“No discarica” : “I signori sindaci chiedano scusa alle popolazioni del Basso Jonio oppure si dimettano. Per ignavia ci hanno chiuso l’ospedale di Cariati e ci aprono una discarica”.


Salta il Consiglio comunale accusa ai sindaci dal comitato, dagli allevatori ed agricoltori, perché avrebbero fatto scadere i termini di legge per proporre ricorso al Tar avverso la decisione della regione Calabria




SCALA COELI – Pasquale Loiacono - Rinviato per mancanza di numero legale il consiglio comunale di ieri, al quale erano invitate le municipalità del territorio, avente per tema la costruenda discarica di rifiuti speciali non pericolosi in contrada Case Pipino.
Ma il sindaco, Mario Salvato, per dovere di ospitalità (ci sono i sindaci di Cariati, Mandatoriccio, Campana, Cirò, Umbriatico e Crucoli) approfitta dell’occasione per informare il foltissimo pubblico presente nella sala consiliare e per ripercorrere le tappe di una vicenda che, francamente, presenta più di un punto oscuro.
La cronistoria del Salvato è puntuale, ma è interrotta dalla rappresentanza del comitato civico “No discarica”: “I signori sindaci chiedano scusa alle popolazioni del Basso Jonio oppure si dimettano. Per ignavia ci hanno chiuso l’ospedale di Cariati e ci aprono una discarica”.
Volano parole grosse, alla ricerca impetuosa di responsabilità pregresse che sortiscono una gigantesca ed inutile bagarre.
In sostanza, alla base della polemica ci sarebbero dei documenti palesemente irrituali, anzi, spiega il “Comitato”, falsi, giacché “attestano che nell’area della discarica non vi sarebbero coltivazioni protette”.
Ed invece non è così.
Lo urlano i tanti allevatori ed agricoltori che hanno la loro attività proprio nell’area interessata all’impianto che la società Bieco Srl sta edificando.
Gli animi sono tesi ed il primo cittadino scalese non riesce a concludere l’intervento.
Altro motivo del contendere sarebbe il “lassismo”, sempre secondo il “Comitato”, e l’inerzia delle amministrazioni civiche che avrebbero fatto scadere i termini di legge per proporre ricorso al Tar avverso la decisione della regione Calabria che di fatto aveva autorizzato la realizzazione della discarica.
L’impressione è che la battaglia sia comune, anche se combattuta da fronti opposti.
Ad esempio, il Salvato parla apertamente di chiare azioni ai limiti della legalità che imputa al governo regionale ed, in particolare, al responsabile dell’ambiente: “Ci sono dei passaggi che non riusciamo a comprendere. L’attuale assessore regionale Pugliano ci aveva esortato a presentare un ricorso in autotutela, poi rivelatosi un flop perché non accolto. Non ci è restato altro che presentare analoga denuncia direttamente al Capo dello Stato”.
Altri mugugni, altre urla, tanto che il sindaco di Cariati, Filippo Giovanni Sero, è costretto ad intervenire per invitare tutti alla calma: “Abbiamo un problema che interessa l’intero territorio. Cerchiamo assieme le soluzioni”.
Ma i “pasdaran” del “Comitato” sciorinano una serie di dati e cifre incontrovertibili ed invitano i sindaci a sottoscrivere assieme a loro l’esposto denuncia che presenteranno alla procura della repubblica di Rossano.
C’è qualche tentennamento, ma l’eccitazione non si placa.
Si va avanti, a disquisire sul sesso degli angeli, senza che, almeno fino all’ora di andare in stampa, si giunga ad una azione condivisa.

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