Cariati: nasce la sezione della Lega Tumori. Testimonianza della giovane Teresa Sero






Leonardo Rizzo CARIATI – Organizzato dalla delegazione di Cariati per la Lega Tumori e da un gruppo di volontari e con il patrocinio dell’Amministrazione Comunale di Cariati, si è tenuto un convegno sul tema "Assistenza Oncologica e volontariato". Nel corso del dibattito ci sono stati molti interventi: dalla dott.ssa Gisella Florio del Movimento Italiano Volontario al presidente provinciale della Lega Tumori Francesco Martire, dal pres. dell’ass. volontari ospedalieri di Rossano Danilo Ferigo al medico di base dr. Giuseppe Lettieri e a don Alfonso Russo. I lavori sono stati introdotti dal prof. Nicola Sero, il quale ha detto: "Un impulso molto forte mi è venuta dalla terribile esperienza vissuta da mia figlia Teresa che insieme con il gruppo volontari UNICEF si è convenuto che sono ormai maturi i tempi per far emergere nella nostra comunità quella umana coscienza che è dentro ognuno di noi e di osare, con l’impegno di tutti, a realizzare un punto d’ascolto, un supporto informativo, logistico e psicologico, di aiuto morale ma anche materiale agli ammalati oncologici e alle famiglie perché non si sentano più soli nell’affrontare una esperienza così traumatica". Intervenendo per un saluto il Sindaco di Cariati Domenico Arcudi ha dichiarato che l’Amministrazione guarda con grande interesse a questa iniziativa. "Come primo impegno. ha detto il primo cittadino di Cariati, mettiamo a disposizione un locale del Comune per la sede della nascente delegazione tumori locale". L’assessore ai servizi sociali Peppino Santoro ha denunziato l’assenza presso l’ospedale di Cariati di un "mammografo" per la prevenzione. Molto interessante l’intervento del dott. Franco Imperiale, direttore oncologo del P.O. di Rossano che nella sua relazione ha illustrato una serie di problematiche come il rapporto che deve esistere tra medico e ammalato e la stessa famiglia. "E’ forte negli ammalati in genere ed in quelli oncologici, in particolare, - ha detto Teresa Sero, una ragazza di 21 anni, studentessa universitaria, promotrice di questo convegno, che ha voluto testimoniare di persona la sua esperienza vissuta in quattro difficili e interminabili anni di malattia – il bisogno di protestare, di riaffermare la voglia di esserci, di continuare a coltivare gli affetti, a trasmettere i propri sentimenti. E’ forte il bisogno di riaffermare il diritto a vivere dei tanti meno fortunati costretti a lottare – ha sostenuto la giovane testimonial del convegno Teresa Sero – nonostante le difficoltà che i cosiddetti "sani", creano ogni giorno a coloro che, vivono sulla propria pelle il peso di malattie severe". Continuando Teresa dice con ottimismo: "Questo è quanto ho imparato in quattro anni di lotta impari contro quel male che i più definiscono ancora incurabile. Fingere di ignorare l’esistenza di realtà scomode e insopportabili è una mistificazione intesa come forma estrema di autodifesa, è la manifestazione dell’egoismo che dilaga nella cultura contemporanea, del quale le prime vittime potrebbero essere proprio coloro che l’hanno alimentato. Chi matura la consapevolezza dell’impossibilità di un percorso sempre in discesa, nella difficoltà estrema non cede. Non cede perché ha compreso che la malattia non è altro se non il rovescio della medaglia della salute.". Concludendo il suo sofferto intervento Teresa Sero lancia un accorato appello: "Oltre alle cure, alla necessaria assistenza, l’ammalato oncologico ha bisogno di altro: di affetto, di amore, di calore e di tanta solidarietà. Sentirsi volontari da questa sera – conclude Teresa Sero – potrà voler dire non solo fare qualcosa per gli altri in determinati momenti della nostra vita, ma assumere un nuovo stile di vita".


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