Domani i parenti e gli amici ricordano Annibale Ferrante, scomparso immaturamente due anni fa
CARIATI – Pasquale Loiacono - Si celebra domani, 2 dicembre, alle 17 e 30, nella chiesa Cristo Re, la Santa messa in memoria di Annibale Ferrante, scomparso improvvisamente due anni fa.
Annibale era persona assai nota nel territorio per qualità morali ed autentica bontà.
Lui, che di professione era apprezzato dentista, aveva ereditato dal padre Massimo la stazione di servizio Agip cui dedicava gran parte del suo tempo, ritenendola un “gioiello” di famiglia creato dal nulla con forza e determinazione.
Annibale era nato e cresciuto a Scala Coeli, il luogo dei suoi sogni e della sua formazione.
Ed a Scala Coeli tornava spesso, con estremo piacere, per rivedere il borgo ove aveva lasciato una parte importante di se e tanti, tanti amici.
Già, l’amicizia era un suo altro “chiodo fisso” che lui intendeva come reciproco affetto, costante ed operoso, mai inquinato da altre e più effimere mire che sottendono interessi e vantaggi di parte.
Spesso, a chi scrive questo breve ricordo, citando Epicureo diceva: “Di tutte le cose che la saggezza procura per ottenere un’esistenza felice, la più grande è l’amicizia”.
Non scorderemo mai i piccoli, grandi gesti di cui era prodigo, soprattutto con chi sapeva essere in condizioni non certamente felici.
In silenzio (“Per evitare imbarazzi”, spiegava agli intimi) risolveva mille drammi di pura esistenza.
Aborriva il clamore parolaio, perché, a suo parere, solo “l’unione e la solidarietà degli uomini possono prosciugare i mari ed abbattere le montagne”.
E lui ha prosciugato se stesso fino a quando il cuore l’ha tradito, in un anonimo giorno di dicembre, quando l’aria sa di freddo e gli animi e, purtroppo, anche i portafogli, sono aperti alla natività di Nostro Signore.
“Andai nei boschi perché volevo vivere in profondità e succhiare tutto il midollo della vita, per non scoprire, in punto di morte di non aver mai vissuto” scriveva Thoreau.
Ed Annibale ha vissuto. Per gli altri.
E vive ancora per noi che lo serbiamo nel cuore come un dono raro e prezioso, perché “sol chi non lascia eredità d’affetti poca gioia ha dell’urna”.
Annibale Ferrante lassù, alla corte dei giusti, è felice.
Ti sia lieve la terra, la stessa che regge, impalpabile, le antiche ossa del tuo paese: Scala Coeli.