PIETRAPAOLA: GENITORE SI RIVOLGE ALLA MAGISTRATURA PER I DIRITTI SCOLASTICI DEL FIGLIO – UNA STORIA INCREDIBILE





Quella che raccontiamo è una storia di probabili diritti negati i cui protagonisti sono il sindaco di Pietrapaola, Giandomenico Ventura; il dirigente scolastico dell’Istituto comprensivo Mandatoriccio – Calopezzati - Pietrapaola, Gerardo Aiello, ed il piccolo M., di nove anni, rappresentato, ovviamente, dai suoi genitori, il signor D. e la signora S.
Siamo a Pietrapaola Centro, sui monti che si affacciano sullo Jonio.
Il borgo è semideserto: molti sono emigrati, tanti hanno preferito “scendere” alla Marina, ove occasioni e prospettive sono di gran lunga superiori rispetto a quelle che offre il paesino.
Quassù i bambini si contano sulle dita di una mano, sicché anche le scuole sono totalmente scomparse.
O quasi, perché resiste ancora una classe dell’infanzia frequentata da tre piccoli seguiti, con buona pace del ministro Gelmini e degli avanzati modelli nordeuropei, da ben 4 insegnanti e 2 non docenti (i bidelli, come si chiamano oggi).
Un rapporto da guinnes dei primati di 2 a 1 che, crediamo, costituisca un record tutto italiano.
Fino allo scorso anno c’era una cosiddetta pluriclasse elementare con 4 alunni, oggi accorpata, per mancanza di fondi, alle scuole di Pietrapaola Mare: 13 chilometri da coprire con lo scuolabus comunale, peraltro senza accompagnatore.
M. soffre di una seria e documentata forma di chinetosi (mal d’auto) e partire tutte le mattine alle 7, affrontare decine di curve e tornanti, arrivare alle 7,35, aspettare quasi un’ora per entrare in classe e risalire in collina, è uno strazio che, dicono i genitori, “non gli permetterebbe di seguire le lezioni con serenità”.
Che fare?
E qui entra in ballo la politica o, se vogliamo, la gestione della comunità.
Ci sono le scuole di Mandatoriccio Centro ( fanno parte sempre del medesimo Istituto comprensivo) ad appena 3 chilometri: perché non portare i ragazzini lì?
Va da sé che si risparmierebbero un bel po’ di quattrini pubblici.
Ma un diavoletto misterioso ci mette la coda, poiché, a precisa istanza, il sindaco Ventura replica con la delibera di giunta n. 74 del 21 settembre 2009 con la quale si revoca una precedente decisione adottata 10 giorni prima.
In sintesi, l’appalto del servizio di scuolabus viene integrato, inserendo il percorso “Pietrapaola Marina – Pietrapaola in sostituzione di quello che prevedeva Pietrapaola Marina – Contrada Filiciusa Mandatoriccio Marina”. Costo dell’operazione: 15.340 Euro.
I motivi? Incomprensibili.
I genitori del piccolo M. non si arrendono e scrivono al Csa di Cosenza (l’ex Provveditorato agli studi), al Ministero della pubblica istruzione e al dirigente Gerardo Aiello il quale, nel frattempo, comunica al dirigente dell’ufficio scolastico provinciale di Cosenza che, vista il drastico calo degli alunni frequentanti il plesso di Pietrapaola, “si procede alla soppressione del medesimo”.
Ma ci sono 5 iscritti alla Scuola dell’infanzia (che diventano 3), per cui, scrive sempre Aiello, “stante l’età degli stessi e le sollecitazioni dell’amministrazione comunale, che provvederà ad ogni onere per la tenuta della struttura, si determina di mantenere aperta la scuola”.
“Siamo d’accordo: una scuola con 4 0 5 alunni è antieconomica. Eppure – commentano i genitori di M. - non riusciamo a spiegarci come mai siano state adottate due decisioni tra loro contrastanti: da una parte si dice che è necessario risparmiare; dall’altra, invece, si pagano sei stipendi per accudire 3 bimbi. Come mai? A questo punto ci appare legittimo pensar male giacché, secondo noi, è palese che a nostro figlio si sta negando il diritto allo studio”.
Sul piede di guerra sono pure diverse insegnanti (rigorosamente coperte dall’anonimato) a cui appare “uno spreco di risorse, pubbliche e personali” tenere in vita le materne di Pietrapaola per le quali, fra l’altro, è previsto “un servizio mensa decisamente indecifrabile e non controllato: altro denaro sperperato allegramente”.
Intanto i signori D. e S. iscrivono il figlio a Mandatoriccio Centro accollandosene (“Lo facciamo con amore”) il trasporto.
“Non ci pesa assolutamente, ma ci permettiamo, come cittadini, di formulare al sindaco Ventura una semplice domanda: non sarebbe più sensato, più semplice, più comodo (soprattutto per i bambini), più conveniente portare tutti gli alunni di Pietrapaola a Mandatoriccio?”
La vicenda adesso è finita sul tavolo della magistratura: forse sarebbe bastato un po’ di buon senso. Di tutti.


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