Amministrative 2011 – Il ballo del…..candidato e, con l’arrivo della primavera fiorisco e germogliano partiti, partitini e movimenti.


Ancora una volta escono allo scoperto in cerca di nomination vecchi cavalli, qualche ronzino e tanti, tanti brocchi



Cariati - La battuta è di Petrolini: “C’è sempre uno stupido che le inventa ed un cretino che le perfeziona”. Alludeva a certe trovate inconsuete o strabilianti.
Guardandosi attorno, almeno a Cariati, di codesti espedienti, per nostra incapacità a comprendere quel che sta succedendo nel marasma che anticipa le elezioni amministrative locali, se ne potrebbe fare un elenco lunghissimo.
Ci limitiamo, per sommessa carità di patria ed oggettivi limiti d’intelletto, ad osservare che, mentre nella casa del “Grande Fratello” al lunedì qualcuno abbandona le luci dei riflettori, nel pandemonio cariatese, al contrario, entra, ogni giorno, di tutto e di più ed, anzi, qualcuno, in corso d’opera, accantona improbabili divise, confezionate alla bisogna, per indossare i panni di più sostanziose composizioni.
Stiamo assistendo a “resurrezioni” in piena regola ed a clamorosi esempi di bilocazione, la miracolosa presenza, simultanea, della stessa persona in due o più luoghi diversi.
Dunque, a tre settimane dalla presentazione delle liste che concorreranno all’arrembaggio di Palazzo Venneri, lor signori pensano, e credono, di potere “donare” saggi programmi di governo, elaborati nell’arco di un paio d’ore, quando, dopo ignobili complicità, si addiverrà a cartelli fondati sull’unico principio ch’essi venerano: la suddivisione del fugace, provvidenziale potere, comodo solo a tutelare interessi personali.
Ma è tardi, troppo tardi, e la gente, quella comune ed onesta; quella che non riesce ad arrivare alla fine del mese; quella che lotta per far quadrare conti che non quadrano mai; quella costretta a campare alla “giornata”; quella che stacca un biglietto di sola andata e parte per luoghi lontani ed ostili; quella gente, presa come è da mille dolori, angosce e preoccupazioni, finge di non accorgersi dell’immorale marciume che si allarga a macchia d’olio. Ma comprende benissimo.
Ora i probabili candidati pensano di prepararsi alla campagna elettorale nel “segno dell’incontro con la gente” (ma con chi volete che si incontrino, coi lampioni?), ma nessuno, tranne la maggioranza uscente, esce allo scoperto e getta l’orrida maschera che nasconde certe reali intenzioni di cui tutti sospettavano ma che nessuno, quasi per una sorta di esorcismo, voleva accettare: il disegno è quello di raccogliere i cocci di una società politica allo sbando, ricomporli con il mastice dei comuni interessi privati e consumare, appassionatamente, il saccheggio della città.
Anzi, qualche apostata che fino a ieri aveva bollato la consiliatura di Filippo Giovanni Sero, come “la peggiore degli ultimi 50 anni”, pronuncia somma abiura, cambia casacca e s’intruppa.
Non c’è scandalo e di precedenti illustri è piena la storia: anche San Pietro rinnega Gesù. Ma solo tre volte.
Insomma, il commovente esercizio della rimpatriata è, in pratica, il primo esempio di omeopatia politica e se la pazienza è una forma ridotta di disperazione camuffata da virtù, i cariatesi stanno ormai perdendo la disposizione d’animo alla tolleranza: in agguato c’è la nausea, quella che produce indifferenza, partorisce rabbia e fomenta la diserzione delle urne.
Il “rinnovamento”, la “moralità”, il “rispetto” dei principi, il “recupero” dei valori etici, sono operazioni particolarmente complicate per chi questi ideali ha smarrito nel ginepraio insulso del profitto personale, ancorché d’immagine o di presunto prestigio: è come svuotare l’oceano con un cucchiaio.
E veniamo alla cronaca, scusandoci se riusciamo a riferire solo “voci”, magari prive di fondamento, ma sintomatiche di una situazione che, francamente, è da commedia buffa.
Partiti, partitini e movimenti stanno proliferando come funghi (ad oggi ne abbiamo contato ben 15) senza tuttavia sortire alcun accordo serio e di sostanza.
L’avversario da “battere” è il sindaco Sero e la sua coalizione (Psi, Api, Nuova Cariati e Progetto Cariati) che marcia spedita verso la formazione della lista e del programma amministrativo, senza tentennamenti.
Al di là della barricata c’è l’alleanza tra il Pd, l’Udc ed i Socialisti Uniti di Zavettieri (che proporrebbero Mario Sero candidato a sindaco).
Il terzo polo, a questo punto, dovrebbero essere formato da una miriade di gruppi l’un contro l’altro armati in cui regna una tale confusione che il solo tentativo di “capire” cosa stia realmente accadendo è esercizio arduo, ai limiti delle umane possibilità.
Il pomo della discordia sarebbe il “nome” dell’aspirante primo cittadino di cui ancora non si è tracciato alcun identikit.
“C’è tempo”, dicono gli interessati, sconvolgendo finanche la teoria sulla relatività di Einstein.
Il “tempo”, per i nostri gran politici, è solo un’astrazione filosofica, una categoria dello spirito, o quello delle effemeridi alla rovescia, basato non sul moto di rivoluzione della terra intorno al sole, ma sugli umori particolari degli aspiranti ad un seggio nel parlamentino di Palazzo Venneri.
C’è poco da stare allegri.



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