OSPEDALE ULTIMA ORA - ANCORA UNA RIUNIONE DEI SINDACI “RIBELLI” - NESSUNA INIZIATIVA CONCRETA MA SOLO PAROLE E DISCUSSIONI CHE SERVONO A FAR CRESCERE IL MALUMORE – LUNEDI’ ALTRA MANIFESTAZIONE







CARIATI – L’assemblea permanente dei sindaci del Basso Jonio cosentino si è riunita ieri sera a Palazzo Venneri, sede della municipalità cariatese.
Il tema è quello che sta monopolizzando la discussione e la protesta dell’intero territorio: la chiusura, ormai certa, dell’ospedale “Vittorio Cosentino”.
Il vertice è stato utile (ma non troppo) per la pianificazione delle azioni di dissenso al Piano sanitario di rientro che il presidente della Calabria Scopelliti dovrebbe licenziare il prossimo 29 settembre.
Il sindaco di Cariati, Filippo Giovanni Sero, non usa mezzi termini e, riferendosi allo stesso governatore, che l’altro ieri, a margine di un’audizione romana presso la commissione parlamentare sulle ecomafie, aveva affermato che dietro le manifestazioni popolari si annida la criminalità e la ‘ndrangheta, ribadisce: “Forse non viviamo in un’isola felice, ma noi siamo, fortunatamente, immuni da certi fenomeni mafiosi, Probabilmente anche qui si annida qualche testa calda, ma certamente il nostro “sistema” non è assolutamente riconducibile alla criminalità organizzata. Certe cose ce le dovrebbe spiegare proprio Scopelliti che in gioventù ha sempre, legittimamente, partecipato ad eventi di dissenso: si vede che ha perso il senso della contestazione. Siamo una popolazione povera ma pacifica, che lotta unicamente per fare rispettare il dettato costituzionale il quale garantisce a tutti, senza distinzioni, il diritto alla salute”.
Contro l’informazione: “Quando il governatore ci addita al pubblico ludibrio, le sue parole sono riportate con grande evidenza da giornali e televisioni; quando noi, 35 sindaci, ci sgoliamo a spiegare che questo lembo di Calabria non è preda delle mafie e che le contestazioni sono contemplate da qualsiasi ordinamento democratico, ci riservano, quando accade, un paio di righe o di parole. È vergognoso”.
Che fare?
“Difendere almeno la dignità dei nostri concittadini”, è l’appello dei sindaci che propongono diverse forme di protesta in grado di catalizzare l’attenzione dei media.
Intanto questa mattina a Reggio Calabria, per la manifestazione contro la ‘ndrangheta organizzata dal nostro giornale, ci saranno anche loro, a difendere l’onorabilità, se ha ancora senso, di una porzione di territorio vilipeso.
Per Gerardo Aiello, sindaco di Crosia, “da queste vicende stiamo uscendo con le ossa rotte, Siamo al capolinea, E se è vero che siamo criminali, che Scopelliti, il quale sostiene di aver riconosciuto nei manifestanti di Cosenza noti mafiosi, faccia nomi e cognomi, Siamo stati diffamati dal governatore, e penso che dovremmo ricorrere alla magistratura per tutelare l’immagine della gente onesta che ha sfortuna di vivere in questo circondario. Vogliamo che la commissione antimafia si occupi di noi, che ci schedi, che ci controlli e che ci arresti, tutti noi mafiosi”.
Il segretario del Pd locale, Fausto Sero, è deciso: “O lo denunciamo (a Scopeliti, ndr) o ci autodenunciamo tutti, perché siamo mafiosi”.
Ed il “consiglio” all’amministrazione comunale: “Fuor di polemica, non è possibile che l’addetto stampa di questo comune svolga il medesimo compito per Caputo e tutto il centro destra della provincia. Come si fa a continuare ad avere rapporti con un personaggio che la mattina scrive contro il nostro ospedale ed al pomeriggio è costretto a rimangiarsi tutto ed a diffondere le note cariatesi che sono, in tutta evidenza, proprio sfavorevoli al Caputo medesimo ed a tutta la giunta regionale? La prego, sindaco, si liberi di tali idiosincrasie e selezioni i suoi collaboratori. Non si possono servire due padroni”.
Infine, tra le diverse opinioni, segnaliamo quella del sindaco di Scala Coeli, Mario Salvato, il primo cittadino che qualcuno, in alto, vorrebbe dimettere: “Lunedì prossimo, in occasione della manifestazione popolare di Cariati, i sindaci indossano la coppola e portino a tracolla una doppietta e la fascia tricolore che consegneremo successivamente al prefetto”.
Un gesto estremo, mentre il glorioso “Cosentino” sta esalando l’ultimo respiro.


x