Quando si tratta di “arraffare” euro, il Palazzo non quarda in faccia nessuno nemmeno il Ministero degli Interni


Il dipendente comunale è in pensione, ma al Ministero degli interni nessuno lo comunica










CARIATI – Lui, A.P., dipendente del Comune di Cariati, quattro anni fa, dopo una vita di lavoro, và finalmente in pensione, ma il Ministero dell’Interno, che nessuno avvisa del collocamento a riposo del lavoratore, continua ad inviare lo stesso il suo stipendio.
Nessuno, pare, se ne accorge.
Ma dopo 48 mensilità qualcosa si rompe nell’ingranaggio: quattro conti ed ecco che da Roma chiedono a Palazzo Venneri (la sede della municipalità cariatese) la restituzione di quanto “erroneemente” incassato.
Si tratta di 93.032,82 Euro, corrispondenti, appunto, a quattro anni di stipendio.
La vicenda sembra partorita dalla penna di Pirandello, tanto è “singolare e sintomatica – dicono le opposizioni – di una leggerezza incredibile nell’amministrare la cosa pubblica che si ripercuote sulla vita quotidiana dei cittadini”.
Abbiamo cercato di ricostruire i fatti, insistendo nello specificare, qualora fossimo stati poco chiari, che il pensionato è totalmente estraneo alla vicenda, atteso che ha percepito, e continua a percepire, esclusivamente l’assegno mensile dell’Inpdap, l’istituto nazionale di previdenza per i dipendenti dell'amministrazione pubblica.
Dunque, alla fine degli anni ’80 il limitrofo Comune di Terravecchia dichiara (è il primo in Italia) il dissesto.
In quella fase viene rivista anche la pianta organica che risulta essere superiore rispetto al numero degli abitanti.
I lavoratori in soprannumero sono collocati in mobilità ed assorbiti da Enti analoghi sotto organico di personale.
Al Comune di Cariati sono disponibili 4 posti, e così altrettanti impiegati in forza al municipio di Terravecchia passano alle dipendenze dell’Ente cariatese.
Dipendenti in tutto e per tutto, tranne che per lo stipendio che non è corrisposto dal Comune di Cariati ma dal citato Ministero il quale, in ordine alla normativa sull’accertato stato di dissesto finanziario, s’impegna a versare le spettanze ai lavoratori in mobilità sino al loro collocamento in pensione.
“Ma qualcuno – lamentano i consiglieri di opposizione (Cosentino, Critelli, Greco e Sero) dimentica di avvisare il Ministero che un lavoratore da questi retribuito è felicemente transitato nella categoria dei pensionati. E dalla capitale continua ad affluire il denaro (poco rispetto alla mole di quattrini di cui non si ha traccia) che alla fine forma un vero e proprio tesoretto”.
Ma se è vero che qualche funzionario comunale possa essere stato poco solerte, è anche vero che lassù, nei labirinti ministeriali, qualcun altro è caduto letteralmente in letargo se son dovuti passare quattro anni prima di accorgersi del pasticcio.
Un pastrocchio che ora tocca al Comune di Cariati risolvere nel solo modo che si conosce: restituendo per intero la cifra non dovuta.
Un’altra tegola che, in tempi di vacche magre, allarga la voragine dei debiti contratti dai signori amministratori scelti democraticamente dal popolo sovrano.
Siamo certi che il sindaco nei prossimi giorni ci dirà a cosa sono serviti i93.032,82 Euro, così come siamo certi che ci dirà che fine hanno fatto i soldi della SOGEFIL


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