Amministrative 2011 - Generali senza esercito
Ci servirebbero uomini semplici e, soprattutto, onesti.
Elezioni amministrative: non c’è ancora alcuna chiarezza sulla composizione delle liste I protagonisti si preoccupano della "gente", ma non si capisce bene se è per proteggerne gli interessi o per incoraggiarne le passioni. E quante chiacchiere per far sapere al popolo che è sovrano, ma saltuariamente. Vota, ma è un po' come quei fidanzati che giurano: "Ti amerò tutta la vita". La promessa valeva quando l'esistenza media si concludeva sulla quarantina: poi c'è stato l'inconveniente della longevità.
C'e' chi sostiene, ma noi abbiamo qualche dubbio, che la politica è servizio: d'accordo, ma a ore.
E poi ci preoccupa il pensiero di quegli assessori che vogliono ancora immolarsi per la nostra salvezza, e un po' anche certi nomi che si fanno per sostituirli. Tutti sull'attenti, perché il dovere chiama. Per favore: riposo. Rivediamo le regole, e poi torniamo a sbagliare.
Gli aspiranti non pongono degli interrogativi: si esibiscono in noiosi incontri.
Dio, che se ne intende, chiede a Caino, appena reduce dall'aver sbrigato la pratica, se ne sa niente di suo fratello Abele.
Quaggiù ci si abbraccia pubblicamente, con il pugnale nascosto nella camicia, e
ricorre al compromesso, magari disdicevole per i comuni cittadini, ma non per chi ha come traguardo il Palazzo Venneri.
Fino a questo momento non si è ancora capito che cosa i due o tre schieramenti hanno intenzione di proporre per convincere i cariatesi a votarli, e soprattutto per tirarli fuori da una crisi profonda. Forse, a questo punto, è legittimo chiedersi se questa classe politica è in grado di farci uscire dalle nostre tante difficoltà. E se la strategia dei grandi condottieri è sempre stata quella di portare il nemico a combattere sul proprio terreno, noi non abbiamo bisogno di Alessandro Magno. Ci servirebbero uomini semplici e, soprattutto, onesti.
La politica, che propriamente dovrebbe essere definita del cactus, non è solo l'arte del possibile, ma è anche quella delle promesse e delle aspettative. Il Comune di Cariati non è un' azienda, ha spese e bilanci, ma ci sono centinaia di uomini e di donne che hanno vissuto anche tempi drammatici e che oggi hanno da superare difficoltà quotidiane, mentre scarseggia la speranza. Che è non solo augurio, illusione, voto, ma fiducia, affidamento, auspicio e non lusinga o chimera.
Tutto dovrebbe cambiare: però, di solito, nella nostra cittadina mutano di posto i suonatori, ma la musica resta quasi sempre la stessa.
C'è un tale rimescolio di candidati, dalle vecchie liste ai nuovi simboli, con un tripudio di conversioni da sinistra a destra e viceversa, che la via di Damasco, se facesse parte della topografia calabrese, dovrebbe essere gremita come Piccadilly Circus la notte di Capodanno.
André Malraux diceva che “non si fa politica con la morale, ma non si fa meglio senza”, e le promesse mancate diventano menzogne, anche se ciascuno ha un modello di felicità da proporre.
Ed allora eccoli i nostri generali senza esercito, rappresentati benissimo di un geniale e strampalato autore: “Il poverino non se ne era accorto / andava
combattendo ed era morto”.