Venerdì 17 dicembre, potrebbe essere la resa dei conti della giunta del GF Sero


Al momento mancano i numeri per salvare il fallimento politico-amministrativo dell’attuale maggioranza – Il silenzio del sindaco e del suo entourage la dice lunga



CARIATI – Il mondo politico cariatese è in subbuglio a causa delle note vicende legate al concorsone per 10 posti di vigile urbano a part time.
L’altro ieri il previsto consiglio comunale è “saltato” per mancanza di numero legale, ma, in realtà, il clamoroso ammutinamento della maggioranza (11 consiglieri su 16) sarebbe stato determinato proprio dal concorso della discordia.
In soldoni, chi sponsorizzava qualcuno è rimasto con un palmo di naso, accertato che le caselle sono state riempite esclusivamente dal vero “padrino” politico del luogo.
Nulla di eccezionale, ma i mugugni intestini rappresentano un autogol dalle proporzioni immani che rischia di far saltare anzitempo la squadra di governo, pure di prossima scadenza.
Per meglio comprendere cosa bolli effettivamente in pentola, abbiamo cercato, inutilmente, di contattare i protagonisti della vicenda, il giorno prima della “resa dei conti” che cade, per i menagramo, di venerdì 17, oggi, quando si dovrebbe tenere a Palazzo Venneri il discusso consiglio comunale.
Così registriamo le reazioni dei consiglieri comunali di minoranza, gli unici, ed è naturale, ad esporsi.
“Ho letto sui giornali – commenta il capogruppo del Partito democratico, Mario Sero – che alcuni esponenti della maggioranza, e non fra i minori, covano propositi di ritiro. Non so se alle parole seguiranno i fatti, ma anche le parole bastano a dimostrare ch’essi cominciamo ad acquistare coscienza del discredito in cui sono caduti nella pubblica opinione e dell’impopolarità che gliene deriva. La situazione, si diceva un tempo, è tragica, ma non seria. Stavolta è anche seria, nonostante i tentativi che si fanno di volgerla al farsesco. Nessuno può, onestamente, negare la gravità della vicenda legata ai concorsi. Ma nessuno è più disposto a tollerare gli imbrogli che l’esecutivo ci propina. Questa è l’impressione che il cittadino ritrae dal vergognoso balletto della maggioranza, dalle reticenze dei protagonisti e dai complicati cerimoniali sfumati in cui ci si scomunica alle spalle dell’elettore. Il sindaco Filippo Giovanni Sero, in dovrebbe spiegare alla gente cosa non va e cosa intende fare per arrivare alla fine della sua consiliatura, perché è inutile nascondersi dietro improbabili accordi di facciata. Il danno se lo sono creati da soli. Il rimedio è l’estrema ratio: si dimettano, per il bene di Cariati”.
Per il rappresentante della “Lista per Cariati”, Antonio Arcuri, “sembra superfluo, e perfino ridicolo, richiamare alla gravità di quanto è avvenuto. Ma è altrettanto inutile e ridicolo fare coro alle solite deplorazioni per il continuo aggravarsi della situazione ed ai soliti, retorici impegni alla necessità di difendere la legalità. La difesa si fa, non la si dice o la si proclama. Il gioco con cui si sta ponendo fine all’esperienza di Filippo Giovanni Sero è stato così ben congegnato, ma anche così scopertamente pulcillinesco, da rendere obbligatori sfiducia e sospetti. Proprio le cose di cui la mesta Cariati ha meno bisogno”.
Infine, ecco i commenti del consigliere Tommaso Critelli (Lista per Cariati, in quota Udc): “Mi pare che fu Kautsky a dire che “quando nel mondo spunta un dittatore, vuol dire che un socialista è impazzito”. Ma Kautsky, socialista anche lui, s’illudeva. Quando nel mondo spunta un dittatore, vuol dire che un socialista ha trovato la sua strada. Il vero “padrone” di Cariati, il consigliere comunale ed assessore provinciale Leonardo Trento, socialista, la strada mostra di conoscerla a menadito. Egli ha costruito la perfetta macchina del potere, circondandosi di persone di assoluta e cieca fiducia che, non avendo altra professione che quella dell’obbedienza al partito, sono sempre ricattabili. Questo distorce completamente la figura e la funzione del consiglio comunale che, da organo di controllo degli elettori, diventa strumento di partito e dei suoi giochi di potere. Basta dare un’occhiata ai milioni di Euro finiti nelle tasche, legittimamente, s’intende, dei compari di turno, per lo più membri di famiglia”.

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