C’ERA UNA VOLTA LA CARIATESE OGGI CI RIMANE “L’IDENTITA’ PERDUTA"





Cariati - Francesco Loiacono - Ricordate La Sportiva Cariatese? Ovviamente sì. Bene gente, oramai dovremo vivere di
reminiscenze, perché non esiste più né un presente, né un futuro per la maglia biancoblu, ma soltanto un glorioso passato.
Le vicissitudini che hanno portato a questo brusco epilogo le conoscete a memoria, è inutile ridiscuterne, sé non altro per non dare nuovamente sfogo ad un uragano di sentimenti, misti tra la rabbia e la nostalgia.
Qualcuno aveva sperato nel miracoloso intervento di un noto imprenditore cariatese, un leader nel settore dei latticini, che avrebbe costruito, sulle ceneri della vecchia società, una nuova squadra, La Nuova Cariatese, rilevando dall’Amministrazione comunale le quote di maggioranza.
In ogni caso niente sarebbe più tornato come prima, la leggendaria denominazione, e con essa tutta l’importantissima storia, era già finita negli archivi e magari si poteva correre il rischio di sbiadirla.
Se proprio il destino doveva essere così brutale, allora è meglio che questa favola si sia conclusa in tale maniera. Perché nessuno potrà mai sostituire La Sportiva Cariatese nel cuore dei cittadini locali.
Che tristezza nel leggere sui giornali i tabellini dei vari campionati dilettantistici, notando che la nostra formazione non figura in nessuno di essi.
Siamo arrivati al punto che, addirittura, anche paesi come Campana, Mirto, Mandatoriccio…si prendono gioco, dal punto di vista calcistico, di Cariati. Luoghi che, con tutto il rispetto, hanno una tradizione pallonara dieci volte inferiore alla nostra.
Sicuramente la Cariatese meritava un commiato decisamente più onorevole, anzi meritava un commiato e basta. Perché nessun membro di Palazzo Venneri ha speso due parole per salutare una pagina importante della storia della città di Cariati. Soltanto Cataldo Minò, quando i giochi però non erano ancora conclusi, è intervenuto sul nostro sito per provare a spiegare la situazione.
Forse questi signori pensano che il calcio sia soltanto un banalissimo gioco? Se così fosse si sbagliano. A Cariati il calcio è sempre stato più di un gioco, è una religione, una passione, una tradizione, un’ancora di salvezza che ha sempre permesso alla massa di dimenticare le sofferenze quotidiane e di prendersi delle rivincite su alcune località limitrofe, le quali hanno una bassa considerazione nei confronti del popolo cariatese, da loro visto come una sorta di paese del terzo mondo.
In questo momento esistono disagi ben più gravi, vedi la questione ospedaliera o il cancro – valorizzatore, che meritano la priorità assoluta, ma crediamo che riservare un decoroso addio ad una compagine che ha entusiasmato generazioni sarebbe stato più che lecito.
Per non parlare poi del mutismo dell’Amministrazione comunale quando circolavano le voci su Mister Provola, che fra l’altro sostenevano la tesi che i massimi dirigenti cariatesi fossero pronti a contribuire alla gestione societaria.
Sarebbe bastato un misero comunicato, quanto meno per non illudere tantissime persone che ancora speravano.
La vicenda sembrava seppellita, invece la Cariatese è ancora nella mente dell’intera città. I signori del comune e quelli della vecchia società sportiva, altri personaggi dalla parola difficile, sanno che mai nessuno perdonerà loro questo delitto. Sono anche ben consci del fatto che questo silenzio prima o poi dovrà terminare.
Da oggi si tifa tutti per l’A.s.d Cariati. C’è un campionato di Terza Categoria da vincere



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