DOPO I FATTI DI ROSARNO, MONS SANTO MARCIANO' INVIA UN MESSAGGIO DI SOLIDARIETA' A MONS LUCIANO BUX , VESCOVO DI OPPIDO E PALMI




A Sua Eccellenza Reverendissima
Mons. Luciano Bux
Vescovo di Oppido-Palmi
Via Rocco Pugliese, 38
89015 PALMI (RC)


Eccellenza Rev.ma,
a seguito dei recenti fatti che in questi ultimi giorni hanno coinvolto la sua diocesi, e Rosarno in particolare, sento il bisogno di esprimerle tutta la vicinanza e la solidarietà mie personali e dell’intera diocesi di Rossano-Cariati.
Da anni la Chiesa di Oppido-Palmi, impegnata con coraggio nella testimonianza e nell’annuncio evangelico all’interno di un difficile contesto sociale, ha ripetutamente denunciato l’insostenibile condizione di tanti fratelli immigrati, sfruttati e mortificati nella loro dignità di persone umane. E’ triste dovere constatare che la Chiesa in questa nostra terra è “voce che grida nel deserto”; è il deserto di un mondo che chiude gli occhi e il cuore di fronte al dramma della povertà e dell’ingiustizia in una specie di stordimento delle coscienze.
Assieme a lei, Eccellenza, in questo difficile momento invoco il Signore perché dia alla nostra Chiesa la forza di essere sempre di più segno e strumento di accoglienza e dialogo, essendo capaci di “passare dalla mera tolleranza verso gli altri al rispetto autentico delle loro diversità” (Giovanni Paolo II, Messaggio per giornata mondiale del migrante e del rifugiato, 2003). Profeticamente Giovanni Paolo II metteva in guardia contro “una semplice giustapposizione di gruppi di migranti e di autoctoni” che può tendere ad una “reciproca chiusura delle culture, oppure all’instaurazione tra esse di semplici relazioni di esteriorità o di tolleranza”, quando “si dovrebbe invece promuovere una fecondazione reciproca delle culture” (Messaggio per giornata mondiale del migrante e del rifugiato, 2005). Proprio oggi Benedetto XVI, nel suo Angelus, ci ha invitati “a ripartire dal cuore del problema” che è il valore e il significato che diamo alla persona. Egli ci ha ricordato che “un immigrato è un essere umano, differente per provenienza, cultura, e tradizioni, ma è una persona da rispettare e con diritti e doveri, in particolare, nell’ambito del lavoro, dove è più facile la tentazione dello sfruttamento, ma anche nell’ambito delle condizioni concrete di vita”. (Angelus, 10 gennaio 2010).
Unendomi a lei prego affinché ogni forma di violenza venga superata e i cuori di tutti siano resi capaci di “guardare il volto dell’altro e a scoprire che egli ha un’anima, una storia e una vita e che Dio lo ama come ama me” (Angelus, 10 gennaio 2010). “Come sentinelle – scriveva Giovanni Paolo II – i cristiani devono anzitutto ascoltare il grido proveniente dai tanti migranti e rifugiati, ma devono poi promuovere, con attivo impegno, prospettive di speranza, che preludano all’alba di una società più aperta e solidale” (Messaggio per giornata mondiale del migrante e del rifugiato, 2005).
Salutandola di cuore, mi confermo
Santo Marcianò

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