Pesca illegale: sequestrati 250 chili di bianchetto


43 cassette di novellame individuate dalla Guardia costiera in un furgone sulla 106



Dopo l’operazione complessa denominata “Rostrum”, che ha visto impegnata nel mese di marzo la Guardia Costiera, coordinata dalla Direzione Marittima di Reggio Calabria, nel compartimento marittimo di Corigliano Calabro proseguono i controlli e l’attività di vigilanza per la prevenzione e la repressione delle forme di pesca illegale, con l’utilizzo coordinato dei mezzi nautici in mare e delle pattuglie via terra.
Intensificata la complessa attività di intelligence e di osservazione nel litorale dello Jonio cosentino che va da Rocca Imperiale a Cariati, gli uomini della Guardia costiera agli ordini del Capitano Perrotti, hanno sequestrato 250 chili di bianchetto. Operazione avvenuta a seguito di appostamenti sulla SS. 106, in zona di Amendolara, grazie ai quali i militari degli uffici marittimi di Montegiordano e Trebisacce hanno individuato e fermato un furgone sospetto, già notato in precedenti operazioni, a bordo del quale hanno rinvenuto il novellame di sarda in 43 cassette di polistirolo contenenti novellame di sarda trasportati su un furgone di proprietà di un coriglianese che è stato così denunciato alla Procura della Repubblica di Castrovillari per la violazione dell’art. 7 comma 1 lettera a) del Decreto legislativo n. 4/2012 e del Regolamento (CE) n.1967/2006 (detenzione e trasporto di esemplari di specie ittiche di taglia inferiore alla taglia minima ovvero novellame).
Il sequestro si aggiunge agli oltre 130 chili di novellame già sequestrati nel corso del mese di marzo durante la precedente operazione, nel corso della quale erano stati elevati anche 4 verbali amministrativi per oltre 7000 Euro per mancanza di etichettatura, irregolarità nell’assunzione di marittimi e altre fattispecie ed erano stati sequestrati attrezzi e reti vietati.
Il controllo alla filiera della pesca prosegue quindi con tolleranza zero verso coloro che di fatto effettuano attività illecite in mare quali la pesca del novellame e quella a strascico sottocosta, forme di pesca illegale che danneggiano le risorse ittiche a danno innanzitutto della stessa categoria dei pescatori professionali e di quanti dal mare traggono risorsa per il sostentamento.
Lo sfruttamento indiscriminato e la cattura del novellame e di pesce sottomisura impediscono alle specie ittiche dei nostri mari di raggiungere la taglia minima consentita per la commercializzazione e per la riproduzione.
La Guardia Costiera ricorda che l’indiscriminato sfruttamento del novellame di sarda è da tempo vietato dalla normativa comunitaria e nazionale e sottolinea anche che oltre alla pesca ed alla commercializzazione, da qualunque parte provenga, del novellame è vietata anche la mera detenzione: pertanto, anche il consumatore finale del “bianchetto” commette un reato.

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