Per il vice Presidente di Confindustria di CS, Alfonso Cosentino, è un grave errore escludere il turismo dai finanziamenti regionali






CARIATI - Pasquale Loiacono - L’assessore regionale alle Attività Produttive Antonio Caridi ha annunciato il “via alle agevolazioni per le ristrutturazioni finanziarie, realizzata dopo una aperta condivisione della misura delle imprese calabresi. con tutte le associazioni regionali delle imprese”.
“E’ un provvedimento che va incontro alle difficoltà che stanno attraversando le imprese calabresi - spiega Caridi - in un momento di particolare rallentamento dell’economia e che immette nel tessuto produttivo regionale quella liquidità oggi sempre più difficile da ottenere dal sistema finanziario”.
Peccato che da quelle calabresi siano state escluse le imprese turistiche, fino a prova del contrario le uniche che producono reddito “reale”, e vero motore della fragile economia calabrese, tanto che il governatore Scopelliti ha riservato per se medesimo a delicata delega al turismo, riconoscendo così la fondamentale rilevanza del settore nell’economia regionale.
Mentre Caridi rileva la preoccupante posizione di alcuni istituti di credito che stanno frenando il provvedimento “proponendo tassi particolarmente elevati, si erge la voce di Alfonso Cosentino, vice presidente di Confindustria Cosenza del comparto turistico: “Il fatto che il presidente Scopelliti abbai riservato alla sua persona il governo del turismo non può che farci piacere, attese le sue indubbie capacità di gestione. Ma escludere, ipso facto, dalle provvidenze (8 milioni di Euro, ndc) il turismo ci pare una mossa quanto meno azzardata che non tiene conto di un comparto che crea e sviluppa benessere, sia pure, purtroppo, limitato a pochi mesi dell’anno”.
Per Alfonso Cosentino la scommessa è proprio quella del turismo: “Investire in turismo significa progettare un grande sviluppo della mobilità interna ed esterna. Per essere chiari, se in Calabria è già difficoltoso spostarsi da una provincia all’altra, e nell’ambito stesso di un territorio, come si può immaginare uno sviluppo che attragga clienti dal resto d’Italia e d’Europa? I dubbi, reali, riguardano la più generale carenza di infrastrutture che difficilmente consentono ai visitatori di giungere in Calabria, terra di eccelse potenzialità, ma divenuta chimera o infatuazione onirica: quanti vorrebbero venire da noi e desistono solo per lo spasimo infinito determinato da una rete di collegamenti non al passo coi tempi?”
L’ottimo assessore Caridi, chiosa Cosentino, rammenta che “l’obiettivo, pur nei limiti e nei vincoli posti dal rispetto del Patto di Stabilità, è quello di sostenere prioritariamente il sistema economico calabrese. Ed allora, perché escludere il turismo?”
Ci sono imprese turistiche in perdita, nonostante le bellezze naturali della nostra terra, che altrove prospererebbero in ambienti meno “naturali” di quelli calabresi.
Perché, s’indigna Cosentino, “non fare rete; non cercare di rimettere in sesto i nostri aeroporti; non fornire servizi di eccellenza a chi ha la compiacenza di venire a passare le vacanze da noi; non dilatare la lunga stagione calda che madre natura ha avuto la compiacenza di donarci; non attrarre gli ospiti con offerte low cost che potremmo indicizzare a quelle dei Paesi mediterranei?”.
Ma siamo al cane che si morde la coda: una meta, seppur ambita, deve essere facilmente raggiungibile da qualsiasi latitudine.
Ed invece, noi, siamo desolatamente isolati dal resto del mondo.
Oppure il resto del mondo, ma è una battuta, siamo noi.




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