LA SANA SATIRA DEL PONTE-ONLINE -"I ROTOLONI REGINA NON FINISCONO MAI" - OGNI RIFERIMENTO A FATTI O PERSONE E PURAMENTE CASUALE





Qualcuno li ha visti nel deserto del Sahara, tutti sudati, impolverati, col fiatone: da tre anni e mezzo stanno rincorrendo i rotoloni Regina.
Ma non c’è niente da fare: quelli, i rotoloni, non finiscono mai.
La squadra inseguitrice è guidata da Mastro Lindo che, per proteggere la pelata, ha acquistato a Casablanca un parrucchino blu, come la bandiera che la lasciato al paese.
Lo segue a distanza Catàvur, con l’inseparabile chitarra trullallera: quando canta alla luna anche i cammelli, di solito miti, s’innervosiscono.
Ad un giornalista dell’Associated Press, che gli chiede chi gliel’ha fatta fare, risponde: “Da piccolo sognavo di fare il suonatore di tarantella in un bordello, oppure il politico. Posso dirle la verità: non c’è differenza”.
Pippi Calzelunghe, esperto in viaggi e armato di navigatore satellitare, consiglia di correre verso il canale di Suez dove, pare, i rotoloni dovrebbero finalmente finire.
Erre Moscia ha la lingua di nove metri e mezzo ed ogni volta che fiata sbanca almeno tre tonnellata di sabbia che poi spedisce a Cariati dove, costruire dove non si può, è lecito.
Peppe Don, che come al solito non ha capito un tubo, crede di essere su una spiaggia di San Cataldo, ma Micuzzo Tremonti lo tranquillizza: “Coraggio, che quando ritorniamo ti dichiaro le giornate agricole”.
Ultimo della fila è il Principe, in rappresentanza del Presidente, come al solito. Sta dicendo ai nomadi che la provincia costruirà tre fontanelle nel deserto ed almeno dodici bagni chimici. Tanto la carta igienica c’è.
A prendere nota della corsa istituzionale ci pensa Usignolo, che ogni giorno informa il mondo sulla performance dei nostri eroi.
Intanto il lontano paesello natio sta andando a fuoco.
Ci sono le fiamme, è vero, ma sono quelle gialle che stanno rivoltando gli uffici come un calzino.
“Ma, per la verità – dice Mastro Lindo al giornale on line saharaweb.org – il calzino noi lo abbiamo ereditato dalla precedente amministrazione. Quindi, stop alle mistificazioni: è chiaro, per la verità, che l’opposizione vuole strumentalizzare il calzino. Comunque, per la verità, è un calzino che non emana cattivi odori. Noi, per la verità, perseguiamo la politica della mutanda, come testimoniano tutti i concittadini che sono rimasti solo con questo indumento”.
Ma mentre nel Sahara si consumano codesti dubbi, sulle rive dello Jonio va in scena il dramma della minoranza, la quale reclama, ad alta voce, le dimissioni della truppa del rotolone Regina: “Devono andare via, perché è inammissibile che la mutanda sia considerata propedeutica rispetto al calzino. Se è vero che la mutanda copre gli organi deputati alla prosecuzione della specie, è altrettanto vero che il calzino, così come testimoniato da vasta letteratura scientifica, è fondamentale per percorrere la strada giustia. In sintesi, chi ha sabotato il calzino si assuma le proprie responsabilità”.
Ma si tratta di responsabilità che la truppa del rotolone rimanda alla stampa, in particolare al ponte-online.it, reo di diffondere le istruzioni sull’uso della mutanda: “Si tratta di spazzatura – comunica Usignolo – ripresa il giorno successivo dalla carta stampata”.
Che sia spazzatura è naturale qui da noi: tra ingombranti e cumuli di rifiuti in ogni luogo della città, cosa altro potrebbe essere?
Ma ecco, grazie alle nostre “volpi del deserto”, qualche strofa dell’ultima composizione di Catàvur nel deserto:

TARANTELLA FINANZIERA

È arrivata la finanza
Da Rossano e da Cosenza
Ha frugato in ogni stanza
Pure dentro la credenza.

Ci è venuto il mal di panza
A veder quell’invadenza
È un problema di coscienza
Di cui siam rimasti senza.

Il nostro cuor a tutti è aperto
E siam finiti nel deserto

La finanza
Ti conza.
Attorno
Ti ronza.
Ti butta
La lenza.
Oh santa pazienza


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