l’astrolabio L’ILLUSIONE AL POTERE





di Pasquale Loiacono
Elezioni provinciali prossime venture: secondo il convincimento comune ed accreditato degli esperti, non ci sarà storia.
Il presidente uscente, Mario Oliverio, sbaraglierà facilmente i concorrenti, se è vero, come certificano autorevoli istituti nazionali di opinione, che egli, al pari di certe cucine, è il più amato, nella sua categoria, dagli italiani.
Trovargli una pecca, un difettuccio, un vezzo, un neo, appare assai difficoltoso, ed è, onestamente, bizzarro per una provincia della Calabria infelix, grande quando la Liguria e con problemi enormi, mai risolti e lontani da ogni soluzione, che pure mostra sacche di povertà, abbandono ed arretratezza inverosimili, aggravate da somma indifferenza: il Basso Jonio è l’esempio più evidente.
Ed allora perché dovremmo “amare” Oliverio da San Giovanni in Fiore? Perché dovremmo rinnovare la nostra fiducia ad una istituzione che si è disinteressata, nei fatti, di questo angolo sciagurato di provincia?
La risposta, forse, è nella cura maniacale di immagine gestita nei suoi 5 anni di gestione: l’illusione utilizzata per ottenere consensi, come certi spot televisivi, paga.
La realtà, almeno nei cinque comuni del collegio 7 di Cariati, è, purtroppo, completamente diversa.
Alle promesse, alle garanzie, agli impegni, è seguito il deserto: nessuna opera pubblica, tranne qualche rarissima, irrinunciabile eccezione, realizzata; rete stradale sconvolta ed impraticabile da tempo (vedasi la Sp 260 nel tratto Terravecchia - Scala Coeli, interdetta al traffico, per frana, da oltre 3 anni, e la carrozzabile San Morello – Scala Coeli: una trappola) e cantieri aperti e misteriosamente bloccati.
Le parole, quelle sì, sono state copiose. A leggere il libro dei sogni dell’Ente, questa zona sarebbe stata beneficata da una vera alluvione di Euro, ma così tanti che le amministrazioni locali non sanno più come spenderli: una bufala colossale.
Eppure, i signori sindaci del territorio, di Oliverio non fanno altro che tessere le lodi: di destra, sinistra o centro, tutti pendono dalle labbra del grande persuasore e dai suoi messaggeri.
D’altra parte non c’è gran varietà di scelta: meglio tenerci il presidentissimo?
Per ora, un solo invito agli elettori del Basso Jonio; l’invito alla diffidenza verso tutto e tutti.
Il giuoco che ci offriranno le decine di candidati del collegio è così congegnato, ma anche così scopertamente pulcinellesco, da rendere obbligatori sfiducia e sospetti.


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