CARIATI: ANCORA UNA VOLTA FESTA “GRANDE” IN ONORE DI SAN CATALDO




di Maria Scorpiniti

Una moltitudine di fedeli e pellegrini, giunti anche da fuori, ha preso parte anche quest’anno ai tradizionali festeggiamenti in onore di San Cataldo, compatrono e protettore della cittadina jonica. È, questo, forse l'appuntamento più importante e partecipato della vita religiosa del popolo cariatese che il 9 e il 10 maggio, rinnova la sua devozione verso il Santo dei miracoli, così come viene definito il vescovo irlandese vissuto nel VII secolo. La messa del giorno della festa è stata resa ancora più solenne in quanto a presiederla è stato monsignor Luigi Renzo, vescovo di Mileto-Nicotera-Tropea, per molti anni sacerdote e vicario episcopale della diocesi di Rossano-Cariati e amico della comunità cariatese, ma anche per la presenza degli altri concelebranti: il parroco della Cattedrale don Angelo Pisani, don Mosè Cariati, don Giuseppe Cersosimo, don Rocco Grillo, don Andrè Klo Lassana, don Agostino De Natale, don Rocco Grillo e il diacono Alfredo Pennino. La funzione è stata animata dal coro diretto da Suor Pierina De Bartolo. “Questa festa cade esattamente a metà dell’anno della fede proclamato da Benedetto XVI – ha affermato il presule – e in questo momento solenne per Cariati San Cataldo, un santo di grosso calibro, invita a non lasciarsi ingannare da dottrine diverse e a mettere il Signore al centro della propria vita, rendendolo visibile con una testimonianza autentica”. Monsignor Renzo ha poi percorso, attraverso una dettagliata biografia dell’abate di Lismore, le tappe del cammino di fede del taumaturgo e, in riferimento al suo insegnamento, ancora attualissimo, ha precisato come bisogna orientare la propria esistenza. “La preghiera del cuore - ha detto - l’ascolto della Parola di Dio, che per i cristiani include anche la conoscenza del catechismo, la pratica religiosa, costituiscono oggi per il credente una sfida, che presuppone impegno”. Subito dopo la messa e la benedizione dei numerosi bambini vestiti alla foggia del santo, ha avuto inizio la processione con la sacra effigie, adornata con gigli e rose, i fiori di san Cataldo, preceduta dalla banda musicale di Cariati del maestro Cirigliano. Secondo un rituale suggestivo, pervenuto quasi intatto dal passato, la statua viene portata dalla chiesa sul punto più panoramico della cinta muraria per la benedizione alla città e, dopo alcuni minuti di raccoglimento, tra la commozione generale, lo scoppio dei mortaretti e applausi fragorosi. Quindi la discesa verso il santuario, costeggiando il mare calmo e azzurrissimo. Il momento dell’arrivo al santuario costituisce sempre un’esperienza di incontro e di aggregazione collettiva, oltre che religiosa, che si svolge nell’ampio piazzale. Per quanti sono riusciti ad entrare nella cappella, la messa è stata officiata da don Andrè Klo Lassana, parroco di Terravecchia. Nell’area circostante, si è svolto l’“incanto” la vendita all’asta di animali offerti per i festeggiamenti che quest’anno sono stati coordinati, nella parte civile, da Aldo Fortino e da un gruppo di giovani. La serata del 9 maggio, in piazza Plebiscito, ha visto l’intrattenimento musicale di artisti vari e l’esibizione delle scuole di ballo; il giorno successivo grande successo di Cataldo Perri in concerto con lo Squintetto e gli Agorà.

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