BOCCHIGLIERO, ANCORA SENZA STIPENDIO I LAVORATORI DELLA CASA PROTETTA SANTA MARIA – NEI PROSSIMI GIORNI CI SARANNO PROTESTE ECLATANTI
BOCCHIGLIERO – Pasquale Loiacono - Il lavoratori della casa protetta Santa Maria sono ancora sul piede di guerra, giacché la vertenza con la fondazione, che dura ormai da mesi, s’ingarbuglia sempre più, nonostante gli accordi raggiunti nell’agosto scorso e mai rispettati.
Per i sindacati di categoria Cgil, e Sdl – Usb, compresa la rappresentanza unitaria. “La situazione all’interno della struttura – scrivono in una nota i lavoratori - diventa giorno dopo giorno sempre più difficile: l’unico dato certo è che nel solo anno 2010 sono state retribuite appena 4 mensilità, quindi ben al di sotto dei livelli minimi di sopravvivenza. Ci chiediamo come possano questi lavoratori e le loro famiglie, ridotte ad uno stato di povertà, andare avanti”.
Anche le istituzioni “non possono più esitare e sono tenute ad intervenire fattivamente nella vicenda, perché l’indifferenza degli ultimi anni e lo scaricare ad altri il dovere di intervenire non è più tollerabile anche per il doveroso rispetto che si deve agli ammalati ricoverati nella struttura”.
La questione si trascina da ben 4 anni, nel corso dei quali – dicono i dipendenti – “abbiamo assistito a tante promesse. Ma l’unico dato certo e incontrovertibile è che la gestione della fondazione è fallimentare, e non si è mai avuto il coraggio di porre rimedio in nessun modo a questo genere di situazione per cui, ancora oggi, si continuiamo la pagare pesantissime conseguenze”.
Per i lavoratori si sarebbero accumulati debiti che superano abbondantemente i 6 milioni di Euro senza, peraltro, che sia stato versato alcun contributo previdenziale all’Inps, nonostante la fondazione goda di sostanziosi finanziamenti pubblici.
“È indiscutibile – commentano i sindacati - che di fatto ci troviamo in uno stato di gravissima insolvenza economica, con i lavoratori che continuano ad accumulare mensilità (oltre 50 salari arretrati) ma che comunque continuano a prestare la loro opera gratuitamente, producendo risorse puntualmente requisite dalla società di riscossione Equitalia per debiti pregressi”.
Insomma, così “non si può più continuare, nonostante un piano di ristrutturazione, di cui si sono perse le tracce, sottoscritto dinanzi al Prefetto nell’agosto scorso”.
La pazienza è finita: “Chiediamo alle istituzioni interessate di fare chiarezza. Chi lavora ha il sacrosanto diritto di essere retribuito, ed è ormai chiaro che i lavoratori, senza il pagamento corrente degli stipendi, non hanno più le risorse necessarie per vivere”.
La lotta: “I responsabili della fondazione dicano come stanno le cose e s’impegnino fattivamente al pagamento corrente delle mensilità arretrate”.
Ipotesi: “I sindacati ed i lavoratori perseguiranno tutte le strade possibili per far valere i loro diritti, oltre che attuare, nei prossimi giorni, forme pacifiche di protesta anche eclatanti”.