CALOPEZZATI - SOGNA ANCORA DI AVERE L'ADSL - LA PROTESTA DI FABIO PUGLIESE






CALOPEZZATI – A Calopezzati Scalo l’Adsl, la linea veloce di internet, è ancora un sogno.
Il Masaniello della questione è un giovane ingegnere informatico, Fabio Pugliese, il quale, dopo un anno di lotte, svela i motivi per cui, secondo la sua opinione, dal vitale servizio è esclusa una zona marina ove pure insistono attività produttive di massimo rilievo per l’economia del centro jonico.
Intanto che l’Adsl non sia ancora attivo sarebbe colpa della latitanza, o dello scarso impegno del governo civico che, nonostante i proclami e le delibere adottate sul tema, non è stato capace di perorare una causa di civiltà.
Il Pugliese perora la causa attraverso stampa e televisione e scrive finanche al presidente della Repubblica.
Qualcosa comincia a smuoversi, perché il consiglio comunale decide, all’unanimità, “di richiedere a Telecom (in pratica il gestore monopolista, ndc) un incontro tra i funzionari responsabili del setoore e tutti gli imprenditori, commercianti, professionisti e cittadini residenti alla Scalo”.
Ma il piano di investimenti Telecom “è deciso a Roma – sostiene Pugliese - da funzionari che non conoscono la nostra realtà e che, anzi, ci considerano un’area “in perdita”.
Il primo abboccamento con Telecom c’è, in sordina, il 26 marzo scorso e la società assicura, in tempi brevissimi, uno studio di fattibilità sulla copertura Adsl, garantendo un “canale privilegiato” con l’amministrazione comunale.
Lo “studio” dà esito negativo: questa Adsl non s’ha da fare.
L’assemblea civica, a questo punto, “affida al sindaco (Gennaro Bianco, ndc) il mandato di promuovere, assieme alle forze politiche, ai cittadini ed alle associazioni, ogni azione civile e democratica al fine di risolvere il problema”.
Fuoco di paglia, perché, sempre a parere dell’ingegnere furioso, non è successo assolutamente nulla o, meglio, capita una vicenda da fare impallidire Kafka: “L’esecutivo non è in grado di rispettare nemmeno le delibere che approva”.
E adesso?
“L’amministrazione comunale – propone Pugliese – convochi una conferenza stampa coinvolgendo anche gli organi politici provinciali e regionali: sono tutti membri del Partito democratico, sindaco compreso, e quindi si dovrebbero capire in maniera eccelsa, senza demagogia”.
Pugliese spiega che, a differenza di quanto asserisce un’amministrazione civica “superficiale e disattenta”, sussistono gli estremi per avviare un contenzioso con Telecom e cita il codice delle comunicazioni elettroniche del 2003 il quale, chiaramente “prevede per ogni cittadino la possibilità di accedere a un insieme minimo di servizio voce e dati”.
Insomma, viene sancito il principio “secondo cui deve essere consentito a tutti un efficace accesso ad internet almeno da un operatore”.
Addirittura sono previsti finanziamenti specifici per coprire i costi connessi a “clienti non remunerativi.
Per finire, le norme ci sono: basta brandirle per difendere diritti universali e diffusi.
Intanto Pugliese annuncia la resa (ed è un peccato, aggiungiamo noi): “Concludo definitivamente il mio impegno. La mia battaglia personale è persa, ma la guerra è un’altra cosa”.




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