LE ULTINE SULL’OSPEDALE - CARIATI DOMANI SCIOPERO GENERALE CON LA PARTECIPAZIONE DI TUTTO IL CIRCONDARIO – IL CORTEO SARA’ GUIDATO DAI SINDACI “RIBELLI” CHE RIVOLGENDOSI A SCOPELLITI AFFERMANO: “Non si dipinga come vittima di una pseudo ‘ndrangheta: le uniche vittime siamo noi che non difendiamo una cattedrale nel deserto ma la nostra vita”
CARIATI – Pasquale Loiacono - Questione sanità. Mentre domani mattina, a partire dalle 9, è in programma una grande manifestazione popolare che, di fatto, “chiuderà” Cariati e tutto il circondario, scuole ed attività commerciali comprese, il Movimento per le autonomie (Mpa) ed il Popolo delle libertà intervengono sulla delicata situazione.
Ma andiamo con ordine.
Per l’Mpa, “è arrivato il momento di prendere decisioni forti nell’interesse di questo territorio”.
Esige invece chiarezza il circolo locale del Pdl, il quale ritiene che “il diritto alla salute debba essere tutelato e garantito a tutti, sempre e comunque, senza alcuna limitazione, e tuttavia pensiamo che la soluzione ai problemi del nostro ospedale, certamente non possa trovare risposta mediante la solita politica del “muro contro muro”, al limite della legalità e senza avanzare alcuna seria e fattibile controproposta che tenga conto dell’attuale situazione”
In sintesi, è “urgente e necessario attivare un serio canale di dialogo con le istituzioni preposte, tralasciando il protagonismo personale di chi è interessato solo all’esito delle prossime elezioni amministrative più che alla salute dei cittadini di Cariati e confonde la popolazione con bugie amplificate a dismisura: l’ospedale non chiude, ma sarà riconvertito”.
Dunque, la questione appare di natura semantica, ed attiene più alla linguistica che alla medicina, oltre che all’accidia del comitato civico “Pro ospedale” il quale, giurano dal Pdl, “non ha mai formulato un controproposta fattibile e concreta da sottoporre alla regione Calabria”.
Le considerazioni espresse non placano comunque gli animi e non minano il crono programma dei sindaci del territorio i quali, già da domani mattina, guideranno, con tanto di fascia tricolore, un corteo di cittadini che si prevede assai nutrito.
Dai centri montani che fanno riferimento al “Cosentino” scenderanno centinaia di persone per ribadire il loro fermo “no” alla chiusura di una struttura che non ha mai prodotto casi di malasanità ma che, anzi, è stato presidio e baluardo della salute pubblica.
I sindaci dello Jonio cosentino e dell’Alto crotonese, a seguito delle dichiarazioni di inaudita gravità rilasciate dal presidente della regione e commissario straordinario alla sanità, Giuseppe Scopelliti, lo invitano “a fare i nomi dei mafiosi che egli avrebbe visto nel corteo di Cosenza, dal momento che sostiene di averli riconosciuti”.
Il tentativo di criminalizzare l’azione che stiamo conducendo da Rocca Imperiale a Torre Melissa per la difesa della salute – commenta una nota ufficiale – “è squallido e mortificante. Tutti i sindaci chiedono a Scopelliti di ritirare le sue affermazioni che diffamano una delle zone più tranquille dell’intera Calabria e che nella sua storia ha episodi chiari di lotta alla ‘ndrangheta. Dietro la difesa strenua, passionale, sanguigna del nostro ospedale non c’è nessuna lobby affaristico mafiosa”.
L’invito: “Scopelliti eserciti il suo importante ruolo istituzionale avendo maggiore rispetto per una comunità laboriosa ed onesta, come quella dello Jonio, che in questo momento ha l’unico torto di protestare con tutta l’energia contro un disegno scellerato che farebbe aumentare la mortalità. Non si dipinga come vittima di una pseudo ‘ndrangheta: le uniche vittime siamo noi che non difendiamo una cattedrale nel deserto ma la nostra vita”.