Appello al Presidente on Giuseppe Scopelliti da parte del coordinamento dei sindaci in difesa dell'ospedale di Cariati





Caro Presidente,
in occasione della presentazione dell’Atto aziendale dell’ASP di Cosenza e della convocazione della
Conferenza dei Sindaci, anche nella Tua qualità di Commissario Straordinario, Ti rivolgiamo il
nostro accorato appello affinché tu riapra il confronto con le istituzioni locali e con le comunità
territoriali sul Piano di Rientro dal debito sanitario regionale. E’ ormai evidente a tutti – per gli
allarmanti effetti dei primi provvedimenti applicativi – come tale Piano, così come ogni
conseguente e coerente ipotetico Atto Aziendale che da esso dovesse prendere luogo,
prevedendo la soppressione dell’Ospedale di Cariati, costituiscano, in via formale ed in via di fatto,
un’inaccettabile lesione del diritto alla tutela della salute dei cittadini del vastissimo e complesso
territorio che si pone tra il Basso Jonio cosentino e l’Alto crotonese. Già il forte ridimensionamento
del “Vittorio Cosentino” perpetrato attraverso il continuo depauperamento di professionalità e di
mezzi e la repentina chiusura di reparti che hanno storicamente prodotto ottima sanità, ponendosi
– per quantità e qualità di prestazioni – ai primissimi posti nella regione, ha ingenerato una
pressione insostenibile sul P.S. e sull’Ospedale di Rossano, tanto che è ormai prassi per i cittadini
utenti che si rivolgono a quella struttura subire lunghe ed estenuanti ore di attesa per essere poi
trasportati verso altri ospedali lontani, spesso fuori regione, con notevoli disagi e, di frequente,
con esiti nefasti. D’altronde che il Piano di Rientro non rispetti i Livelli Essenziali di Assistenza lo ha
certificato lo stesso “tavolo Massicci”. Se – ciò nonostante – se ne dovesse portare a termine il
percorso applicativo assisteremmo, piuttosto che alla riorganizzazione della rete ospedaliera
regionale, - e alla razionalizzazione della spesa sanitaria - alla sua destrutturazione in danno di
territori già penalizzati dalla loro marginalità geografica e infrastrutturale. Riteniamo, invece, caro
Presidente, che vi siano tutti i presupposti – politici e legali – per interrompere un percorso viziato
in origine dalla mancanza di ogni riferimento contabile certo e del pur minimo nesso con le reali
condizioni dei territori. Del resto Tu stesso hai in ogni occasione affermato che questo Piano di
rientro lo hai “ereditato” da chi Ti ha preceduto, il quale – per il vero – lo ha, a sua volta, in ogni
occasione disconosciuto! Caro Presidente, non vogliamo morire dell’ennesimo paradosso pseudo
emergenziale calabrese; non vogliamo che il futuro del diritto alla tutela della salute dei calabresi
perisca per un atto che si è rinviato per anni nell’ignavia generale, è stato raffazzonato in fretta e
furia sotto la pressione di varie e surreali commissioni per divenire, infine, mestamente e
tragicamente, “figlio di nessuno”. Nonostante le dure contrapposizioni del passato, come
amministratori e cittadini calabresi, intuiamo in te una reale volontà di cambiamento e di
progresso per la nostra Regione ma siamo, altresì, convinti che il Piano di rientro così come è oggi
provocherà piuttosto un arretramento sul campo dei diritti dei calabresi e accrescerà la spesa
sanitaria per l’aumento della c.d. emigrazione sanitaria. Ci sono tutte le condizioni affinché Tu, nel
ruolo di Commissario straordinario ma, ancor prima, investito dell’autorità che Ti deriva dal
mandato democratico affidatoti dai calabresi, possa riavviare il confronto con le comunità
territoriali e con i loro rappresentanti, investiti di pari autorità democratica. Soltanto così – in un
contesto di riacquistata serenità -, attraverso la verifica seria dei reali bisogni dei territori, con un
assunzione di responsabilità istituzionale a tutti i livelli, si potranno conseguire – come è
nell’auspicio di tutti noi – un’equa riorganizzazione della rete ospedaliera e sanitaria in generale e,
nel contempo, la necessaria e improcrastinabile riduzione della spesa sanitaria regionale. In questo
contesto, sulla scorta dei dati oggettivi, delle peculiarità territoriali in termini di estensione, di
morfologia e di infrastrutture di collegamento, di presenza antropica, di rilevamento della
domanda di prestazioni ospedaliere e sanitarie in genere e non per l’esercizio di uno sterile
sentimento campanilistico, si giustifica pienamente per il “Vittorio Cosentino” un futuro di
ospedale ad orientamento medico-riabilitativo, di supporto ad un P.S. di assoluta necessità su un
tratto della SS 106 flagellato da un’altissima incidentalità. Soprattutto per i lunghi anni che ancora
ci separano dalla realizzazione e dall’avvio a regime del c.d. “nuovo ospedale della Sibaritide”. La
scelta contraria, contenuta nel Piano di rientro, produce invece un vero e proprio deserto in
termini di assenza di strutture ospedaliere in un vastissimo territorio delimitato dalla fascia
costiera tra Crotone e Rossano e dal relativo vasto e articolato entroterra montano. Siamo certi,
caro Presidente, che non Ti fa difetto la sensibilità democratica ed istituzionale per raccogliere
questo nostro appello e per trarne le più opportune conseguenze.
Cordialmente.
I sindaci, il Comitato civico pro ospedale, le amministrazioni comunali e le comunità di Cariati,
Calopezzati, Caloveto, Cropalati, Campana, Cirò Marina, Crucoli, Crosia, Mandatoriccio, Paludi,
Pietrapaola, Scala Coeli, Terravecchia e Umbriatico

x