L'omaggio di Alfonso Cosentino al direttore e amico Leonardo Rizzo




A Maria,Finesia, Tiziana e. Viviana

Care,
i lutti sono sempre tristi ma la morte di Leonardo colpisce nel profondo la mente e l’ animo.
La pietra di sale che gli ho regalato forse quattro anni fa, all’ indomani della vittoria sul suo male, l’ha protetto per troppo poco tempo.
Col sale, compiacendomi che aveva superato il suo infarto, avevo cercato di esorcizzare il rischio a cui era purtroppo esposto.
Ad ogni intervista, ad ogni mia visita, in radio, entrambi accarezzavamo quel sale, non per scaramanzia, ma come gesto simile ed unificante, a conferma della nostra amicizia e dell’ essere entrambi uomini liberi ed impegnati, in un paese a cui tanto abbiamo dato, in ruoli e con modi diversi, ma dove il lavoro, i sacrifici, le sofferenze, la passione, vera e non di facciata, spesso vengono vinti dall’ ipocrisia, dall’ invidia e dalla mediocrità.
Leonardo ha accompagnato tutti qui a Cariati ed in questo territorio, dando voce ad ogni iniziativa,con la voglia di comunicare, col suo carattere e talvolta la sua faziosità che lo distingueva quale espressione della passione che metteva in ogni sua posizione e che in me aveva lo strano effetto di legarmi a lui, nel mio intimo, sempre di più.
In lui non ho mai visto gli aspetti esteriori, che in ciascuno più appaiono, bensì quello che riuscivo a scrutare nel suo animo e nella sua mente e la nostra amicizia cresceva.
Ho perso un amico vero che mi cercava e voleva sentire quando i giorni del nostro silenzio si allungavano, ed era lui che mi chiamava , con la scusa di una notizia o per invito ad un intervista che troppe volte ho rinviato ed ora rimpiango perché non ci potranno più essere.
Quante critiche di lui ho sentito, ma di gente che non lo ha mai capito fino in fondo,né poteva capirlo e quanti opportuni ed interessati amici lo hanno accarezzato, lui a tutti dava la sua professione con slancio e trasporto, dimentico delle ricevute altrui manchevolezze ed umane debolezze, solo attento all’ obiettivo nobile della sua notizia o della lotta del momento.
Un combattente come nessun altro per il suo paese, non ho mai valutato la giustezza delle sue battaglie, ma ho sempre appezzato il suo coraggio, la sua determinazione, l’ entusiasmo profuso anche quando viaggiava in solitudine.
Ricordo come fosse oggi quel gennaio 1987, lasciata mia moglie in sala travaglio, venni qui alla radio per concordare la sua elezione a sindaco, con l’ appoggio del mio partito, ancora oggi mi comporta i rimbrotti di Franca che, al ritorno in ospedale, trovai Carlotta già nata.
Non mi sono mai sottratto alle sue interviste, nemmeno nei momenti di maggiore tensione, quando avversari nelle contese politiche ma sempre amici e lui, ridendo, mi portava continuamente ad esempio quando qualcuno si rifiutava di andare in radio sentendolo avversario.
Non passava estate senza una trasmissione dal Vascellero con ospiti di rilievo, sin dal primo anno, col povero Beppe Viola, nel 1982.
Da li inizio il nostro percorso, insieme, che è arrivato al capolinea anzitempo, proprio ora in un momento, il più buio di Cariati, che come mai abbisogna di chi potesse scuotere le coscienze come solo il mio Amico Leonardo sapeva fare, perché lui era sì un giornalista ma a Cariati, con la sua passione e la sua faziosità buona, era lo scuotitore di coscienze che non c’è più.

Cariati 5-1-13


Alfonso Cosentino

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