FRA ROSARIO, CARIATESE DOC RITORNA ALLA CASA DEL PADRE - Missionario nel mondo, una forte personalità carica di energia e di umanità, ha curato i rapporti tra la Chiesa e i paesi sudamericani ha trattato con personalità come Peron, Caldera, Perez, Jimenez, Bentancur - Non ha mai rotto i rapporti con la sua terra natia: Cariati.






Cariati - Alla vigilia di ferragosto 2009, Fra Giuseppe Rosario Scarnato, all’età di 82 anni,sofferente da tempo, è morto nell’ospedale “San Giuseppe” di Albano Laziale, dov’era stato ricoverato a seguito di un blocco renale e complicanze cardiache. Fra Rosario, uomo riservato, umile, meticoloso, riflessivo, ironico, sicuramente poco conosciuto dalle ultime generazioni, rappresenta certamente uno dei tanti cariatesi illustri, dimenticato, come tanti altri, che non rientra nelle “identità” oggi tanto di moda. Nonostante la sua lunga assenza dall’Italia e dalla sua amata Cariati, (ritornava spesso a Cariati per abbracciare i parenti, gli amici d’infanzia), portava sempre nel suo cuore la terra natia, il mare del suo Paese, gli amici più cari, tanto da esprimere il desiderio di essere sepolto nel cimitero di Cariati. Così è stato: il fratello, Giovanni Scarnato, i familiari, i nipoti, hanno fatto di tutto per riportare la salma a Cariati ed i cariatesi lo hanno onorato partecipando numerosi al funerale. Oggi in occasione della sua dipartita e del suo ritorno al Padre, lo vogliamo ricordare, con notizie in esclusiva, tratte dal Ponte, cartaceo, (n° 4 agosto - settembre 1996) ripercorrendo le tappe più importanti della sua vita di religiosoe sociale.
Fra Rosario, ha lasciato un bagaglio pieno di ricordi dovuti alle innumerevoli esperienze fatte in giro per il mondo. Tutto ciò non ha scalfito minimamente la sua immagine di persona da sempre molto energica e carica di umanità ma nello stesso tempo legata alla sua terra d’origine nonostante ne sia rimasto a lungo lontano.
Nato a Cariati (Cosenza, Italia) il 15 ottobre 1926, Giuseppe entrò nella Società San Paolo nel vocazionario di Catania il 22 agosto 1942, all’età di quindici anni. Le tappe della sua formazione si svolsero tra Catania (1942-1944) ed Alba (1944-1950), svolgendo mansioni diverse: macchine da
stampa, sacrestano, Ufficio Cooperatori. Ad Alba emise la prima professione religiosa l’8 settembre 1945 e si preparò alla consacrazione definitiva al Signore, che però avvenne a Bogotá, in Colombia, l’8
settembre 1950, dove il Primo Maestro lo aveva inviato per attendere alla libreria da poco avviata, primo seme di un promettente albero e inizio di una intensa attività, che porterà Fr. Rosario in diverse nazioni del continente latino-americano, Colombia, Cile e Argentina che lo terrà lontano dall’Italia e dalla su Cariati per ben 36 anni. Fu dapprima in Venezuela con Don Francesco Sirito (defunto nel 1997) per iniziare in quel paese la Società San Paolo. Vi giunsero l’11 dicembre 1951. E, in capo a pochi mesi, fu funzionante una piccola libreria in Caracas (1951-1955). Successivamente, Fr. Rosario tenne vive le relazioni apostoliche in
terra colombiana con la propaganda e il sostegno alla libreria di Bogotá fino al 1960; operò poi a Florida (Buenos Aires), Argentina, e di nuovo a Caracas nelle rispettive librerie (1960-1969).
Lo ritroviamo, qualche anno dopo, a Bogotá per la propaganda e la libreria (1973-1984); più tardi nella libreria di Santiago de Chile (1985-1986) e, infine, a Portoviejo (1998-2001), in Ecuador, come consulente per la libreria ed economo, dopo essere stato in Italia nella libreria di Roma/Via
Conciliazione (1969-1973).
“In sudamerica vive alcuni i momenti più tristi della vita politica – si legge sul PONTE, (intervista dell’allora direttore Finesia Rizzo, in occasione di una sua venuta di pochi giorni a Cariati e in ricorrenza del suo 50° anno di Consacrazione) - come la dittatura di Pinochet ma unendo la funzione sociale a quella apostolica si mette subito al servizio dei poveri adoperandosi per alleviarne le sofferenze. Si specializza in public relations curando i rapporti tra la chiesa e le autorità politiche ed arriva a conoscere i presidenti Peron, Rafael Caldera e il dittatore Jimenez del Venezuela e il presidente colombiano Betancur è tramite queste amicizie che riesce a far scarcerare dalle prigione sudamericane un gran numero di italiani, spagnoli e portoghesi. Fra Rosario si dedica anche all’attività libraria fondando in tutto il continente americano 5 centri di stampa cattolica in cosiddette librerie paoline e come se non bastasse dal gennaio 1971 al 1987 è direttore della libreria paolina di Bogotà considerata dagli specialisti un modello di organizzazione e di funzionalità. Questa sua attività dovuta alla vasta conoscenza di ciò che il settore bibliografico produce a livello mondiale nel 1984 di lui si occupa “El Catolicismo” – decano de la prensa colombiano – “l’Apostolo che arrivato dall’Italia 34 anni fa è ormai parte integrante di quel gran fuoco di evangelizzazione e cultura che è diventata la libreria San Paolo”, ed ancora sul “Cooperatore Paolino” nel 1980 la sua opera è stata definita: “Una vita animata da una forte passione apostolica che lo ha portato a percorrere in lungo e in largo il continente americano”.
La sua missione come apostolo della catechesi e della Bibbia lo porta infatti in tutte le maggiori città del Canada e degli Stati Uniti soprattutto nei centri cattolici di emigrazioni di lingua spagnola”. “Nei miei lunghi viaggi – confessò al direttore del Ponte – non ho mai dimenticato la mia terra d’orine e ho sempre portato nel cuore tutti i cariatesi”.
Ha trascorso gli ultimi anni nella Casa “Don Alberione” di Albano Laziale, rendendosi disponibile finché poté; quindi il declino fisico e, l’epilogo nell’ospedale “San Giuseppe”.
In una nota, i frati della Casa “Don Alberione” che lo hanno ospitato scrivono: “Affidiamo al caro Fra. Rosario le necessità della Congregazione, soprattutto dei paesi e delle case paoline che sono stati campo del suo apostolato e beneficiari del dono delle sue migliori energie. Da parte nostra, lo accompagniamo con la preghiera fraterna del suffragio, affinché goda in Dio il sollievo dopo la fatica, la vita dopo la morte, il riposo eterno”.Anche i cariatesi lo hanno accompagnato nella sua ultima dimora con la preghiera e tanta commozione.







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