“No discarica” – Il sindaco, Salvato, tradito dei colleghi del coordinamento


Sospesi i lavori della discarica a seguito di un provvedimento del primo cittadino di Scala Coeli





SCALA COELI – Pasquale Loiacono - Discarica: il sindaco di Scala Coeli, Mario Salvato, ha ordinato ieri mattina alla società Bieco Srl di Rossano (la committente del costruendo impianto in località “Case Pipino”) di “sospendere, con effetto immediato, ed in via cautelare, i lavori di realizzazione della discarica privata per rifiuti speciali non pericolosi fino all’acquisizione”, da parte del Comune, “di apposita relazione dell’Arpacal (l’Agenzia regionale della protezione ambientale, ndc) che verifichi il rispetto di tutte le prescrizioni contenute nei pareri espressi dagli Enti interessati (Provincia e Regione, ndc) che hanno partecipato alle conferenze di servizio” indette alla bisogna.
In particolare, il sindaco cita il tormentato iter che ha determinato l’inizio dei lavori suscitando incredibile malcontento nelle popolazioni del territorio a cavallo tra le province di Cosenza e Crotone.
Fin dallo scorso anno si erano mobilitate tutte le municipalità del Basso Jonio cosentino e dall’Alto crotonese per respingere l’ipotesi della discarica “in casa nostra”, ma, adesso, il primo cittadino scalese, ed è andata sempre così, la patata bollente ha dovuto raffreddarsela da solo: nessuno trai suoi colleghi gli ha dimostrato il minimo segno di solidarietà umana ed istituzionale.
Un silenzio tombale che lo ha visto, spesso, protagonista di autentici scontri coi dimostranti, senza il conforto di coloro i quali, ancora oggi, giurano e spergiurano sull’unità del territorio.
Ma tant’è, e così l’attivissimo comitato civico “No discarica” incassa il primo round, ammesso che mai ci sia stato un braccio di ferro tra cittadini ed istituzioni.
Mario Salvato ha usato gli strumenti che la legge gli mette a disposizione, a cominciare da una comunicazione della Provincia di Cosenza (20 ottobre scorso) che gli ha consentito di vietare il transito, a tutela della incolumità pubblica, sulla strada comunale che conduce al sito della discarica. Ma non basta, perché l’ufficio tecnico comunale, non più tardi di 4 giorni fa, aveva rilevato che la società Bieco “ha modificato la sede stradale con lavori non autorizzati, ostruendo tre alvei di altrettanti fossi di raccolta e pregiudicando il naturale delle acque confluenti nel torrente “Cacciadebiti”.
Ora si attende una lunga diatriba a colpi di carta bollata, ricorsi e controricorsi, tra la società committente ed il Comune, mentre sembra che coltivatori ed allevatori, già da questa mattina, potrebbero abbandonare ogni azione di blocco.
In realtà la situazione è complessa, soprattutto dal punto di vista della legittimità.
Ci sono ancora molti punti oscuri da chiarire; cose dette e non dette; atti formali e di sostanza equivoci, come il parere conclusivo rilasciato dalla Provincia di Cosenza ( (23 giugno 2009) che, in sostanza, era, ed è, assolutamente favorevole alla Bieco.
Insomma, il buon Salvato, nella questione non ha alcun titolo d’intervento, essendo la materia (emissioni inquinanti, acque e competenze idrauliche) di spettanza provinciale.
Il sindaco, in perfetta solitudine, e con buona pace dell’impalpabile unità territoriale, ha solo il “dovere”, in qualità di massima autorità sanitaria, di raccomandare ogni tutela per la salute pubblica.
Con tanti saluti alla provincia e ai due o tre assessori che dovrebbero rappresentare la porzione di Calabria che sta raschiando il fondo della disperazione.
Ad esprimere solidarietà al Salvato ci pensa il capogruppo del Partito democratico nel consiglio comunale di Cariati, Mario Sero, il quale suggerisce una giornata di sciopero generale: “È legittimo realizzare una discarica di rifiuti speciali in un’area dove vi sono allevamenti di mucche podaliche, vitigni, uliveti e insediamenti agricoli biologici? È legittimo lasciare in eredità ai nostri figli un territorio (dove lo Stato non ha mai seriamente investito) che diverrà un ricettacolo di “rifiuti” che, per quanto non pericolosi sulla carta, mineranno la salute delle generazioni presenti e future? E perché il sindaco di Cariati tace sulla vicenda e non prende una posizione decisa?”
L’appello di Mario Sero: “Non possiamo lasciare da soli la comunità di Scala Coeli, gli agricoltori e proprietari terrieri di quella zona, il sindaco di quel comune e quanti, fino ad oggi, hanno lottato in difesa del territorio contro i potenti di turno che vogliono imporre una discarica in uno dei pochi territori ancora incontaminati”.




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