Antonio Iemboli (52anni), muore in piscina dopo aver festeggiato il matrimonio della nipote. Congestione? Infarto? Indagano i carabinieri




CALOPEZZATI – Morire in piscina, dopo aver festeggiato il matrimonio della propria nipote, deve essere stato atroce per Antonio Iemboli, 52 anni, allevatore ed agricoltore, residente a Cariati ma legato indissolubilmente a Scala Coeli, il suo paese natale ove si recava sempre e ove vivono i suoi affetti più cari.
Antonio è alla cerimonia nuziale assieme a parenti ed amici, tutti di Scala Coeli.
Si sposa la figlia della sorella ed il luogo scelto per la cena sono le notissime sale ricevimento dell’Hotel Kala Kretosa, da queste parti il top dell’eleganza e della serietà professionale.
Nella notte fra mercoledì e giovedì, mentre qualche invitato comincia ad accommiatarsi, Antonio, con altri amici, decide di omaggiare lo straordinario eventp con un bagno in piscina.
La notte è calda; gli amici si liberano del vestito della festa e si tuffano.
Per Antonio la morte sopraggiunge all’improvviso.
Annaspa; gli amici si accorgono che qualcosa non va, ma non c’è niente da fare quando lo trascinano a bordo piscina.
Giungono gli inutili soccorsi ed i carabinieri che avviano immediatamente le prime, sommarie, indagini.
Ma c’è poco da indagare e solo l’esame autoptico diposto dal magistrato di turno accerterà le vere cause del decesso.
Una congestione? Un arresto cardiaco?
Cert è che la scomparsa di Antonio, un uomo per bene e solare, ha lasciato sbigottiti quanti, e sono tanti, lo conoscevano a Scala Coeli e Cariati.
Gran sportivo (giocava a calcio ogni sabato nel campetto di San Morello) ed appassionato cacciatore, Antonio aveva sempre la battuta pronta e ad ognuno regalava un sorriso.
Era, come si dice, uno di compagnia.
Gli amici riferiscono che, forse, stava poco bene già fin dal pomeriggio: “Ho scherzato come sempre con lui – riferisce uno di loro – ma mi è parso diverso dal solito, quasi assente”.
“Non si può morire così – commenta un altro amico – all’improvviso. È un’atroce beffa del destino”.
Quella che doveva essere una festa si è trasformata in una tragedia incredibilmente dolorosa.
Noi, che avemmo la fortuna d’incrociare il cammino terreno di Antonio, scriviamo queste note con profonda angoscia.
Adesso, Antonio, ti sia lieve la terra.

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