sindaci dei comuni interessati, hanno nascosto la verità ai cittadini con un silenzio assordante e pericoloso. Perché?




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Cariati - La costruzione di una discarica, nel comune di Scala Coeli, per rifiuti speciali non pericolosi non è più un incubo, ma una solida certezza, giacché la Bieco Srl, la società committente, ha materialmente iniziato i lavori da una settimana.
La questione tiene banco da oltre un anno, quando le popolazioni del territorio, compresi i sindaci, pronunciarono un chiaro ed inequivocabile “no” a quella che allora era solo un’ipotesi.
Iniziò un duro braccio di ferro con la regione Calabria, culminato, da ultimo, con un ricorso di autotutela (respinto) e un’istanza presentata alla Presidenza della Repubblica (in itinere).
Nel frattempo nasce il comitato spontaneo di cittadini “No discarica” che propone una denuncia querela alla procura della Repubblica di Rossano.
Nell’esposto si evidenzia “la presenza nella zona interessata di numerose coltivazioni “dop” e “doc” e che l’area è esondabile ed instabile, attesa la sua ubicazione a ridosso del fiume “Nicà”, per come prescriveva e prescrive l’articolo 27 del decreto legislativo 36/03”.
I querelanti rilevano altre anomalie: “Ci sono i dinieghi del settore ambiente e demanio idrico della provincia di Cosenza, prot. N. 44259 del 16/4/2009 e del settore protezione civile e difesa del suolo della provincia di Cosenza, prot. N. 57732 del 18/5/2009”.
Eppure, il dirigente regionale del dipartimento politiche dell’ambiente, esprime parere favorevole (decreto prot. N. 4180 del 25/3/2010) e rilascia alla Bieco Srl l’Autorizzazione Integrata Ambientale, “frutto di artifizio e raggiro, atteso che dagli elaborati progettuali e dalle relazioni tecniche allegate si è volutamente rappresentato all’ente preposto una realtà diversa”.
Sembra proprio che non la battaglia, ma la guerra, sia stata inesorabilmente perduta, anche se i sindaci non demordono e domani saranno tutti presenti al consiglio comunale di Scala Coeli convocato proprio sul tema.
Bisognerebbe imparare a governare il problema, senza cadere nella cosiddetta “sindrome di Mimby”, il classico atteggiamento rintracciabile nelle proteste contro opere di interesse pubblico e attività che hanno, o si teme possano avere, effetti negativi sul territorio in cui verranno realizzate.
Se i rapporti con i cittadini fossero impostati in maniera più aperta, anche in accordo con la legge 2001/42/CE che invita gli amministratori a consultare e informare i cittadini nel caso di opere a grande impatto ambientale, probabilmente molti casi di proteste e opposizioni sarebbero mitigati, e altri forse sarebbero riconsiderati dai proponenti, dato che, a volte, grandi opere vengono approvate prima di una seria valutazione di impatto ambientale.
È difficile creare un consenso collettivo, ed alla Bieco lo sanno bene: “L’area dove sta sorgendo l’impianto non è a rischio frane o alluvioni; non ha vincoli di alcun genere, a cominciare dalle coltivazioni “doc” e “dop”, ed è sona agricola a bassissima densità abitativa. Noi siamo perfettamente in regola. Anzi, fin dal luglio scorso, ed anche nel nostro interesse, abbiamo invitato i sindaci del territorio ad un confronto pacato e sereno. Non abbiamo avuto alcuna risposta”.
La discarica si estenderà per 6 ettari in località “Case Pipino”, al confine coi comuni di Crucoli e Umbriatico (entrambi in provincia di Crotone); avrà una capacità di abbancamento di 100 mila mc di rifiuti; durerà, a regime, 10 anni ed accoglierà 250 tonnellate di rifiuti al giorno.



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