“No discarica” – Continua la protesta di agricoltori ed allevatori che bloccano l’accesso alla discarica


Ricevuti dal sindaco Salvato una delegazione dei lavoratori



SCALA COELI – Pasquale Loiacono - Continua senza sosta la protesta di allevatori ed agricoltori che da tre giorni stanno bloccando la strada comunale che conduce alla costruenda discarica per rifiuti speciali non pericolosi in località “Case Pipino”.
Loro non demordono, ed in maniera estremamente pacifica impediscono, senza violenza alcuna, ai mezzi meccanici della società Bieco srl (committente dell’impianto) di raggiungere il sito incriminato.
Da qui non si passa, dunque.
Siamo nella vallata del fiume Nicà, nella grande piana che si stende tra i comuni di Scala Coeli, Crucoli ed Umbriatico, ad un tiro di schioppo dal mare Jonio e dalla statale 106.
Uliveti, agrumeti, vigneti e pascoli si delineano senza soluzione di continuità; un’oasi di natura d’incomparabile bellezza, ove l’animo contaminato dal caos ritrova pace ed equilibrio.
La discarica non la vuole nessuno.
Non la vogliono (“a parole” dicono i maligni) i sindaci del territorio; non la vogliono (per davvero) i lavoratori che da questa terra traggono il loro sostentamento.
“Non siamo contro le discariche per partito preso – puntualizzano i manifestanti – ma contro questa discarica. Perché farla qui, dove tutte le coltivazioni sono protette? Perché farla qui, dove c’è abbondanza di acqua e di pascoli per i nostri armenti?”.
Quei volti scavati dalla fatica sono coraggiosi: “Da qui non ci muoviamo, e pretendiamo che i signori sindaci, contrari come noi all’impianto, vengano assieme a noi, alle sei del mattino, ad impedire l’ingresso per la discarica che è già in fase avanzata di costruzione”.
Ieri mattina, dopo avere impedito l’accesso alla strada comunale (una mulattiera adattata alla bisogna dal committente), i lavoratori (in massima parte proprietari di terreni) sono “saliti” a Scala Coeli, dodici chilometri tra letti spenti di corsi d’acqua improbabili.
Hanno incontrato il sindaco Mario Salvato, sincero oppositore alla discarica, ed il dirigente dell’ufficio tecnico il quale ha preferito constatare di persona lo stato dei luoghi interessati recandosi personalmente sul sito.
Vola qualche parola grossa di troppo, ma alla fine sembra che l’espediente per fermare i lavori risieda nella modifica della mulattiera comunale che il committente avrebbe trasformato onde consentire il passaggio agevole dei propri mezzi meccanici.
A questo punto ci sarebbero gli estremi per inibire ogni transito.
Per il portavoce del comitato civico “No discarica”, Roberto Parise, saremmo dinanzi ad “una truffa con tutti i crismi, sancita da una serie di certificazioni basate solo sulla fantasia di qualche buontempone. Hanno detto e scritto che in quella zona non insistono coltivazioni biologiche: ed è un falso. Hanno garantito che in quella zona non vi sono corsi d’acqua: ed è un falso. Hanno confermato che quella zona è immune da eventi alluvionali e franosi ed è, purtroppo, un falso. Hanno assicurato che quella zona è parzialmente immune da episodi tellurici, ed è un falso se solo si andasse a leggere la cronistoria dei terremoti. Insomma, hanno dipinto una sorta di Eden che, invece, per decine di famiglie è quasi un inferno. Si lasci lavorare in pace la gente in un terra che di lavoro è già troppo avara, e si riconoscano con umiltà colpe e imprudenze”.
Oggi, forse, il comune di Scala Coeli dovrebbe emanare un’ordinanza specifica che interdice , oltre al transito, anche l’accesso nella zona della discarica.



x