Primo raduno in ricordo delle vittime della strada




Nell’ambito del gemellaggio tra l’A.N.C. di Cariati e quella di Domodossola si è tenuto, nella Cattedrale di Cariati, il 1^ Raduno Regionale A.N.C., in ricordo delle “Vittime della Strada". Il Presidente dell’Associazione Nazionale Carabinieri “Alfio Ragazzi” di Cariati, Cataldo Santoro, nel suo breve intervento ha precisato che “il tema odierno è particolarmente caro all’A.N.C., non soltanto perché ogni giorno numerose vite sono spezzate sulle strade, ma perché il personale dell’Arma, delle forze Armate e dei corpi di Polizia presta servizio su quelle stesse strade, dove accadono le stragi, cercando di garantirne la sicurezza”. “L'obiettivo, nobile e arduo, ha concluso Santoro, è quello di educare e sensibilizzare la società civile, ed in particolar modo le giovani generazioni, verso problematiche e temi delicati, quali la circolazione stradale ed il corretto utilizzo dei mezzi di trasporto, oltre al rispetto delle regole, con la consapevolezza che gli eventi tragici, che spesso derivano da una circolazione non conforme alle norme prescritte, possono essere evitati e numerose vite salvate”. Il Sindaco di Cariati, Giovanni Filippo Sero, non si è soffermato al solo saluto, ma ha voluto rilevare lo stato di abbandono in cui versano le vie di comunicazioni di questo territorio. “La ferrovia, ha detto Sero, è in totale abbandono, la statale 106 è obsoleta e non riesce a sopportare la mole di traffico di una strada di grande comunicazione che collega Calabria, Basilicata e Puglia, con un percorso pieno di insidie, con conseguenti morti giornalieri. “Il libro di Fabio Pugliese, ha continuato il Sindaco, è significativo rispetto al problema sul quale siamo chiamati a riflettere, perché i cittadini della 106 Jonica, che si sono lasciati vincere dal dramma di queste morti, non possono continuare a subire una strada che miete tante vittime ogni anno”. Il primo cittadino ha, poi, concluso affermando che “ci sono diversi livelli di responsabilità e di colpa che partono da quello comunale fino ad arrivare a quello nazionale, per cui queste manifestazioni devono servire a sensibilizzare l’opinione pubblica a prendere coscienza della gravità del problema”. E’ pure intervenuto Renato Loria, Direttore sportivo del Moto Club Rossano, formatore di educazione stradale della Federazione Motociclistica Italiana e Istruttore di guida motociclistica, il quale ha ricordato che la sua federazione organizza dei corsi di educazione stradale nelle scuole, per permettere agli alunni di conseguire il patentino per la conduzione del “cinquantino”. Nel suo intervento, l’Assessore ai trasporti della Provincia di Cosenza, il Dott. Giovanni Forciniti, ha evidenziato che “le cause di morte per incidenti stradali sono riconducibili a fattori umani, quali: il consumo di alcol, di droghe, l’uso di cellulari e le distrazioni, per cui è importante iniziare un lavoro di prevenzione e di educazione stradale, proprio nelle scuole primarie”. L’Avv. Dora Mauro, Presidente A.I.G.A. (Associazione Italiana Giovani Avvocati) di Rossano, “ha invitato le autorità preposte ad intensificare gli sforzi per riuscire a mettere in sicurezza la statale 106”. Il Capitano Gianfranco Aricò, Ispettore A.N.C. Regione Calabria, ha voluto sottolineare che “le responsabilità delle morti del sabato sera sono da ricercare nel proprio nucleo familiare, perché i genitori, purtroppo, non dialogano più con i propri figli, per cui bisogna stare più vicino ai giovani, specie quelli che hanno perso i punti di riferimento. Fabio Pugliese, autore del libro “Chi è stato?”, un racconto-inchiesta sulla strada statale 106 Ionica calabrese, ha confermato che “la 106 è una strada insicura e pericolosissima, dimenticata dallo Stato, con un percorso pieno di insidie, perché presenta spesso una sola carreggiata a due corsie per senso di marcia e si snoda all’interno di numerosi centri abitati, tra cui quello di Cariati. A causa dei ripetuti incidenti automobilistici che si verificano quasi quotidianamente, la Statale 106 jonica è stata sinistramente soprannominata la «strada della morte»”. “L’unico Stato presente, ha terminato Pugliese, è rappresentato dai Carabinieri e dai Poliziotti, i quali sono sempre pronti sulle strade per fare prevenzione ed aiutare chi ne ha bisogno”. Il Capitano Francesco Panebianco, Comandante la Compagnia dei Carabinieri di Rossano, ha detto che “la colpa è di tutti: da quelli che non mettono in sicurezza la strada a quelli che la utilizzano senza rispettare le regole del Codice della Strada” . Ha chiuso i lavori il Prof. Antonio Trento, padre di Giuseppe, morto sulla statale 106 nel centro di Cariati, il quale ha affermato, tra l’altro, che “nonostante il grido di dolore di vittime e familiari, sulle strade si continua a morire per una lunga serie di motivi. Pensando a questo momento ci siamo interrogati su che cosa si potesse fare per dare un contributo – anche piccolissimo – a fermare questa strage continua, oltre che parlarne o elencare gli impietosi dati delle statistiche, ma soprattutto che cosa possiamo fare noi, cosa posso fare io”. “Si, perché, ha continuato Trento, l’unica certezza in questo Paese ormai è affidata alla sensibilità personale di ciascuno. L’impegno dello Stato, delle istituzioni e della giustizia appare insignificante, rispetto alla dimensione del problema, poco convincente e spesso di una lungaggine estenuante, omissiva, inefficace, che finisce col rendere risibili i comportamenti delle persone perbene e premiare - di fatto – quelli che dovrebbe condannare”. Il papà di Giuseppe conclude con un interrogativo “ma allora cosa possiamo fare? Dobbiamo fare in modo che ognuno, ad ogni livello, svolga bene il suo ruolo. Non basta fare il “minimo indispensabile”, (menando vanto di avere un posto “dove non faccio niente!”) ma quello che vorremmo fosse fatto per noi o per le persone cui teniamo di più. Fare bene il bene, questo il vero senso del servizio pubblico”.
Ignazio Russo.


x