Il Calandrino cariatese è stato lasciato solo alla deriva sull’orlo di una crisi di nervi? No, ha solo paura del suo futuro




"I ciucci si scerrano e i varrili si rumpunu" (gli asini si litigano e i barili si rompono!), mentre Pantalone paga!


Cariati - Il vecchio proverbio Cariatese si addice perfettamente all’attuale drammatica situazione politico-amministrativa di Cariati. Non passa giorno, infatti, che la arricchita compagnia de “ i pupari” di palazzo Venneri non inventi la classica sceneggiata per eludere la crisi (economica, politica e morale), non più tollerabile, che angoscia la Città. Il Sindaco, incapace di fronteggiare la situazione, minaccia di voler uscire di scena e cerca con le sue alchimie e le sue finzioni di scaricare su alcuni uomini della sua band il fallimento del suo progetto politico ( ammesso che ne abbia avuto mai uno!).
Il Capocomico cittadino, nei panni del “distrattore”, si sforza da alcuni giorni di FAR PARLARE D’ALTRO in modo che i cittadini non si rendano conto dei PROBLEMI VERI che tormentano Cariati, da ormai sei lunghi anni.
In una crisi durissima come quella che stiamo attraversando non è tempo né di bizantinismi né di regolamenti di conti, ma di scelte politiche rapide e responsabili, che devono essere attuate grazie a un progetto che aiuti tutte le realtà produttive (cioè quelle che danno posti di lavoro) ad affrontare la crisi.
La politica deve fare i conti con le contingenze, e la realtà che viviamo oggi è contrassegnata dalla crisi. Una pericolosa recessione che coinvolge in primis gli enti locali, forse il Sindaco non si è accorto di nulla, si combatte con decisioni sicuramente condivise e trasparenti, da prendere nei tempi giusti: in un ospedale da campo se c’è da fare un’operazione urgente non si perde tempo con analisi e controanalisi, si interviene e basta! Un’Amministrazione, l’unica in Calabria e in Italia, i cui consigli comunali vengono convocati perché ordinati dal Prefetto è da cacciare senza indugio. Le liti da pollaio che coinvolgono il Sindaco e il suo stantio comitato d’affari, hanno l’unico scopo di distrarre l’opinione pubblica dai problemi che stanno divorando la comunità e nel contempo si vogliono additare ai creditori ( riconosciuti e non ) i goffi assessori responsabili della caduta dell’amministrazione.
Il messaggio che il primo cittadino invia ai tanti creditori è, difatti, facilmente comprensibile: chi vanta crediti dal Comune perseguiti e persegua, per i mancati pagamenti quelli che non mi consentono di governare. Una trovata, a dire il vero poco felice, che fa abboccare solo qualche pollo. La gente di Cariati non ne può più di questo misero teatrino e manifesta inquietudine e rabbia per le frequenti furbate della band Calandrino, messe in scena al solo fine di tirare a campare. Questo Signore, dice la stragrande maggioranza dei Cariatesi, si è voluto ricandidare con caparbietà, ha scelto la squadra per vincere le elezioni, è diventato , senza merito alcuno, Sindaco, cosa vuole ancora! Perché sino ad ieri si atteggiava a uomo forte alla guida di una “maggioranza granitica e coesa” ed oggi, miseramente piagnucolando, fa sentire il suo ruggito da coniglio?
Nel Paese la gente dice che qualcuno gli ha spiegato in maniera scolastica la gravissima situazione finanziaria dell’Ente ed il Sindaco da quel momento non dorme più sonni tranquilli.
 Ha paura di dover mettere le mani nelle proprie tasche per pagare i tanti debiti contratti in nome e per conto dell’Ente;
 Ha paura di dover far ricorso ai suoi conti in banca e al suo patrimonio per fronteggiare il dissesto finanziario da lui e dai suoi uomini causato;
 Ha paura di se stesso per totale mancanza di autostima: sa che Cariati è finita nel baratro per la sua palese insipienza politica;
 Ha paura della solitudine dell’amministratore, una terribile sindrome che colpisce chi attorniato da voraci cortigiani rimane solo, nelle stanze del potere, appena il dio quattrino non gira più;
Un uomo, quindi il nostro, lasciato solo alla deriva sull’orlo di una crisi di nervi? Un personaggio da fine impero che cerca una via di fuga? Un pusillanime senza attributi che ha paura di tutto e di tutti e vede in chiunque un terribile nemico? Un pentito per i suoi gravissimi guasti arrecati alla comunità? “Ai posteri l’ardua sentenza”, NO! Per i cittadini di Cariati, che dovranno pagare con lacrime e sangue i milioni di euro sperperati dalla banda del buco, chi fugge, lasciando ai Cariatesi una montagna di debiti va perseguito nelle sedi opportune. Salvati e Celeste, prediletti assessori del Sindaco sino a pochi giorni addietro, sicuramente maldestri nel proprio ruolo, come tutti gli altri colleghi del resto, sono degni compari di merenda ed hanno tutti le stesse responsabilità.
Sicuramente Costui uscirà, presto, di scena e sarà ricordato come il peggiore degli amministratori di Cariati. Questo è il triste primato che porterà con macabro orgoglio a casa. La parte della vittima, però, non si addice a chi ha fallito pure nel ruolo di incantatore di serpenti. La storia del nostro paese, per come ha gestito la cosa pubblica, paragonerà il primo cittadino di certo a Francesco Calandrino, il noto protagonista di alcune novelle del Decamerone, un personaggio tonto e semplicione, puntualmente dileggiato dagli amici-compari Bruno e Buffalmacco.
Suvvia, ammetta il Sindaco, pubblicamente, di avere fallito la sua mission! Non abbia paura, liberi Cariati dai tanti Buffalmacco che la distruggono. Se ne vada per davvero, qualche lavoretto a casa o in campagna, probabilmente, glielo lasceranno fare.

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