“No discarica” – Il comitato chiama a raccolta i sindaci del territorio per dire no alla realizzazione del sito


Pronto un esposto denunzia alla magistratura, che dovrebbe essere condiviso dai sindaci, per bloccare i lavori














SCALA COELI – Pasquale Loiacono - Nessuno vuole la discarica dietro casa sua, questo è chiaro, ma, soprattutto, nessuno vuole i rifiuti degli altri.
Così il Comitato civico contro la costruzione della discarica privata per rifiuti speciali, non pericolosi che dovrebbe essere realizzata in contrada Pipino, ai confini coi Comuni di Crucoli e Umbriatico, chiama a raccolta tutti i sindaci ed i cittadini del territorio che hanno manifestato chiaramente il proprio dissenso.
La storia infinita della discarica si trascina da due anni, da quando, cioè, la committente società Bieco di Rossano inizia il lungo iter burocratico per ottenere le autorizzazioni di legge.
Una strada costellata da troppi punti oscuri, dicono quelli del Comitato, “non proprio cristallina ma che approda ugualmente a buon fine, attesi i pareri favorevoli di tutti gli Enti coinvolti”.
Serpeggia la paura negli agricoltori, negli allevatori e nella popolazione che soffre sostanzialmente di una mancanza di fiducia verso chi detiene il potere decisionale: è la sindrome di Nimby ("Not in my backyard", ossia "non nel terreno di casa mia") Dall’altro lato, le amministrazioni pubbliche, hanno anche loro le proprie "patologie", da quella che, sempre i benedetti americani, sempre pronti a dare un nome a tutto, chiamano “Nimot”, (“Non finché ci sono io ad avere responsabilità”), a quella denominata “Banana”, che sta ad indicare di “non costruire assolutamente nulla in nessun posto e vicino a qualcuno”.
Noi italiani, più sempliciotti, ci accontentiamo di quel paesano complesso di sintomi che si chiama, come una medicinale, “Mapridel” (Mai prima delle elezioni).
La Sala della Musica è gremita da centinaia di gente semplice che vuole sapere; ci sono i sindaci di Crucoli (Sicilia), Umbriatico (Abbenante), Terravecchia (Santoro), Cariati (Sero) e Mandatoriccio (Donnici); agricoltori, allevatori e proprietari di terreni nell’area “incriminata; non c’è, però, ed è triste, nessuna rappresentanza istituzionale del Comune ospite.
Aprono il dibattito tre membri del Comitato: Giovanni De Renzo traccia l’iter della tormentata vicenda fino alla sospensione temporanea dei lavori ordinata dal sindaco di Scala Coeli Mario Salvato; Gaetano Toscano spiega la particolarità del territorio a spiccata vocazione agricola di alta qualità, tanto che la zona è quasi interamente tutelata dai consorzi di marchio doc, dop e igt; Rosario Iiripino che illustra la tipologia di rifiuti che saranno abbancati nel sito e la loro estrema nocività per la salute, e Roberto Parise che cura l’aspetto legale di tutta la vicenda.
“Ci sono delle palesi anomalie – precisa Parise – che potrebbero anche configurarsi come reati perseguibili penalmente”.
E cita una serie di certificazioni contraddittorie; numeri di protocollo che appaiono e scompaiono; metodi irrituali, a cominciare da particelle catastali rabberciate alla meno peggio che violano il diritto di proprietà.
Il sindaco di Crucoli fa notare l’antinomia delle decisioni prese dall’alto senza consultare le popolazioni interessate: “Mi riferisco a chi permette di costruire una discarica e, nel contempo, accelera finalmente l’iter per la realizzazione di un invaso di oltre 40 milioni di metri cubi, al servizio di una vasta porzione di Calabria. Come è possibile far coesistere un’opera di grande importanza ecologica e strategica per la nostra economia (la diga sul fiume Patia) mettendole a fianco una discarica?”
Per il primo cittadino di Cariati, Filippo Giovanni Sero, “quella discarica, così come progettata ed avallata dalla commissione VIA e dal Dipartimento regionale all’mbiente, se realizzata, comprometterebbe non solo l’equilibro ambientale ma anche l’integrità paesaggistica del nostro territorio, vanificandone le vere vocazioni. Seppur convinti che i comuni del territorio debbano farsi carico di una razionale gestione dei rifiuti solidi urbani e debbano, pertanto, porre in essere azioni concrete finalizzate ad una gestione integrata, prevedendo anche degli impianti di smaltimento degli stessi rifiuti prodotti, siamo altrettanto convinti che la discarica che la Bieco vorrebbe realizzare, non corrisponde alle esigenze di questo territorio. Il rischio concreto è che essa trasformi il nostro territorio in una pattumiera regionale”.
Del medesimo avviso tutti gli altri interventi, fino a trovare una posizione condivisa che si traduce nella presentazione di un esposto denuncia alla magistratura.
Ma c’è in cantiere un’altra iniziativa: il coinvolgimento di tutte le scuole del territorio.
Partirà presto una campagna di sensibilizzazione ed educazione all’ambiente, con l’ausilio di esperti del settore che illustreranno ad alunni e studenti il complesso sistema dello smaltimento dei rifiuti, con l’obiettivo di ridurre alla fonte gli scarti della vita quotidiana e di iniziare, questa volta con massimo senso civico, la raccolta differenziata.

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