La posta del "Ponte" online


L'amari sfogo - provocazione di un giovane che havisto demolire il mito di Cariati



Riceviamo e pubblichiamo l’amaro sfogo di un nostro giovane lettore, cariatese, che da qualche anno vive a Bologna e che si è trovato in una spiacevole discussione su Cariati…


"Cariati è bell e n'ar u' num" (cariati è bella e ne ha il nome) chi conosce la storia di Cariati o comunque una delle teorie sull'origine del nome della città ben comprende
l'incipit di questa poesia della tradizione vernacolare cariatese che ricorda che al tempo delle invasioni turche il nostro amato paese si chiamava Carina e che dati i continui attacchi dei predoni gradualmente il paese, che veniva "CARRIATO" dalla gente in fuga che portava via
quanto più possibile dei beni personali, venne ribattezzato Cariati.
Dagli attacchi turchi sono passati secoli e le nostre acque apparentemente sono tranquille ma come si dice A IUM CITT 'U JIR A PISCAR sì perchè i predoni ormai non vengono più dal mare ma è la stessa terra cariatese che li partorisce.
So bene che le mie parole tuonano come un'accusa ed effettivamente lo è, io sono sempre stato stra-innamorato del mio paese e anche se il lavoro mi tiene lontano dalla mia terra e madre, ne ho sempre approfittato per pubblicizzarla, parlarne bene e mostrar foto per invogliare più gente possibile a venire almeno una volta nella vita in vacanza a Cariati. Oggi però, mi è successa una cosa spiacevolissima che di certo mi ha fatto vergognare
di essere cariatese talmente tanto da non riuscire nemmeno a provare a difendere un paese che, a volte purtroppo, pecca di ignoranza becera. Io lavoro a Bologna e passando in un autogrill con i miei colleghi sentivo una signora che parlava male della Calabria dicendo che non ci avrebbe più portato un soldo.
Toccato nel vivo mi sono accostato per chiedere il perchè e mi sono
sentito rispondere " Sono stata a Cariati, ho pagato un affitto altissimo per ritrovarmi in un paese coperto da immondizia e sporcizia, spiagge e mare sporchi e in pessime condizioni, ho pagato dei conti a volte esagerati rispetto a un qualsiasi cittadino cariatese e mi sono trovata anche di fronte a episodi di maleducazione…tutto ciò senza tener considerazione che, in quanto turisti portiamo soldi a Cariati e se accolti bene ci saremmo ritornati e portato anche altra gente”
Potete immaginare quanto sia potuto cambiare il colore del mio viso che è passato dal rosso porpora al blu cobalto avendo fatto una figura del genere davanti ai miei colleghi che non ne potevano più di sentirmi parlare del mio paese.

Non voglio fare un discorso politico anche se è palese la pessima gestione che permette che il paese soffochi da immondizia, si avveleni con acque domestiche inquinate e che presenti spiagge e mare non all'altezza di ricevere un afflusso turistico…
E non posso fare di tutta l’erba un fascio perché di cariatesi ospitali e che si impegnano e credono turismo fatto con tutti i criteri ce ne sono tanti…
Ma da cariatese mi sono sentito ferito e non mi sono riconosciuto in quello che vorrei fosse il paese dove ho lasciato il mio cuore e voglio rivolgere un invito:
“Svegliamoci (mi ci metto anche io) dalla rassegnazione e dal torpore, non giustifichiamo le nostre mancanze solo con la amministrazione fallimentare. Dove non arrivano loro bisogna che ci arriviamo noi, a cominciare dal turismo, da come trattiamo i turisti.
Il discorso "DU MAL PAGATUR SCIPPA CHIR CA PO' " può essere accettabile, in fondo Cariati vive 20 giorni all'anno, OK, rincariamo i prezzi e accumuliamo in una stagione quello che ci serve per campare un anno, BENISSIMO!! Ma quanto meno possiamo fare in modo che il cliente esca dalle nostre attività commerciali e ricettive contento di aver speso!?! La gente che si permette le vacanze in questo tempo di crisi dimostra di averne la
possibilità, bene, benissimo impariamo a farli spendere senza che se ne penta cosi da invogliarla a tornare a regalarci soldi l'anno prossimo portando altra gente! Una volta si diceva che "U CLIENT VO' ZUCCARIAT" facciamolo! A come è ridotto il paese non abbiamo altro da offrire che la nostra ospitalità e cortesia USIAMOLE!! Invece Cariati riceve
cattiva pubblicità e perde non solo il cliente di quest'anno ma anche quello che aveva preventivato le sue vacanze per l'anno prossimo.
È umiliante dover sentire certe parole sul proprio paese a più di 1000 km
di distanza da casa, è triste che un paese come Cariati che potrebbe vivere di turismo 12 mesi all'anno si debba ridurre ad arraffare più che può nei soli 20 giorni estivi, è brutto rendersi conto che quella poesia sia solo un ricordo passato perchè Cariati non solo non ha più
il nome bello ma nemmeno il cittadino.
Con questa lettera non voglio biasimare nessuno in particolare e posso anche assumermi la responsabilità delle mie parole ma se si vuole davvero che Cariati migliori dobbiamo migliorarci noi in quanto cariatesi.
Povera Cariati!!!

R.C.


Caro R.C.
La tua è una lettera piena di amarezza e posso capirlo, perché chi è nato e cresciuto a Cariati se la porterà sempre nel cuore e per quanto possa andare a vivere da un’altra parte sarà sempre cariatese. Ho deciso di pubblicare la tua lettera perché è una provocazione forte, laddove la politica non arriva e non esiste più, siamo proprio noi cariatesi a dover arrivare. Un buon turismo sarebbe la svolta di Cariati. A onor del vero dobbiamo dire che molte realtà (ristoranti, bar, lidi, strutture) funzionano benissimo in servizio e cortesia ed è anche grazie a loro se si vedono turisti in giro a Cariati.
Ma queste realtà non bastano se, come ci hai raccontato, ci sono anche delle esperienze così negative. Il nostro turismo, quel poco che c’è, non può permettersi delle defaillance del genere perché vanifica anche il lavoro di chi il turismo lo sa e lo vuole fare.

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