INFORMAZIONE A RISCHIO DI PALLOTTOLE - REPORTAGE SUI GIORNALISTI CALABRESI - TRA LE STORIE QUELLA DEL NOSTRO DIRETTORE LEONARDO RIZZO




Riportiamo due pagine del libro inchiesta sui pericoli che corrono i giornalisti in Calabria. Siamo orgogliosi perché in esse si parla del nostro direttore, Leonardo Rizzo.
Ogni commento ci pare superfluo. Buona lettura
Informazione a rischio pallottole
I giornalisti calabresi, le minacce, le storie tabù
di Roberta Mani e Roberto Salvatore Rossi- Ed. Federazione Nazionale della Stampa Italiana


Cariati, prima quattro proiettili sulla soglia dell'entrata della redazione del Ponte-online, poi il fuoco dentro casa

Informazione a rischio pallottole

Quella di Leonardo Rizzo è la storia di un uomo semplice con
una voce lieve. Un settantenne che ha dedicato la sua vita al
racconto degli avvenimenti del suo paese, Cariati, novemila abitanti
sulla costa ionica della provincia di Cosenza. «Un posto
che non ha una grande storia criminale» – spiega – «dove però
spadroneggia il cartello Farao-Marincola di Cirò, dedito al traffico
di stupefacenti e alle estorsioni». Rizzo è uno di quei cronisti
avamposto, come ce ne sono tanti, corrispondenti di provincia per
il giornale regionale, isolati dalla lontananza fisica della redazione,
soli di fronte ai fatti. Il suo giornale è la «Gazzetta del Sud». Un
tipo intraprendente Leonardo. Negli anni, trentacinque di attività
professionale, ha dato vita a una radio, «Radio Centrale Cariati»,
e a un periodico online, «Il Ponte». Proprio lì, sul davanzale della
finestra del suo studio-redazione, qualche anno fa, sono state abbandonate
quattro pallottole di fucile. E più di una volta le minacce
sono arrivate per telefono. «Succede a chi fa cronaca da
queste parti», dice, come se fosse la cosa più naturale del mondo.
Non è uno che si scompone troppo Leonardo. Neanche quella
sera d’inverno, il 16 gennaio del 2008, aveva dato troppa importanza
alla puzza di bruciato che saliva dalle scale. Aveva pensato
fosse il camino al piano di sotto. Erano le dodici e mezza di sera,
in onda su Canale 5, Matrix di Enrico Mentana affrontava il
tema del giorno, le dimissioni di Clemente Mastella da ministro
della Giustizia. Leonardo, come l’Italia intera, voleva capirci qualcosa.
È stato l’urlo della moglie a metterlo in allarme. Il piano di
sotto della sua abitazione in centro e a due passi dal mare era già
invaso dal fumo. Due bottiglie piene di benzina, la stoppa accesa,
le fiamme che lambivano il portone di legno erano già alte.
Leonardo ha subito denunciato il fatto. E ha dichiarato che l’attentato
è di matrice mafiosa, di sicuro, un tentativo di metterlo a
tacere. Con noi va oltre le poche righe del lancio Ansa di un anno
e mezzo fa. «Mi ero occupato di un tentato omicidio, questioni
di droga. Era stato solo pochi giorni prima, di sera, in una strada
periferica di Cariati. L’uomo era in macchina con la moglie
mentre è stato avvicinato dall’automobile del killer. Cinque colpi
di pistola, due lo raggiungono alle spalle. Questo era stato il mio
racconto, asciutto. Ha dato fastidio». Il pezzo di Leonardo è una
cronaca fedele dei fatti, nessuna interpretazione, nessuna ipotesi
che vada oltre le dichiarazioni degli inquirenti, come nella tradizione
della «Gazzetta». «Lo sapete meglio di me» – chiude Leonardo
– «il clamore disturba gli affari. A loro dà fastidio solo che
si parli». Un caso semplice quello di Leonardo Rizzo, mite cronista
di frontiera in terra di Calabria, dove può succedere che qualcuno
possa pensare che la cronaca nera non debba occuparsi di
un tentato omicidio.

x