DOCUMENTO DELLA GIUNTA REGIONALE SULLA “NAVE DEI VELENI” RINVENUTA AL LARGO DI CETRARO





CATANZARO, 14 SET – Cogliendo l’allarme esistente nella popolazione dopo la scoperta da parte dei tecnici dell’Arpacal, agenzia regionale per l’ambiente, di una nave affondata che conterrebbe centinaia di fusti con materiale non identificato (probabilmente scorie radioattive), la Giunta regionale della Calabria, riunitasi oggi d’urgenza sotto la presidenza di Agazio Loiero, ha sollecitato il Governo nazionale ad assumere, senza rinvii e senza attese, provvedimenti di emergenza chiedendo di essere coinvolta nei processi decisionali che si andranno ad attuare per mettere in sicurezza i siti, marini e terrestri, presumibilmente inquinati da depositi tossico-radiottavi.
Il 12 settembre 2009 alle 17,45 – ricorda una nota della Giunta regionale che ricostruisce i passaggi che ha portato alla scoperta – una nave con a bordo tecnici dell’Arpacal, su indicazione del procuratore della Repubblica di Paola Bruno Giordano, su un fondale a 487 metri di profondità ha individuato una nave cargo doppia stiva adagiata su un fianco con evidenti squarci a proravia da dove si intravedevano fusti in acciaio schiacciati.
La struttura della nave è compatibile con il “bersaglio” individuato dalla Procura di Paola e riferibile, in base alle indicazioni di un pentito di mafia, alla motonave Cunsky che conterrebbe alcune centinaia di fusti di materiale non identificato.
La Regione Calabria ha chiesto al Governo da una parte l’immediata caratterizzazione del materiale e la conseguente bonifica e rimozione dei fusti, nonché l’identificazione dei due siti che lo stesso pentito ha dichiarato di esistere in relazione ad altrettante navi da lui affondate e qualora individuate la conseguente bonifica.
Alla luce di questi rilievi, a parere della giunta regionale calabrese, è evidente che si riapre la questione dei presunti depositi terrestri di materiali tossico-radioattivi sotterrati in territorio del comune di Serra d’Aiello presumibilmente a un profondità di 30 metri. Per tranquillizzare le popolazioni interessate secondo la Giunta regionale della Calabria il Governo deve effettuare studi di dettaglio dell’aria, dell’acqua e del suolo.
Si precisa che la Regione Calabria il 13 maggio 2009 è stata informata del problema dal procuratore Giordano, a cui va espressa gratitudine a nome dei calabresi e due giorni dopo, pur non avendo competenze né sul mare né sui rifiuti tossico-radioattivi, ha inviato una lettera, a firma dell’assessore all’Ambiente Silvio Greco al Ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo, e ai sottosegretari Bertolaso e Letta, nella quale, su incarico del Presidente Loiero, si portava a conoscenza la situazione esposta dalla Procura. L’11 giugno, non avendo ricevuto notizie, la Regione sollecitava informazioni sulle iniziative fino ad allora assunte da parte del Governo. L’unica risposta ufficiale è arrivata dal sottosegretario Bertolaso il quale dava assicurazione che avrebbe informato il Ministro dell’Ambiente.
A parere della Giunta regionale della Calabria la situazione che si è determinata con la scoperta della cosiddetta “nave dei veleni”, impone risposte emergenziali adeguati di cui il governo centrale deve farsi carico.


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