Sergio Salvati protesta e contesta la “sua” maggioranza : “Nessuno mi ha avvisato del rinvio. Per andare avanti non servono scelte assunte da pochi e calate dall’alto”




CARIATI – L’assise civica che si sarebbe dovuto riunire ieri mattina, convocato in sessione straordinaria ed urgente dal presidente del consiglio comunale Cataldo Minò, è “saltata” perché la maggioranza e 3 consiglieri di opposizione non si sono presentati nella sala consiliare di Palazzo Venneri.
La diserzione era nell’aria, a sentire i bene informati, giacché, attesa la premura, si sarebbe dovuto discutere di questioni delicatissime per la collettività.
All’ordine del giorno vi erano, infatti, argomenti attinenti in massima parte al bilancio civico; alla faccenda, controversa, del sequestro giudiziario di Palazzo Chiriaci e, da ultimo, punto aggiunto alla vigilia di Natale, l’esatta interpretazione dello statuto comunale.
Cosa abbia mai spinto alla defezione di massa non è chiaro. O forse lo è troppo.
Fatto sta che ieri mattina, nella casa comunale di Piazza Friozzi, scrive in una nota stampa il consigliere comunale di maggioranza, e già assessore, il socialista Sergio Salvati, “eravamo presenti solo io e Filomena Greco (consigliere di minoranza, ndc). Con enorme stupore, dunque, ho dovuto constatare che il resto della maggioranza aveva deciso di disertare l’odierna seduta. Lungi dal considerare tale decisione illegittima ed immotivata, tuttavia, la stessa è stata assunta a mia insaputa, pur facendo io parte della maggioranza. Correttezza di gruppo consiliare e, prima ancora politica, avrebbe voluto che fossi preavvertito di quanto deciso”.
Il Salvati, che dall’epoca delle sue clamorose dimissioni da assessore sembra avere assunto una posizione contrapposta e profondamente critica nei confronti della sua ex parte politica, rammenta: “Del resto, in due precedenti occasioni, in cui non ho potuto presenziare all’assise per giustificati motivi, ho sempre comunicato preventivamente nelle riunioni di maggioranza il mio legittimo impedimento. Mi sarei aspettato, perciò, dal sindaco (Filippo Giovanni Sero, ndc) e dal resto del gruppo consiliare lo stesso garbo nei miei confronti”.
Una delicatezza che non c’è stata e che, tuttavia, consente al Salvati di tralasciare “ogni considerazione sul comportamento del presidente del consiglio comunale (Cataldo Minò, ndc) il quale, in ogni caso, avrebbe dovuto presenziare, anche solo per provvedere al preliminare rinvio della seduta, dimostrando così di essere veramente un organo istituzionale “super partes” e non solo un membro della maggioranza”.
Salvati si scusa “con il pubblico presente in aula, che ha atteso invano per più di un’ora, senza poter assistere alla celebrazione del consiglio e che, quantomeno, doveva essere informato per tempo della decisione assunta”.
L’ex assessore, da “spietato” garantista, considera “lo sgradevole episodio come un fatto isolato e ormai superato, senza alcuno strascico polemico, e con l’auspicio che simili comportamenti non si verifichino più in futuro, anche perché, in un momento così difficile per il nostro Comune, ritengo sia necessario il coinvolgimento ed il fattivo apporto di tutti, ed in primis dei consiglieri comunali per poter affrontare e risolvere i tanti e spinosi problemi che attanagliano l’Ente e la nostra cittadina, convinto come sono che non servono scelte assunte da pochi e calate dall’alto”.
Insomma, gli equilibri politici e di partito che reggono le sorti di Cariati sono in bilico da diverso tempo, tanto da aver lacerato i rapporti tra gli stessi membri della stessa maggioranza che reggono l’esecutivo guidato da Filippo Giovanni Sero.
Da ultimo, gli strappi si erano in un certo qual modo ricuciti con la “distribuzione” a pioggia di incarichi istituzionali, tanto che, caso forse unico in Italia, nella maggioranza del consiglio comunale di Cariati non c’è alcun membro che non ricopra ruoli di gestione, a parte, ovviamente il transfuga Salvati ed il consigliere Domenico Strafaci, “desaparecido” fin dalla prima adunanza risalente al maggio del 2011.


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