INCHIESTA POSEIDONE: CALABRIA, INDAGINI CHIUSE, 40 INDAGATI





(AGI) - Catanzaro - E' conclusa l'inchiesta "Poseidone", avviata dalla Procura della Repubblica di Catanzaro nel 2005 su presunti gravi illeciti che sarebbero stati commessi nel settore della depurazione in Calabria. I carabinieri del Reparto operativo del Comando provinciale del capoluogo calabrese stanno notificando, in queste ore, 40 avvisi di conclusione delle indagini ad altrettanti indagati tra i quali spiccano Giuseppe Chiaravalloti, ex presidente della Giunta regionale. Nel marzo 2006 si venne a sapere del coinvolgimento del segretario nazionale dell'Udc Lorenzo Cesa, la cui posizine, insieme con quella di altri indagati, e' stata in seguito stralciata stralciata ed inviato, per competenza, alla Procura della Repubblica di Roma. Nel dicembre 2008 un'iniziativa della Procura di Salerno scosse il palazzo di giustizia catanzarese. Il pool di pm campani che indagava a seguito delle denunce di de Magistris (cui Poseidone era stata sottratta dal capo della procura cosi' come Why Not) arrivo' in citta' con circa 100 tra poliziotti e carabinieri e perquisendo uffici e abitazioni di magistrati in servizio nel capoluogo calabrese. L'inchiesta di Salerno riguardava presunte interferenze che sarebbero state attuate per osteggiare l'attivita' investigativa portata avanti con "Poseidone" e "Why not", i cui atti furono quindi sequestrati. Secondo la Procura di Salerno "la sottrazione dei procedimenti Poseidone e Why not all'allora pm de Magistris e la loro successiva gestione e' servita a fermare il predetto magistrato, danneggiare lui, consulenti tecnici e persone informate sui fatti, ostacolare le inchieste, smembrarle, disintegrarle e favorire taluni indagati". Rispetto alla revoca di Poseidone a de Magistris, il reato di concorso in corruzione in atti giudiziari fu contestato all'ex procuratore Lombardi, all'aggiunto Murone, ed all'avvocato e parlamentare Pittelli, fra i quali sarebbero emersi "rapporti di interesse di vario tipo". Inoltre, all'ex procuratore generale di Catanzaro Enzo Iannelli, ai sostituti procuratori generali Alfredo Garbati e Domenico De Lorenzo, ed al sostituto procuratore Curcio furono contestati i reati di abuso d'ufficio, favoreggiamento e falso ideologico, tutti in concorso, "con riferimento ai provvedimenti di stralcio ed alle richieste di archiviazione, ritenute illegali, effettuati nei riguardi, tra gli altri, dell'on. Pittelli, del generale Cretella Lombardo, dell'on. Galati, di Chiaravalloti, dell'on. Cesa". Cinque mesi fa, infine, "Poseidone" e' passata al procuratore aggiunto Giuseppe Borrelli, che ha sottoscritto gli odierni avvisi di conclusione indagine. calabrese, nonche' legale rappresentante pro tempore del Commissariato straordinario per l'emergenza ambientale; Domenico Antonio Basile, ex assessore all'Ambiente della Regione Calabria; Giovambattista Papello, ex responsabile unico del procedimento presso l'ufficio del commissario; diversi funzionari pubblici ed imprenditori. Associazione per delinquere, concussione, falsita' ideologica del pubblico ufficiale in atti pubblici, omessa denuncia di reato da parte del pubblico ufficiale, favoreggiamento personale, truffa, tentata turbata liberta' degli incanti, abuso d'ufficio, i reati che, a vario titolo, sono contestati agli indagati dal procuratore aggiunto della Repubblica Giuseppe Borrelli, che ha emesso il provvedimento. Borrelli, dopo cinque mesi, ha concluso l'indagine ereditata dal sostituto procuratore Salvatore Curcio nel 2007, quando il caso venne sottratto all'allora titolare Luigi de Magistris dall'ex procuratore capo Mariano Lombardi, che gli revoco' la delega a seguito di un informazione di garanzia inviata all'avvocato e parlamentare del Pdl Giancarlo Pittelli senza che lui fosse stato avvertito.

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