Amministrative 2011, si brancola ancora nel buio. Solo ipotesi e pochi fatti concreti


Le delegazioni trattano sul dare ed avere: “Se faccio parte del tuo schieramento cosa ci guadagno?” se le cose stanno così i cariatesi saranno ancora una volta “bugerati”



CARIATI – In una terra di ciechi, beati coloro che hanno un occhio solo.
Insomma, “chi si contenta gode”.
La filosofia della rassegnazione non ha voli eroici, ma ci aiuta a sopportare le difficoltà della vita e a consolarci pensando a chi sta peggio.
L’alternativa è la disperazione, la rassegnazione, che Balzac chiamava un “suicidio quotidiano”.
Bisogna tuttavia riconoscere che, dei molti tipi di suicidio disponibili, è l’unico che ci permetta di sopravvivere.
Votati all’uccisione di se stessi, senza contentarsi e né godere, sembrano essere alcuni sparuti gruppi politici, ridestatisi improvvisamente da un lungo letargo, assurti a protagonisti di lunghe ed estenuanti trattative finalizzate alla formazione delle liste di candidati concorrenti alle prossime elezioni amministrative di maggio.
Pdl, Idv e Api non hanno sciolto alcuna riserva: Andare con la maggioranza uscente? Sposare la causa del cartello Pd – Udc – Socialisti uniti? O corroborare, assieme all’Mpa e a Fli, il gruppone civico che fa capo all’ex Lista per Cariati?
Le alleanze per conquistare Palazzo Venneri, a Cariati è quasi un imperativo liturgico, risentono, più che di naturali simbiosi ideologiche, di rancori personali mai sopiti, di vecchie e complesse ruggini, di spietati risentimenti.
In una parola, come dice chi s’intende di sociologia, saremmo dinanzi ad un familismo amorale, ove a svolgere il ruolo principale delle funzioni pubbliche non è la politica, ma la famiglia, intesa come nucleo “allargato” a parenti ed amici-
Sono le famiglie i grandi serbatoi di voti, e non le idee, le programmazioni di uno sviluppo sostenibile, l’accettazione di una società rispettosa delle regole e della legalità.
Sono le famiglie a “regolare” le alternanze del potere, a emulare il nepotismo, la politica dei pontefici del Rinascimento intesa a favorire, abusando della propria autorità ed indipendentemente dalle loro reali abilità e competenze, i parenti e determinando una concentrazione di poteri nelle mani della solita “discendenza” che ostacola, di fatto, il ricambio, non necessariamente generazionale.
Pdl ed Idv, in un’inedita quanto improbabile aspirazione fedifraga, si corteggiano a vicenda, senza che nessuno dei due riesca ad avere l’audacia di dichiararsi apertamente.
Dare inizio ad una relazione così complessa potrebbe essere pericoloso, a meno che, ciascuno per proprio conto, abiuri, con buona pace di Silvio e Tonino, vestendo i panni dell’apostata.
Discorso a parte merita l’Alleanza per l’Italia che, a quanto riferiscono le cronache, sembrano praticare la strategia dell’opossum, il furbo marsupiale il quale, fingendosi morto, sceglie la preda più appetibile e ne fa un sol boccone.
Ma forse tutto è più semplice di quanto appare perché, come dicevano i cinici greci, “anche una pozzanghera riflette la luce del sole”.


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