Cariati la “Città di Biancaneve ed i sette nani”, ovvero, il paese delle favole





Ogni riferimento a fatti, circostanze o persone è puramente casuale

La notizia è clamorosa: nei boschi di Cariati, durante lavori di movimento terra, è venuta alla luce un’abitazione insolita che gli studiosi datano fra il XVI ed il XVII secolo (dunque relativamente recente).
Ma lo stupore e la meraviglia, che fanno della costruzione una delle scoperte più sensazionali degli ultimi cento anni, seconda sola a quella della tomba del faraone bambino Tutankhamon, occorsa nel 1922, è che, a parere delle indagini condotte sul sito, si tratterebbe nientemeno che della casetta dei Sette Nani.
Gli esperti di tutto il mondo sembrano concordi perché sono state rinvenute suppellettili di minuscole dimensioni; attrezzi da minatore ed indumenti anch’essi piccolini; quello che pare un sarcofago di cristallo a grandezza “normale” (dove, secondo la notissima fiaba, i nani adagiarono Biancaneve in morte apparente) e il torsolo di una mela che, dopo i primi esami, risulta essere tossica.
Tutto riconduce alla storia dei fratelli Grimm che narra la vicenda di un’orfanella figlia di re la quale, per sfuggire alla perfidia della matrigna, si rifugia in una casetta nel bosco abitata da sette nani; presso di loro la fanciulla vive serena e in armonia con la natura, fino a quando la matrigna riesce a raggiungerla e, con una mela avvelenata per incantesimo, la fa piombare in un sonno di morte.
Sarà il Principe Azzurro, giunto su un cavallo bianco, a risvegliarla con un bacio e a ricondurla alla vita e all'amore.
Il sensazionale reperto è destinato a sconvolgere certezze che si ritenevano già acquisite da tempo.
Intanto i Grimm avrebbero “ereditato” la fiaba grazie al diario originale del nano SCRÌVILO che appuntava con precisione quanto accadeva a Cariati e nel bosco a lui ed i suoi compagni i cui veri nomi sono PRÈNDILO; DAMMÈLO; SÙCCHIALO; MÀNGIALO; RÙBALO E CÀNTALO.
I nani sono dunque certamente cariatesi, come Biancaneve, mentre il Principe Azzurro, secondo il prezioso manoscritto di Scrìvilo, era di Bocchigliero e la matrigna cattiva di Mandatoriccio.
Ecco alcuni frammenti della vera storia di Biancaneve:
Il Re, vedovo, abita in uno stupendo palazzo del centro storico assieme alla bella figlia Biancaneve ed alla sua corte: i fidi Mastro Lindo, Erre Moscia, Catàvur, Peppe Din Don, Pippi Calzelunghe, Micuzzo Tremonts e Provolino.
Un giorno i perfidi oppositori Eros, Fonzie, Tommy, Extravergine, Cataldina, ‘O Professore, Ridge e Bhaar Hatt, gli presentano una bellissima mandatoriccese di cui il Re s’innamora perdutamente e la sposa.
I rapporti tra matrigna e figliastra sono difficili: ognuna crede di essere la più bella del reame.
E che Biancaneve sia la più bella lo dice ogni giorno lo specchio magico che interroga quotidianamente la matrigna la quale organizza la “sparizione” di Biancaneve che, secondo il manoscritto, non era proprio una santa.
L’incarico di far “sparire” Biancaneve è affidato a Mastro Lindo che, per devozione al suo Re, finge di uccidere la fanciulla e l’abbandona nei boschi.
Biancaneve s’imbatte nella casetta dei sette nani, degli sporcaccioni noti in tutto il comprensorio per la loro condotta dissoluta, i quali accolgono la procace ragazza
Ma lo specchio della matrigna (il primo, arcaico, esempio di ricerca on line su Google) continua a riferire che la più bella, ed anche la più scostumata, è lei: Biancaneve.
La matrigna capisce di essere stata tradita da Mastro Lindo (che del resto non è nuovo a certe pratiche) e pensa di risolvere tutto da sola.
Si finge mendicante e venditrice di frutta e si reca nel bosco, presso la dimora della figliastra alla quale offre la famosa mela avvelenata.
Il resto lo conosciamo: arriva il Principe Azzurro da Bocchigliero che stava provando le prestazioni di un cavallo bianco appena comprato alla Fiera della Ronza di Campana; scorge la bellissima fanciulla nella bara di cristallo; ne rimane affascinato; le cosparge le labbra di un peperoncino di Pietrapaola talmente forte che Biancaneve si rianima; la bacia e poi impreca perché il peperoncino è troppo piccante; la issa a cavallo e corre verso Bocchigliero, inseguito dai nani incazzati.
Torniamo ai giorni nostri: la scoperta avrà un’incredibile ricaduta sul settore turistico della nostra città, tanto che i nostri amministratori hanno pensato, suscitando qualche comprensibile ira interna, di identificare Cariati come la “Città di Biancaneve ed i sette nani”.
Ma c’è di più: l’assessore alla cultura ha annunciato che sono in corso accurate ricerche archeologiche per individuare anche la casa della nonna di Cappuccetto Rosso.
D’altronde è da tempo che a Cariati si respira un’aria fantastica, magica, incantata, prodigiosa, suggestiva ed ammaliante.
In altre parole, viviamo nel mondo delle favole.




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