CRISI - Salvati conferma le dimissioni a passa alcontrattacco: “Non voglio rendermi moralmente partecipe di una maggioranza che ha portato Cariati alla rovina”





CARIATI – Burrascosa riunione dei partiti che compongono la maggioranza consiliare a Palazzo Venneri, sede della municipalità.
Nell’incontro, tenuto appositamente per discutere delle clamorose dimissioni dell’assessore Sergio Salvati (in quota socialista), ed occorso in un periodo non propriamente felice per il sindaco G. F. Sero ed il suo esecutivo: oltre alle dimissioni dai Salvati, il caso SOGEFIL, i sigilli al cantiere di Palazzo Chiriaci, la montagna di deviti che aumenta sempre di più, il pericolo che gli spipendi degli impiegati che non vengono pagati, i servizi che scarseggiano e sono inefficientii.
Il dimissionario Salvati, secondo quanto è trapelato, avrebbe spiegato le cause che hanno determinato il suo volontario allontanamento dalla giunta civica.
Sarebbero imputabili al non coinvolgimento dei partiti nell’azione amministrativa.
Circostanza che avrebbe provocato nel Salvati una sorta di “claustrofobia” politica, invalidando, di fatto, il suo impegno.
Senza contare il fatto che tra egli e l’apparato burocratico comunale non correva buon sangue.
Ma c’è di più, perché Sergio Salvati, lapidario, avrebbe, più o meno, così sintetizzato il suo pensiero: “Mi sono dimesso perché non voglio rendermi moralmente partecipe di una maggioranza che conducendo Cariati alla rovina”.
Un’osservazione, questa molto dura e ammonitoria, che riportiamo col beneficio d’inventario.
Il sindaco, sempre secondo le nostre informazioni, avrebbe annunciato la sua intenzione di “congelare” provvisoriamente le deleghe a suo tempo assegnate agli assessori fino all’approvazione del bilancio prevista per fine mese.
Si tratterebbe di un’operazione necessaria per non bloccare l’attività di governo.
Dopo quella data (31 ottobre) sarebbe previsto un rimpasto di giunta a meno che, ipotesi tutt’altro che peregrina, il Salvati non ritiri le sue dimissioni.
Bufera, dunque, che non ha colto impreparato il consigliere comunale ed assessore provinciale Leonardo Trento, colui che ha voluto questo esecutivo, quello che dirige tutte le operazioni amministrative di “carico e scarico”, il vero responsabile, politico, di questa amministrazione, colui che ha permesso che succedesso tutto senza mai intervenire con fermezza, ilsomma, il vero e solo “guru” della politica amministrativa nostrana.
Il Trento, che riveste il ruolo di “parafulmine” ogni qualvolta i venti di crisi spirano sul Palazzo, sarebbe stato perentorio, chiaro e diretto e avrebbe dettato la sua ricetta, inserita in un crono programma dettagliato e rigidissimo: riorganizzazione degli uffici comunali con relativa defenestrazione di almeno un paio di dirigenti si parla dell’ufficio tecnico e delLA ragioneria); accorpamento delle aree e verifica periodica e costante dell’attuazione del programma.
Così è, se vi pare. Altrimenti tutti a casa. Parola di Leonardo Trento.
Intanto, altri venti spirano sul Palazzo, sembrerebbe che la Magistratura abbia già fatto partire le prime “avvisaglie” per il caso Palazzo Chiriaci.


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