Scala Coeli – Amministrative 2011 – Adolfo Leo, torna sui suoi passi e, dalla Francia, approda al suo paese e si candida a primo cittadino


Emigrato con la V° elementare, lavora, studia musica diventando un direttore d'orchestra,si laureato in giurisprudenza vince molti premi musicali importanti



SCALA COELI – Anche quassù, sulle colline della pre Sila jonica, ci si prepara alla “battaglia” per il rinnovo del consiglio comunale.
Ancora le trattative sono assolutamente top secret, ma qualcosa comincia a palesarsi.
Andiamo con ordine: Intanto è certo che il sindaco uscente, Mario Salvato, si sottoporrà, doverosamente, al giudizio degli elettori.
Tranne qualche aggiustamento, anche clamoroso, in corso d’opera, la coalizione che regge l’esecutivo dovrebbe ripresentarsi compatta.
L’alternativa, o una delle alternative, è rappresentata da una novità assoluta: scende in campo, come si dice, un artista, un musicista d’oltralpe, ma profondamente scalese, di chiara fama: Adolfo Leo.
La storia personale del Leo è da romanzo: a 20 anni (1961) emigra in Francia (“con in tasca cento mila lire e la quinta elementare), lavora e studia al Conservatorio di Nancy canto, armonia, musica da camera e contrabbasso.
La musica ce l’ha nel sangue e solo nove anni dopo si diploma.
Partecipa ad un concorso internazionale e viene assunto come professore d’orchestra, solista, presso l’Orchestra Sinfonica e Lirica di Nancy e dell’Opera Nazionale di Lorena.
Inizia un’ascesa che sa di fiaba: prende parte a numerose produzioni liriche televisive e collabora con prestigiosi direttori d’orchestra, come Nino Verchi della Scala di Milano; Paul Paret dell’Opera di Monte Carlo; Bruno Amaducci e Louis Defromant.
Incide diversi dischi con “Erato”, “Le Chant du Monde” e ”Naxos” e diventa membro della società degli artisti interpreti francesi “Spedidam” e della società degli autori “Sacem”.
Lavora alla Rai di Torino; all’espace “Cardin” di Parigi; ai teatri di Savona, Campobasso, del Pireo, Karslruhe, Treveris, Lussemburgo e Losanna.
Sempre col suo gruppo orchestrale è più volte ospite della televisione francese “Antenne 2” che gli attribuisce il prestigioso riconoscimento “Victoires de la Musique”.
Fa parte della World Orchestral Musicians Directory Womd (organizzazione internazionale con sede in Ginevra e riconosciuta dalle Nazioni Unite, fondazione Nobel, Unicef e Unesco).
Ha conseguito il titolo universitario “Capacité en droit” presso la facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Nancy.
Adolfo Leo è un alieno, un “amabile folle”, perché ad un certo punto della sua vita decide di comprare una vecchia casa del centro storico di Scala Coeli; la restaura e vi si trasferisce, mentre tutti scappano, bagagli e contrabasso compresi.
Ama il suo paese; ne intuisce miserie e splendori, tanto che stabilisce di impegnarsi in maniera incisiva e, come si dice, scende in campo, proponendosi candidato a sindaco.
Ecco come si presenta ad una manifestazione organizzata dai suoi sostenitori: “Non pensavo che un giorno avrei affrontato il pubblico senza il mio contrabasso. Fra pochi mesi si andrà alle urne e per Scala Coeli sarà un momento importante, forse storico, giacché questa volta non possiamo inciampare in errori che sarebbero fatali. Dobbiamo scegliere con lucidità e consapevolezza una nuova squadra dirigente che sappia guidare il paese; valutare il passato; capire il presente e decidere del nostro futuro”.
La situazione, a parere del Maestro. “è dolente sotto ogni punto di vista, perché chi doveva fare non ha fatto, tanto che qui camminiamo tutti in salita. Ed alla fine alla meta si arriva, se si arriva, stremati, senza più forze. Abbiamo bisogno di un buon governo e di una sana e irreprensibile gestione della cosa pubblica; abbiamo bisogno di coinvolgere i cittadini nelle decisioni importanti; abbiamo bisogno di una democrazia partecipativa”.
In breve, è necessario cambiare, ma “per mutamento politico non si deve intendere una mera sostituzione di persone, senza alcuna distinzione sul piano dei valori e dell’etica pubblica, perché in tale ipotesi saremmo destinati a fallire”.
Dunque, occorre “fare gruppo”, sicché Adolfo Leo precisa che “la squadra che proporrà al suffragio degli elettori, dovrà rimboccarsi le maniche e preoccuparsi quotidianamente dell’interesse generale”.
L’invito ai cittadini: “Quello che ci unisce è più forte di ciò che ci divide. Penso ai giovani, ai disoccupati, agli anziani, al nostro martoriato centro storico che conserva gelosamente la storia dei padri ed invece è stato saccheggiato per ignavia ed avidità. Penso alla nostra vita. Penso al futuro, quello che nessuno potrà mai toglierci”.
Così parlò il Maestro, con voce suadente ed armonica. Come musica.

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